L’operazione da quasi 23 miliardi che ha tolto dalle mani dei cinesi una delle infrastrutture più strategiche al mondo rappresenta un gioco di sponda tra fondi e Casa Bianca vincente. Ma non solo
Sono bastate poche settimane a rimodellare a immagine e somiglianza degli Stati Uniti il business delle spedizioni globali via mare. Tutto è partito dal Canale di Panama, che insieme a Suez, è uno dei fulcri del commercio marittimo mondiale. Blackrock, uno dei più grandi fondi al mondo e l’armatore italiano Gianluigi Aponte hanno comprato dalla cinese CK Hutchison la maggioranza dei porti su entrambi i lati del Canale di Panama. L’operazione, che vale 22,8 miliardi di dollari, porterà i porti chiave sotto la proprietà aziendale americana.
L’accordo, ha fatto notare il Wall street journal, è stato raggiunto in appena un mese, un lasso di tempo insolitamente rapido per un’operazione di questa portata. Lo stesso BlackRock, gestore patrimoniale più grande al mondo, sembra voler tornare nelle grazie dei repubblicani e il recente acquisto dei due porti situati sulle due sponde del Canale di Panama potrebbe essere un passo in questa direzione. L’accordo da 22,8 miliardi di dollari con l’azienda di Hong Kong CK Hutchison ha infatti messo sotto una rinnovata buona luce l’asset manager, ricevendo il plauso dello stesso presidente Donald Trump e di alcuni esponenti repubblicani.
Il capo della Casa Bianca ha salutato l’operazione Aponte-BlackRock come un successo degli Stati Uniti e il primo passo verso quel recupero del Canale che la sua amministrazione si è impegnata a compiere, per contrastare l’egemonia della Cina. Aperto nel 1914, il Canale di Panama era infatti sotto diretto controllo americano fino al 1999, quando gli Stati Uniti lo hanno restituito al governo panamense. Da allora continua ad essere un’arteria vitale per il commercio a stelle strisce: tre quarti delle navi che vi transitano (oltre 12 mila solo lo scorso anno) provengono o sono destinate agli Stati Uniti.
Guardando più da vicino, l’acquisto dell’infrastruttura portuale di Panama, rappresenta una vittoria ancora più grande per BlackRock e il suo amministratore delegato, Larry Fink, che negli ultimi anni, scrive il quotidiano americano, è stato preso di mira dai critici conservatori per i suoi investimenti incentrati sul clima e per le politiche di diversità.
Ora però il blitz su Panama sembra suggerire i presupposti di una nuova crescita degli Stati Uniti sui mari e sul commercio via nave. E anche una saldatura abbastanza solida tra amministrazione repubblicana e BlackRock. Nei giorni precedenti la finalizzazione dell’accordo, infatti, Fink ha avuto delle telefonate con Trump, il segretario di Stato Marco Rubio, il segretario del Tesoro Scott Bessent e il consigliere per la sicurezza nazionale Michael Waltz, ottenendo infine la benedizione della stessa amministrazione.