Il presidente degli Stati Uniti ha firmato lunedì un ordine esecutivo con cui ha incaricato i dipartimenti del Tesoro e del Commercio di istituire un fondo sovrano che potrebbe acquisire la piattaforma cinese. L’idea è sul tavolo, ma i tempi sono lunghi e c’è più di qualche aspetto da chiarire
Donald Trump prova a risolvere la questione di TikTok con un ordine esecutivo. Il presidente americano ne ha firmato uno lunedì, con cui ha dato mandato ai dipartimenti del Tesoro e del Commercio di dare vita a un fondo sovrano nazionale che potrebbe acquistare il social network cinese. Dopo che il tycoon ha sospeso per 75 giorni il bando che sarebbe dovuto entrare in vigore lo scorso 19 gennaio, per evitare il divieto negli Stati Uniti la piattaforma deve essere acquistata da un’azienda americana. Se a farlo è il governo, tanto meglio. “Penso che sia arrivato il momento che questo Paese abbia un suo fondo”, ha detto il presidente rivolgendosi alla stampa. “Creeremo un sacco di ricchezza”.
Al momento si tratta di un’ipotesi, nulla di più. “Forse faremo qualcosa con TikTok, forse no”, ha aggiunto il presidente. “Se faremo l’accordo giusto, lo faremo. Altrimenti, no. Potremmo inserirlo nel fondo. O facciamo una partnership con persone molto ricche. Abbiamo un sacco di opzioni”. Tuttavia, visto l’interesse di Trump nel garantire ai circa 170 milioni di concittadini di continuare a usare l’app un tempo screditata, è probabile che dalla teoria si passi alla pratica.
Già qualche tempo fa il tycoon aveva ipotizzato di creare una joint venture in cui far confluire TikTok, con gli Stati Uniti che potrebbero detenere il 50% del pacchetto. Anche durante la campagna elettorale, Trump aveva ventilato l’idea di un fondo nazionale con cui finanziare i grandi progetti a stelle e strisce. Dalle grandi infrastrutture, come autostrade e aeroporti, fino alla ricerca medica passando ovviamente per la produzione industriale. Sono attualmente 20 i fondi statali, ma che agiscono in autonomia, di cui i più grandi si trovano in Alaska, New Mexico e Texas, che tramite le entrate di idrocarburi investono in programmi governativi. Anche l’ex presidente Joe Biden aveva mostrato l’intenzione di creare un fondo sovrano per gli investimenti esteri, ma non ha avuto tempo e modo per metterci mano. ByteDance, madre della piattaforma, non potrà detenere oltre il 20%, dovrà cedere il pieno controllo dell’algoritmo e non potrà avere relazioni con la sua app.
Come e quando far partire il fondo di Trump restano due punti domanda ancora da sciogliere. Come scrive Reuters, i due dipartimenti incaricati hanno 90 giorni di tempo per strutturare il fondo, con il segretario al Tesoro Scott Bessent che ha dato un orizzonte di 12 mesi prima della sua nascita. Il fondo dovrà includere meccanismi di finanziamento e strategie di investimento, oltre a una struttura e un modello di governance. Ad ogni modo, niente avverrà in tempi brevi. C’è poi da chiarire in che modo verrebbero racimolati i miliardi di dollari che servono per TikTok.
C’è poi un altro problema, sottolineato dalla Cnn. Nel momento in cui il governo statunitense acquisisse la piattaforma, si manifesterebbe il solito dilemma legato al Primo Emendamento secondo cui il governo può governare la libertà di espressione ma fino a un certo punto. Quindi si andrebbe a replicare una situazione capovolta a quella attuale: se oggi è la Cina a detenere i fili di TikTok, domani sarebbero i singoli utenti. Qualora invece si riuscisse a trovare una soluzione, si ritornerebbe al punto di partenza: quanti utenti rimarrebbero su un’applicazione controllata dal governo?