Il Paese africano è considerato a tutti gli effetti un mercato in espansione, per ragioni tecniche e geopolitiche. Eni è presente da dieci anni e in partnership con Petroci sviluppa il sito Beleine e il governo italiano lo considera strategico a fronte del quadro instabile nel Sahel
L’Italia continua ad inviare segnali politici chiari all’Africa occidentale e in generale a tutto il continente, sia perché obiettivo principale di quel grande incubatore di progetti che prende il nome di Piano Mattei, sia perché il governo è desideroso di espandere il concetto di Italia globale. In questo senso va letto il rapporto armonico esistente tra Roma e Abidjan, che può distendersi in vari ambiti, dall’energia alla cooperazione, dalla formazione alla cantieristica navale. Non sfuggirà che, come osservato in varie occasioni dal governo italiano, la Costa D’Avorio è punto di riferimento oggettivo nella macro regione a fronte di un contesto generale che preoccupa alla voce Sahel.
L’energia
Italia e Costa d’Avorio in partnership hanno dato vita, tramite Eni e Petroci, a un progetto dal nome Beleine che oggi vede un aumento notevole della fornitura di gas destinata al sistema del Paese africano. La fase primaria del progetto è del dicembre scorso: oggi a distanza di tre mesi si registra un incremento dell’accesso all’energia. Il gas prodotto, fino a 70 milioni di piedi cubi al giorno, ed interamente destinato alla domanda locale, garantirà forniture affidabili per la generazione elettrica del Paese, consolidando ulteriormente il ruolo della Costa d’Avorio come hub energetico regionale. Al contempo il cane a sei zampe con 60.000 barili prodotti al giorno, di fatto triplica la produzione rispetto ai 20.000 barili della fase precedente.
Cos’è Baleine
Si tratta del primo progetto Upstream a zero emissioni in Africa, grazie ad avanzate tecnologie che consentono la riduzione dell’impronta carbonica e da una serie di iniziative mirate in sinergia con il governo ivoriano. Nello specifico vanno menzionate il programma di distribuzione di fornelli migliorati, prodotti localmente, di cui hanno già beneficiato oltre 600.000 persone in condizioni di debolezza, e il progetto di tutela e ripristino di 14 foreste classificate, contribuendo alla neutralità carbonica dell’intero progetto. In tutto verranno prodotti 150.000 barili di olio al giorno e 200 milioni di piedi cubi di gas associato. In Costa d’Avorio Eni è presente già da dieci anni con una serie di attività parallele all’energia, come la formazione, la salute e la diversificazione economica.
Energia e Piano Mattei
Il Paese africano è considerato a tutti gli effetti un mercato in espansione, per una serie di ragioni tecniche e geopolitiche. Già lo scorso autunno in occasione della prima edizione di SIREXE, il Salone Internazionale delle Risorse Estrattive ed Energetiche, Eni e governo locale avevano raggiunto un’accordo sulle ricerche in quasi 6mila chilometri quadrati per un massimo di nove anni, nei pressi del sito di Calao. Una mossa che si lega a doppia mandata agli auspici del Piano Mattei, che mesce cooperazione, investimenti e programmazione tra Italia e Africa. In Costa D’Avorio il piano studiato dal governo italiano prevede il miglioramento dell’accessibilità “dei servizi sanitari primari”.
L’asse Italia-Costa d’Avorio
Non solo energia, il rapporto tra i due Paesi si sta progressivamente allargando ad altri ambiti altrettanto strategici come la cantieristica navale. Lo scorso settembre il ministro dei Trasporti ivoriano, Amadou Koné, ha visitato i cantieri navali Siman di La Spezia e Pisa per osservare da vicino sia i siti produttivi sia le diverse lavorazioni in corso d’opera, al fine di studiare il modello italiano ed avviare future collaborazioni. In quella occasione il governo della Costa d’Avorio ha affidato alla Siman la progettazione e la costruzione di venticinque battelli catamarano. In precedenza nel mese di aprile il capo dello Stato, Sergio Mattarella, aveva visitato la Costa d’Avorio, una primizia in quell’area africana a conferma dell’attenzione italiana verso il continente nero, dopo anni di vacatio tanto italiana quanto europea che ha lasciato campo libero ai super player esterni come Russia (Wagner) e Cina.
Il presidente della Costa d’Avorio, Alassane Ouattara, gli donò le chiavi del distretto di Abidjan, un riconoscimento prestigioso in passato attribuito anche ai Presidenti francesi Emmanuel Macron e Francois Hollande. Mattarella visitò anche un impianto off shore dell’Eni e la Comunità di Sant’Egidio, due bracci operativi dell’Italia in un segmento di mondo desideroso di attenzioni non predatorie, come nelle intenzioni del Piano Mattei.