Skip to main content

Perché l’industria del riciclo è strategica per la decarbonizzazione

Su iniziativa della Global Recycling Foundation si celebra oggi la Giornata mondiale del riciclo, per sensibilizzare i cittadini sull’importanza del riciclo e dell’uso delle risorse, promuovendo pratiche che riducono l’utilizzo di energia, migliorano la qualità dell’acqua e dell’aria e contrastano il cambiamento climatico. “Trasformare i rifiuti in risorse e rafforzare la leadership dell’Italia nell’economia circolare è il nostro obiettivo. Per riuscirci è fondamentale l’impegno di tutti”, commenta Vannia Gava, viceministro del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica

L’industria italiana del riciclo costituisce, da alcuni anni, un’eccellenza nel contesto europeo. Secondo gli ultimi dati, il tasso di circolarità dei materiali in Italia (18,7%) si conferma su valori superiori a quelli di Germania e Spagna, poco al di sotto di quello della Francia. Il riciclo dei rifiuti di imballaggio continua su performance da primato, superando il 75% e anticipando di alcuni anni il raggiungimento degli obiettivi europei del 65% al 2025 e del 70% al 2030. Il settore dell’economia circolare rappresenta un importante volano per tutta l’economia italiana: il valore aggiunto del settore si attesta al 2,5% del Pil. Un dato più alto della media europea che trova conferma anche sul fronte dell’occupazione: nel nostro Paese lavorano circa 613 mila persone a tempo indeterminato, il 2,4% degli occupati.

Sono questi alcuni dati che emergano nella Giornata mondiale del riciclo che si celebra, ogni anno, il 18 marzo, su iniziativa della Global Recycling Foundation per sensibilizzare i cittadini sull’importanza del riciclo e dell’uso delle risorse, promuovendo pratiche che riducono l’utilizzo di energia, migliorano la qualità dell’acqua e dell’aria e contrastano il cambiamento climatico.

Nel 2023, nell’Unione a 27 Stati, il tasso di utilizzo circolare della materia è stato dell’11,8%. In Italia ha raggiunto il 20,8% (di ben nove punti percentuali al di sopra della media europea), la migliore performance tra i principali Paesi europei, prima di Francia (17,6%), Germania (13,9%) e Spagna (8,5%). Seconda solo dietro ai Paesi Bassi che hanno fatto registrare un valore del 30,6%. L’Italia, inoltre, è leader nel riciclo dei rifiuti speciali, con una percentuale di poco superiore al 72%. Qualche problema si registra nella raccolta dei rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (Raee) ferma al 30%, lontana dal target europeo del 65% al 2019. Questi rifiuti, tra l’altro, sono vere e proprie miniere urbane per le materie prime critiche, così importanti per settori industriali strategici. Lo ha stabilito, incrementando la quota di riciclo al 2030, il Critical Raw Materials Act, entrato in vigore nel maggio 2024.

Ma sono gli imballaggi la punta di diamante dell’industria del riciclo del nostro Paese. Come ricorda una nota del Conai, per il 2025 la percentuale di riciclo di questi materiali dovrebbe assestarsi intorno al 75,2%, con volumi in costante crescita: da 10 milioni 470 mila tonnellate nel 2023 a 10 milioni 810 mila tonnellate a fine anno. Nel dettaglio , si prevede il riciclo di oltre l’85% per gli imballaggi in carta e cartone; oltre l’80% per quelli in acciaio; il 70% per quelli in alluminio; quasi il 64% di quelli in legno: circa il 51% degli imballaggi in plastica e il 58,5% di quelli in bioplastica e l’81% di quelli in vetro. Tutte le filiere dei materiali avranno così superato i rispettivi obiettivi di riciclo minimo chiesti dall’Europa al 2025.

