Il nuovo esecutivo tedesco ha un’opportunità unica per collocare Berlino al centro di questa fase di trasformazione per l’Europa. Per l’Italia, la sfida sarà capire come posizionarsi in questo nuovo scenario. L’analisi di Ecfr sul voto in Germania riguarda anche i rapporti Berlino-Roma
Le elezioni in Germania hanno consegnato a Friedrich Merz l’opportunità di formare un governo stabile con l’Spd, aprendo una fase cruciale per il ruolo di Berlino in Europa. Secondo Jana Puglierin, direttrice dell’ufficio di Berlino dell’European Council on Foreign Relations, il risultato è una buona notizia per il continente europeo: Merz ha più volte ribadito la volontà di rafforzare il peso tedesco sulla scena internazionale e ha già costruito solidi rapporti con Polonia, Francia e altri partner durante la campagna elettorale.
Tuttavia, questo potrebbe rivelarsi molto difficile: “Se vuole allentare il freno al debito o istituire un secondo fondo speciale per la difesa, avrà bisogno di voti dall’AfD o dal Partito di Sinistra”, spiega Puglierin, notando che “sebbene il Partito della Sinistra sia fondamentalmente contrario al freno al debito, è improbabile che sia disposto ad ammorbidirlo per il bene di una maggiore spesa per la difesa”.
Continuità nel sostegno all’Ucraina e sfida Ue
Dal punto di vista geopolitico, la coalizione nero-rossa non dovrebbe portare a un cambio di rotta nel sostegno all’Ucraina. “Entrambi i partiti si sono impegnati a mantenere l’assistenza militare, finanziaria e umanitaria a Kyiv”. Ma il nodo resta quello dei finanziamenti, con l’Spd contrario a tagli significativi al welfare, mentre “Merz è anche andato oltre Scholz in passato sulla questione di quanto rischio la Germania dovrebbe essere disposta a correre. La questione del Toro lo ha chiarito. Tuttavia, qui cambierà meno di quanto molti pensino o sperino”.
Secondo Mark Leonard, direttore dell’Ecfr, la vera sfida per Merz sarà contribuire a costruire un’Europa capace di “stand on its own two feet”. “La Germania – continua il capo del think tanker paneuropeo – è stata in grado di riarmare e rivendicare l’indipendenza dalla Russia solo quando le ali pacifiste e favorevoli all’impegno della Spd si sono mosse verso l’aumento della spesa per la difesa e il taglio dei legami con Mosca. Ed è il background Cdu uber-Atlanticist e fiscalmente conservatore di Merz che dà forza alle sue richieste di indipendenza dagli Stati Uniti e gli darà la credibilità per seppellire il freno al debito”.
Ma livello interno, il nuovo governo dovrà affrontare la necessità di rinnovare il modello economico e investire nel futuro. Sul piano internazionale, invece, Merz sarà chiamato a ripensare le relazioni con i partner europei, in particolare con il Regno Unito, e “re-inventare” le relazioni con Vladimir Putin, Xi Jinping e Donald Trump.
L’angolo di visuale italiano, tre distanza e opportunità
Le reazioni italiane al voto tedesco rivelano un quadro complesso nei rapporti tra Roma e Berlino, anche questi da rimodellare. Arturo Varvelli, direttore dell’ufficio di Roma del think tank, sottolinea che Matteo Salvini “ha accolto con favore il risultato dell’AfD come un successo, tuttavia il suo partito è destinato a rimanere l’unico partito di destra radicale al potere tra i grandi Paesi europei, poiché l’AfD non farà parte del nuovo governo tedesco”.
Più significativa è la posizione della premier Giorgia Meloni. La leader italiana potrebbe beneficiare di un interlocutore meno critico rispetto a Scholz. Per Varvelli, “Merz nella campagna elettorale (ora vedremo!) non ha nascosto la sua stima per [la presidente del Consiglio]. Ma, il nuovo probabile cancelliere potrebbe anche chiedere una scelta più chiara del campo tra l’Ue e l’’America di Trump. E Meloni, che cerca continuamente di bilanciare le due posizioni, potrebbe trovarsi in difficoltà”.
A livello di relazioni bilaterali, il voto in Germania non sembra destinato a migliorare un rapporto già complesso tra Roma e Berlino, secondo Teresa Coratella, vice direttrice dell’Ecfr Roma, che evidenzia come la diffidenza reciproca ha segnato i rapporti tra i due governi sin dall’insediamento di Meloni e probabilmente continuerà, soprattutto a causa dell’ambiguità italiana sulla visione di Trump per la fine della guerra in Ucraina.
Tuttavia, una possibilità di ripartenza esiste. Poiché i rapporti tra i due governi devono essere costruiti quasi da zero, si potrebbe aprire uno spazio per un nuovo dialogo su alcune priorità comuni, come la gestione dell’immigrazione. “Questo potrebbe lasciare un po’ di spazio per trovare nuove opportunità di dialogo su alcune priorità comuni ai due leader, come la migrazione.”
Cosa aspettarsi adesso
Sotto la leadership di Scholz, la Germania è stata spesso percepita come lenta e indecisa nel prendere decisioni — dalla fornitura di armi all’Ucraina alle iniziative europee, fino alla politica fiscale —a causa di una combinazione di scelte personali e dinamiche di coalizione. Ora, molti auspicano un cambio di passo, con un governo più attivo in questi dibattiti: rafforzare le capacità di difesa europee e ripensare alla sicurezza del continente con un minore coinvolgimento degli Stati Uniti, elaborare una strategia per l’Ucraina basata sugli interessi europei e adottare un approccio più flessibile alle regole fiscali e ai bilanci dell’Ue.
Naturalmente, continueranno a emergere divergenze e sfumature, ma il nuovo esecutivo tedesco ha un’opportunità unica per collocare la Germania al centro di questa fase di trasformazione per l’Europa. Per l’Italia, la sfida sarà capire come posizionarsi in questo nuovo scenario.
Meloni potrebbe guadagnare margini di manovra con un governo tedesco meno ostile, ma sarà chiamata a scelte strategiche sull’Ue. La politica europea sta entrando in una nuova fase, e il rapporto tra Roma e Berlino potrebbe essere uno dei suoi principali banchi di prova, e di opportunità.