L’Italia non persegue un riarmo indiscriminato, ma registra le mutate esigenze securitarie derivanti dalle attuali dinamiche geopolitiche che implicano minacce per la sicurezza nazionale. Questa la linea ribadita da Crosetto davanti alle commissioni Esteri e Difesa della Camera mentre il dibattito sulle spese militari continua a dominare la scena politica. Secondo il ministro l’obiettivo rimane quello di costruire una difesa efficiente, che rispetti gli impegni costituzionali e garantisca la sicurezza dell’Italia e dell’Europa
Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha ribadito oggi in Parlamento che l’Italia non sta perseguendo una politica di riarmo, ma sta lavorando per costruire una difesa adeguata alle sfide globali. In un intervento alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato, Crosetto ha sottolineato come la crescente instabilità internazionale imponga un cambiamento radicale rispetto al passato, dove i tagli agli investimenti nel settore della difesa erano la norma.
“La priorità dell’Italia non è riarmarsi, ma dotarsi di una difesa adeguata, in grado di rispondere alle minacce attuali”, ha dichiarato il ministro, rispondendo così a chi lo accusa di spingere per un incremento della spesa militare. “L’obiettivo è costruire una difesa efficiente, che rispetti gli impegni costituzionali e giuridici del nostro Paese”, ha proseguito Crosetto, spiegando che il disarmo globale, pur rimanendo un obiettivo ideale, non può prescindere dalla realtà geopolitica.
La riflessione di Crosetto si concentra principalmente sul mutamento di contesto rispetto alla fine della Guerra fredda. Dopo la caduta del Muro di Berlino, l’Europa ha ridotto sensibilmente le risorse destinate alla difesa, convinta che la minaccia fosse ormai superata. Tuttavia, il ministro ha avvertito che, con il riemergere di nuovi conflitti e tensioni – dalla guerra in Ucraina alla crescente influenza della Russia e della Cina nel Sud Globale – l’Italia deve ripensare radicalmente la propria strategia difensiva.
“Se l’Italia venisse attaccata domani, sarebbe in grado di difendersi?”, ha incalzato il ministro. “Se la risposta è no, allora bisogna agire. Non possiamo più rimandare il rafforzamento della nostra difesa”.
Il ministro ha anche richiamato l’attenzione sugli effetti della guerra in Ucraina e sul ruolo di leadership che l’Italia e l’Europa devono assumere per offrire credibili garanzie di sicurezza a Kyiv. Sotto questo aspetto, Crosetto ha ribadito che l’Italia esclude l’invio di soldati in Ucraina se non sotto preciso mandato del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.
Secondo il ministro della Difesa non si tratta di un impegno bellico, ma di una scelta strategica per mantenere l’equilibrio internazionale. In questa ottica, e sempre tenendo a mente il quadro più ampio, Crosetto ha ribadito la necessità di un dialogo proficuo tra Europa e Stati Uniti. “L’Europa deve parlare con una sola voce e assumersi la responsabilità della propria difesa”, ha sottolineato, insistendo che non si tratta solo di sostenere l’Ucraina, ma di prepararsi a nuovi scenari che potrebbero coinvolgere direttamente gli Stati membri dell’Ue.
Sul piano interno, Crosetto ha indicato che nei prossimi mesi il governo italiano dovrà impegnarsi per accelerare gli investimenti nel settore, non solo per l’acquisto di nuovi armamenti, ma anche per la formazione di personale e l’adeguamento delle strutture. La necessità di potenziare le risorse rimane quindi la priorità, ma non con l’obiettivo di condurre un riarmo indiscriminato, ma piuttosto di costruire una difesa efficace e preparata a fronteggiare le minacce moderne.