“Nonostante le sfide economiche globali – ha commentato Ignazio Capuano, presidente del Conai – l’Italia continua a dimostrare resilienza. L’industria del riciclo sta beneficiando di questo contesto con una crescita continua: i dati ci mostrano che stiamo andando nella direzione giusta. Possiamo affrontare i prossimi anni con cauto ottimismo, ma anche con la consapevolezza che nuove sfide sono all’orizzonte: dagli obiettivi legati alla Single Use Plastic alla messa in atto del Regolamento Imballaggi, senza dimenticare l’importanza di lavorare con gli Enti Locale per aumentare quantità e qualità delle raccolte differenziate”.

Le istituzioni comunitarie stanno dimostrando la volontà di incidere maggiormente su tutto quanto ruota intorno all’economia circolare e al mondo del riciclo. Gli interventi sono molteplici e trasversali. Dal Regolamento sugli imballaggi all’aggiornamento della Direttiva quadro sui rifiuti e alla maggiore strategicità attribuita alle materie prime critiche; dagli interventi normativi sulla spedizione dei rifiuti alla progettazione ecosostenibile dei prodotti; dal rilancio della filiera dei Rifiuti delle Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (Raee) ai materiali da costruzione e i veicoli fuori uso fino alla migliore riutilizzabilità e riciclabilità degli imballaggi. Tuttavia, affinchè tali iniziative possano realmente incidere, è importante che venga attribuita al riciclo una attenzione almeno pari a quella riservata alla riduzione delle emissioni di gas climalteranti con il Green Deal.

A livello nazionale, il principale strumento a sostegno del comparto è la Strategia Nazionale per l’Economia Circolare (Snec), riforma prevista dal Pnrr, la cui attuazione è in corso. Nell’ultimo anno i principali progressi hanno interessato alcuni strumenti normativi, quali l’End of Waste (EoW) e i Criteri Minimi Ambientali (Cam). È fondamentale che la tabella di marcia venga rispettata. A partire dalla celere adozione dell’ End of Waste sui rifiuti tessili, sulla scia della spinta comunitaria della Direttiva Quadro.

La risposta alle sfide alle quali l’industria del riciclo è chiamata a rispondere è contenuta nell’”Agenda 2030 per il Riciclo” che delinea il piano di transizione verso un’economia circolare matura, avanzando alcune proposte per valorizzare l’industria nazionale di questo settore, a partire da una maggiore integrazione nel mercato unico europeo. L’Agenda prevede azioni specifiche, come il completamento del mercato unico per i prodotti riciclati; il riconoscimento del contributo che il riciclo dà alla decarbonizzazione; il rafforzamento delle attività complementari al riciclo; l’adeguamento normativo e amministrativo delle regole di settore.

Acclarati i benefici ambientali del recupero di materia, grazie alle minori emissioni rispetto alla produzione di beni con materiali vergini, occorre prevedere l’adozione di strumenti economici incentivanti. Per rafforzare il mercato unico dei beni riciclati occorre armonizzare la disciplina giuridica e le procedure burocratiche tra i diversi Paesi dell’Unione europea. Il riconoscimento economico del contributo del riciclo alla decarbonizzazione dovrebbe garantire la continuità ai processi di recupero di materia. In tal senso, è più che mai impellente avviare un’iniziativa nazionale in coordinamento con la Commissione europea.

Abbiamo chiesto un commento su questa giornata al viceministro del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Vannia Gava. “Oggi, nella Giornata Mondiale del Riciclo, ci ha detto la Gava, ribadiamo l’importanza di un uso più consapevole delle risorse e della transizione verso un’economia sempre più circolare. Il Ministero dell’Ambiente è impegnato a rendere il sistema del riciclo più efficiente e accessibile attraverso il potenziamento della raccolta, la semplificazione normativa e il supporto alle filiere del recupero”. “Trasformare i rifiuti in risorse, ha concluso Vannia Gava, e rafforzare la leadership dell’Italia nell’economia circolare è il nostro obiettivo. Per riuscirci è fondamentale l’impegno di tutti”.


×

Iscriviti alla newsletter