La Procura di Milano ha avviato un’indagine per spionaggio politico o militare aggravato dal terrorismo, a seguito dei ripetuti sorvoli di un drone di fabbricazione russa nei pressi della sede del Joint Research Centre a Ispra, in provincia di Varese. L’obiettivo è prevenire tentativi di spionaggio di obiettivi sensibili a livello nazionale ed europeo
La Procura di Milano ha aperto un fascicolo per spionaggio politico o militare (articolo 257 del Codice penale) aggravato dalla finalità del terrorismo in riferimento a condotte che, “per la loro natura o contesto, possono arrecare grave danno ad un Paese” dopo la notizia che un drone di fabbricazione russa avrebbe sorvolato più volte a marzo la sede del Joint Research Centre della Commissione europea a Ispra sul Lago Maggiore. L’obiettivo principale delle indagini è di fugare qualsiasi sospetto che alla base di questa vicenda possano esserci tentativi di spionaggio di obiettivi sensibili coperti da vincoli di sicurezza nazionale ed europea.
La zona è classificata come “no fly zone” dall’Enac. Inoltre, a pochi chilometri si trovano anche gli stabilimenti di Leonardo, azienda dell’aerospazio cruciale per la difesa, e il Nato Rapid Deployable Corps che ha il suo quartier generale a Solbiate Olona (Varese). Al lavoro il pool dell’antiterrorismo, insieme a personale del Ros dei Carabinieri. Secondo quanto apprende il Corriere della Sera, si ipotizza che il drone non provenisse direttamente dalla Russia, ma che fosse manovrato da una zona vicina al centro di ricerca.
Intanto, il Copasir sarebbe orientato ad acquisire maggiori elementi prima di disporre ulteriori approfondimenti. Non si esclude che la questione possa già essere stata affrontata in maniera preliminare al Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica, che si è tenuto venerdì scorso e al quale ha partecipato come da prassi anche Matteo Piantedosi, il cui ministero ha la competenza riguardo alla protezione delle infrastrutture critiche sul suolo nazionale. Intanto, diversi partiti hanno annunciato interrogazioni parlamentari a cominciare da Forza Italia, che pretende “chiarezza”, affinché “si sappia nel dettaglio cosa sia successo”, visto che “il tema della sicurezza nazionale è un elemento essenziale da preservare rispetto ad influenze straniere, in un momento particolare come questo a livello internazionale”. A chiedere in tutte le sedi istituzionali preposte e competenti “informazioni specifiche, a tutela della sicurezza nazionale e delle produzioni strategiche italiane” è anche Italia Viva.
Ad occuparsi dell’inchiesta, con il procuratore Marcello Viola, sono l’aggiunto Eugenio Fusco e il pubblico ministero Alessandro Gobbis. Quest’ultimo nelle scorse settimane ha chiesto il rinvio a giudizio per due imprenditori di 34 e 60 anni, titolari di una società immobiliare in Brianza, che si sarebbero messi a disposizione, anche in cambio di criptovalute, per una presunta attività di “spionaggio” per l’intelligence russa. Al momento non risultano collegamenti tra questo procedimento e i presunti sorvoli del drone di sospetta origine russa nella zona di Ispra. Ma saranno effettuate verifiche. Ciò che potrebbe unire le due vicende è l’interesse a mappare zone strategiche nel Nord Italia.
(Foto: Unione europea)