A partire da lunedì a Washington Regno Unito, Francia e altri Paesi europei presenteranno un nuovo piano operativo che prevede l’invio di nuovi armamenti di difesa aerea e terrestre all’Ucraina nonché – in caso di cessate il fuoco – la mobilitazione di migliaia di truppe di peacekeeping per garantire a Kyiv una adeguata protezione militare per difendersi dalla Russia
In un tweet il generale Keith Kellog – inviato speciale degli Usa per l’ Ucraina – ha definito Vladimir Zelensky “coraggioso e combattente leader che difende la sua nazione” .
Perché il presidente ucraino non sarebbe più il “comico” di cui ha parlato due giorni fa Donald Trump?
Il bastone e la carota sono in realtà due facce della stessa medaglia. Da settimane è in atto una pesantissima pressione di Washington su Kyiv perché firmi l’accordo sulle terre rare e le risorse minerarie pregiate senza ricevere in cambio dagli Stati Uniti garanzie sulla sicurezza in grado di contrastare con efficacia le minacce della Russia.
Perché la Casa Bianca ha tutta questa fretta e sta cercando ad ogni costo di imporre all’Ucraina durante questo weekend la firma dell’accordo prima dell’inizio della prossima settimana?
A partire da lunedì a Washington Regno Unito, Francia e altri Paesi europei presenteranno un nuovo piano operativo che prevede l’invio di nuovi armamenti di difesa aerea e terrestre all’Ucraina nonché – in caso di cessate il fuoco – la mobilitazione di migliaia di truppe di peacekeeping per garantire a Kyiv una adeguata protezione militare per difendersi dalla Russia.
In questo drammatico passaggio Giorgia Meloni e l’Italia intera hanno di fronte una grande responsabilità.
Nei prossimi giorni la presidente del Consiglio potrebbe visitare Kyiv nel terzo anniversario dell’ invasione o almeno chiamare Zelensky per assicurarlo che l’Italia manterrà le solenni promesse al popolo ucraino.
Le iniziative che la premier può assumere in queste ore sono molteplici. L’importante è continuare (ignorando le posizioni di Matteo Salvini) con grande determinazione il sostegno politico e militare all’Ucraina anche perché il primo interesse nazionale è tutelare la reputazione, la credibilità e l’onorabilità dell’Italia in Europa e nel mondo.