La neonata commissione Sant del Parlamento europeo ha avviato i lavori con un focus sulle sfide della sanità pubblica, dalla resilienza post-Covid alla cybersecurity negli ospedali. L’Oms avverte: i sistemi sanitari europei restano fragili e vulnerabili alle crisi future
La commissione per la Salute pubblica (Sant) del Parlamento europeo ha avviato ieri la sua prima sessione di lavori dopo la fase costitutiva. Ad aprire la due giorni, lo scambio di vedute con Hans Kluge, direttore regionale per l’Europa dell’Oms, che ha sottolineato il valore strategico della neonata commissione. “Un vero traguardo, che segnala l’importanza della salute pubblica nell’agenda dell’Unione europea in un momento in cui le sfide che ci attendono sono più grandi che mai”, ha dichiarato il direttore. I lavori sono proseguiti con un vis-a-vis con la Commissione europea sul piano d’azione per la cybersecurity negli ospedali e nei servizi sanitari. Oggi, Izabela Leszczyna, ministra della Salute di Varsavia, ha presentato le priorità della presidenza polacca del Consiglio dell’Ue – iniziata il primo gennaio – in materia di sanità pubblica, delineando gli obiettivi chiave per i mesi a venire.
UE E OMS: LE FRAGILITÀ POST-COVID
Nel suo intervento, il direttore regionale dell’Oms ha affrontato il tema del post-Covid, lanciando un monito sulle persistenti fragilità del settore: “Dopo cinque anni, non posso dire che un solo sistema sanitario in questa regione si sia completamente ripreso, né che siano pronti per le gravi sfide sanitarie che ci attendono”. Un quadro che impone una riflessione urgente sulle strategie da adottare per rafforzare la resilienza dei sistemi sanitari europei di fronte a crisi future. Le sfide da affrontare sono molteplici: l’invecchiamento della popolazione, l’aumento delle malattie croniche, il rafforzamento dell’assistenza sanitaria primaria, la sicurezza sanitaria e la gestione delle malattie transfrontaliere. Ma non solo. È stato messo l’accento anche sul ruolo della disinformazione come pericolo concreto per la salute pubblica. “La domanda è: siamo pronti?”, ha chiesto il direttore, sollecitando un’azione coordinata. Ieri, Kluge ha incontrato anche Simon Mordue, vicesegretario generale del Servizio europeo per l’azione esterna, che ha ribadito il supporto europeo all’agenzia Onu. “L’Ue rimane pienamente impegnata nei confronti dell’Oms, un pilastro della cooperazione sanitaria internazionale, e sostiene i suoi sforzi per migliorare l’efficienza e la responsabilità”, ha scritto su X.
SICUREZZA SANITARIA
La presidenza polacca, sotto il motto “Sicurezza, Europa!” intende rilanciare la cooperazione tra gli Stati membri per garantire la sicurezza dell’Unione a trecentosessanta gradi. In ambito sanitario, la presidenza mira a includere nella strategia europea sulla cybersecurity non solo la protezione delle strutture sanitarie, ma anche la sicurezza dei dispositivi medici, sempre più centrali nell’assistenza ai pazienti e nella gestione dei dati sanitari.
UN ACTION PLAN PER LA CYBERSECURITY DEGLI OSPEDALI
Marco Marsella, direttore presso la Direzione generale della Salute e della sicurezza alimentare (Sante), ha evidenziato la vulnerabilità del settore sanitario agli attacchi informatici: “Il settore sanitario ha costantemente registrato più incidenti di cybersicurezza rispetto a qualsiasi altro settore critico”. I rappresentanti della Commissione hanno presentato i contenuti dell’Action plan on the cybersecurity of hospitals and healthcare providers, pubblicato a inizio anno, che prevede una serie di misure per proteggere le strutture sanitarie dalle minacce informatiche. Tra queste, la creazione di un centro dedicato all’interno dell’Agenzia dell’Unione europea per la cybersicurezza (Enisa) e l’utilizzo della Cyber diplomacy toolbox, un meccanismo di coordinamento dell’Ue per dichiarazioni diplomatiche e sanzioni volte a salvaguardare i sistemi sanitari europei. Tuttavia, restano da chiarire le strategie di finanziamento del piano. Questione sollevata da vari componenti della commissione, superando le tradizionali divisioni politiche all’interno del Parlamento.