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Missioni internazionali, quali impieghi per i militari nel 2025. L’audizione di Iannucci

Il generale Iannucci, comandante del Comando operativo di vertice interforze, ha illustrato alla Camera gli impieghi operativi all’estero delle Forze armate italiane nel 2025. L’Italia sta rafforzando la sua presenza in vari scenari strategici, come in Lettonia, Bulgaria e Lituania, dove partecipa a missioni Nato. Inoltre, il Paese continua a supportare l’Ucraina con corsi di addestramento e contribuisce a missioni di sicurezza nel Mediterraneo, nel Sahel e nel Corno d’Africa

L’Italia sta rafforzando il proprio impegno militare in diversi scenari strategici internazionali, con nuovi schieramenti e iniziative operative mirate a garantire la sicurezza e la stabilità nelle aree di interesse. Nel corso di un’audizione alla Camera, il generale Giovanni Maria Iannucci, comandante del Comando operativo di vertice interforze (Covi), ha presentato la Relazione analitica sulle missioni internazionali attualmente in corso e ha illustrato gli ulteriori impegni internazionali che vedranno la partecipazione dell’Italia nel 2025.

Sul fianco orientale dell’Europa, il nostro Paese continua a ricoprire un ruolo di primo piano nella strategia della Nato. In Lettonia, il contingente italiano di circa 300 unità rimane parte di un’unità multinazionale a guida canadese, mentre in Bulgaria l’Italia mantiene il comando del battlegroup multinazionale con circa 750 militari. Per quest’ultima missione sono in corso predisposizioni per l’elevazione a livello di brigata, in linea con le richieste dell’Alleanza. Inoltre, 260 militari italiani sono attualmente impegnati nel battlegroup in Ungheria, sotto comando ungherese.

Un elemento chiave delle operazioni italiane è il contributo alla difesa antimissile e antiaerea della Nato. Il sistema Samp/T è stato recentemente schierato in Lituania per la protezione dello spazio aereo, in concomitanza con la presenza della nostra componente aerea.

Sempre sul Fianco Est, l’Italia è impegnata nelle operazioni di sorveglianza e protezione dello spazio aereo alleato. Nel 2025 sono previsti schieramenti a rotazione in Lituania, Romania ed Estonia, ciascuno con circa 200 militari e quattro velivoli da combattimento, tra Eurofighter e F-35. Queste attività hanno già portato a numerosi interventi operativi: nel 2024 sono stati registrati 84 scramble, con altri 15 nei primi mesi del 2025.

Inoltre, l’Italia continua a sostenere l’Ucraina con programmi di addestramento per le forze armate ucraine. Nel 2024 sono stati organizzati 56 corsi, formando oltre 2.000 soldati ucraini, sia in Italia che in altre nazioni europee come Belgio, Germania e Polonia.

Nel Mediterraneo, considerato di prioritario interesse strategico, il nostro Paese continua a essere protagonista con un ampio dispositivo aeronavale nell’ambito della missione “Mediterraneo Sicuro”. L’Italia partecipa all’operazione Ue Irini, alla sorveglianza navale Nato con l’operazione Sea Guardian e al dispositivo Standing Naval Forces della Nato, con un impiego massimo di 1.800 militari. Inoltre, prosegue il supporto ai Paesi della fascia nordafricana, con iniziative di addestramento e capacity building in Libia e con la prossima attivazione della missione Mibit in Tunisia.

Nel Mediterraneo orientale, l’impegno in Libano con la missione Unifil e la missione bilaterale Mibil si è ulteriormente rafforzato con la creazione del Military-Technical Committee for Lebanon (MTC4L), un’iniziativa che coinvolge sette nazioni per sostenere le Forze armate libanesi con donazioni di materiali e formazione specialistica.

Sul fronte umanitario, l’Italia ha giocato un ruolo chiave nell’operazione Levante, contribuendo con trasporti di beni di prima necessità, supporto sanitario e operazioni di evacuazione di civili. Nell’ambito dell’iniziativa “Un ponte per Gaza”, l’Italia ha impiegato due elicotteri NH90 per missioni di soccorso nella Striscia di Gaza.

Nel Sahel, il nostro Paese è l’unico tra le nazioni occidentali a mantenere una presenza militare attiva in Niger con la missione Misin, fondamentale per il contrasto ai traffici illeciti e alla destabilizzazione dell’area. Il massimo impiego previsto in questa regione è di 700 militari. Inoltre, continua la missione di sicurezza marittima nel Golfo di Guinea con l’operazione Gabinia.

Nel Corno d’Africa, l’Italia mantiene il comando della missione europea Eutm Somalia, fornendo addestramento alle Forze armate locali. A Djibouti prosegue la missione Miadit Somalia, mentre la base Bimis si conferma come un hub logistico strategico per tutte le operazioni regionali. In questo contesto, la partecipazione all’operazione Atalanta resta essenziale per il contrasto alla pirateria nell’Oceano Indiano e nel Mar Rosso.

Infine, l’Italia ha recentemente intensificato la propria presenza navale nel Mar Rosso con la partecipazione all’operazione Aspides, volta a garantire la sicurezza della navigazione in un’area strategica resa sempre più instabile dalle minacce poste dalla milizia degli Houthi.

 


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