“Il vertice di Parigi? Direi che è un po’ strumentale questa reazione francese che tenta sempre di cogliere l’opportunità per ergersi a numero uno di un’autonomia europea e non troppo dipendente dagli Stati Uniti. L’America vuole tornare a essere impero, costringendo Russia e Cina a diventare da potere globale a potere regionale”. Conversazione con l’analista e docente universitario, Carlo Pelanda
Le parole di JD Vance sull’Ue? Più o meno le stesse di Mario Draghi, ma con meno grammatica diplomatica. Lo dice a Formiche.net Carlo Pelanda, uno dei più autorevoli analisti italiani, oltre che docente e saggista, autore de L’Italia globale per Rubbettino, che spiega come Stati Uniti e Unione Europea resteranno sulla stessa lunghezza d’onda. Secondo molti ambienti americani, anche democratici, la tesi è che gli europei si mostrano un po’ dilettanti, a parte Meloni e Rutte.
Usa e Ue parlano ancora la stessa lingua? Anche Mario Draghi ha detto che su questa strada l’Ue non ha futuro…
Usa e Ue parleranno sempre la stessa lingua. Le parole di Vance sono le stesse di Draghi, solo che il vicepresidente americano è nuovo in quella posizione e quindi non ha avuto un’istruzione diplomatica, però nella sostanza non ha detto cose scandalose. Il problema Vance, così come emerso negli ultimi due giorni, è stata più una scusa in particolare da parte della Francia e della Germania per creare un’opposizione all’America. Ma nella realtà delle cose, almeno per quello che vedo io, l’America negozia l’affare bilaterale con la Russia senza includere gli europei perché la Russia ha preteso questa condizione per parlare. Cosa che non dispiace a Trump: è una precondizione per poter iniziare a discutere.
Il vertice di Parigi è utile?
Direi che è un po’ strumentale questa reazione francese che tenta sempre di cogliere l’opportunità per ergersi a numero uno di un’autonomia europea e non troppo dipendente dagli Stati Uniti. In molti ambienti americani, anche democratici, la tesi è che gli europei si mostrano un po’ dilettanti, a parte Giorgia Meloni e Mark Rutte. Secondo me semplicemente c’è in piedi quell’antico progetto francese della Francia che da sempre cerca una divergenza, non totale ma parziale, con gli Stati Uniti per cercare di ergersi a primo potere nucleare. Per cui penso che questo sia un momento abbastanza incerto, ma ritengo che poi le posizioni si chiariranno.
Il vecchio ordine (in Europa e nel mondo) si sta attualmente disintegrando? Ed eventualmente verso quale direzione andrà?
L’America vuole tornare ad essere impero, costringendo Russia e Cina a diventare da potere globale a potere regionale. Per fare questo ha bisogno che la Russia in qualche modo accetti una minore dipendenza della Cina: è un cambiamento questo? Beh, no, non è un cambiamento rispetto alle politiche dal 2014 in poi. È un cambiamento dai tempi in cui l’America pensava di poter in qualche modo condizionare la Cina, costruire un precursore di un’alleanza G2. Però nel 2012 l’ascesa al potere da parte di Xi Jinping ha cancellato questa opzione. Infatti Obama stesso, per esempio, generò nel febbraio 2013 l’idea di due mercati america-centrici che escludessero la Cina e la Russia. In seguito l’America ha fatto fatica a dichiarare la Cina come nemico, ma nel 2017 lo ha fatto e da allora sta agendo conseguentemente. Non c’è bisogno della Russia per circondare totalmente la Cina e condizionarla. Questo non vuol dire fare guerra, ma dire alla Cina di non esagerare sul piano globale. Con la Russia è più facile perché non ce la fa da sola a influenzare il piano globale, è troppo debole. Nel negoziato cerca di usare quel po’ che le resta, ovvero 5000 testate nucleari e un po’ di presenza mercenaria in Africa. Guardando a tutto ciò non c’è negli Usa una così marcata discontinuità con le politiche passate, ma solo un’azione molto forte per interrompere la cosiddetta decadenza percepita negli Stati Uniti.
Il primo ministro britannico Keir Starmer è diventato il primo leader europeo a dichiarare di essere pronto a inviare truppe di mantenimento della pace in Ucraina: è il primo effetto delle parole di Trump?
Il Regno Unito ha un interesse molto forte ad essere protettore degli Stati baltici e dell’estremo est europeo. Quindi che ci siano i conservatori o i socialdemocratici al potere nel Regno Unito questa resta la grande strategia britannica. Una posizione che è nata come contenimento dell’influenza della Germania nell’est e nel nord Europa, e rappresenta la base di ragionamento per gli strateghi inglesi che inoltre in questo momento nutrono anche l’interesse ad una convergenza con l’Unione Europea, al fine di ottenere una riconnessione tra Regno Unito e Unione Europea attraverso un trattato di libero scambio.
Perché non invitare l’Ue in Arabia?
Si tratta di un accordo negoziale tra Russia e America, dove Mosca ha detto di voler parlare solo con Washington. Poiché Trump non è molto favorevole all’Unione Europea, in quanto preferisce trattare con le singole nazioni, ha accettato senza grossi problemi questa richiesta russa. Però è la Russia che ha detto di non volere al tavolo gli europei, non gli Usa.