Al Bundestag il primo successo politico del futuro cancelliere. Cade il muro di contenimento alla spesa federale, per sbloccare fino a mille miliardi di budget per Difesa e infrastrutture. Ma Berlino potrebbe spendere anche di più
La Germania chiude i conti con una storia ultra-decennale fatta di rigore sui conti pubblici e austerity, profetizzata prima in patria e poi predicata a tutta l’Europa. Il primo, vero, colpo del non ancora cancelliere Friedrich Merz è il sì del Bundestag alla norma che manda in soffitta il cosiddetto freno al debito e spiana la strada a un aumento del deficit federale, con l’obiettivo di finanziare il maxi piano di spesa da 500 miliardi (mille, se si considerano i fondi sbloccati per le infrastrutture) destinato al riarmo della Germania.
Sono stati 513 i voti favorevoli e 207 i contrari ad abbattere il cosiddetto Schuldenbremse, come viene chiamato in patria, vincolo introdotto dall’allora cancelliera Angela Merkel nel 2009. La clausola impediva al debito tedesco di salire oltre lo 0,35% all’anno. Un contenimento della spesa pubblica non più attuale, secondo il prossimo cancelliere Merz, con le nuove sfide geopolitiche, a cominciare dalla necessità di aumentare i budget militari, nell’eventualità di un disimpegno americano in Europa e in Ucraina. Per far passare la riforma era necessaria la maggioranza dei due terzi, numeri raggiunti grazie al patto tra Cdu/Csu, Spd e Verdi, Ora, per l’entrata in vigore manca l’ultimo passaggio dal Bundesrat, la camera degli Stati.
“Ci troviamo di fronte a una delle più grandi, se non la più grande, sfida politica di sicurezza nella storia del nostro Paese”, aveva chiarito, nel corso del dibattito al parlamento tedesco il ministro della Difesa ed esponente dell’Spd, Boris Pistorius. Parole che erano risuonate come un monito a non tirarsi indietro, dinnanzi alla necessità di un riarmo. “Chiunque esiti, chi manchi di coraggio, chi pensi che possiamo permetterci questo dibattito per mesi a venire, sta negando la realtà”, ha aggiunto il ministro, spiegando che “la situazione di minaccia ha la precedenza sulla situazione finanziaria: la Russia è di gran lunga la minaccia più grande per l’Europa”.
Va detto che la Germania ha una potenza di fuoco impressionante in termini di spazio di manovra sui conti. Oggi Berlino ha un rapporto tra debito e Pil pari al 63%, meno della metà rispetto all’Italia. Questo vuol dire che il governo tedesco potrebbe arrivare benissimo oltre l’80%, arrivando a un budget nominale di extra spesa pari a 2.000 miliardi. Da un punto di vista politico, è stato lo stesso Merz a chiarire il senso dello storico voto. “La Germania non è riuscita a riconoscere la natura precaria della sicurezza europea negli ultimi anni e che deve agire ora. Per almeno un decennio abbiamo avvertito un falso senso di sicurezza”. Ora la svolta è servita.