I dati su Pil e deficit comunicati dall’Istat raccontano un Paese messo molto meglio di tanti suoi colleghi illustri, inclusi i vicini di casa tedeschi. La probabile svolta sul debito in Germania dimostra che Berlino sta finalmente facendo i conti con la realtà. Il nucleare? Un’operazione sacrosanta ma che va spiegata. Intervista al presidente della Commissione Finanze, Marco Osnato
Ci sono numeri che raccontano la tenuta di un sistema Paese. E quelli raccontati dall’Istat, Pil a +0,7% nel 2024 (la stima preliminare era a +0,5%) e deficit al 3,4% dopo il disastroso 2023 (+7,2%) sono la fotografia di un’economia gravata sì, da un grosso e mostruoso debito di oltre 3 mila miliardi, ma a conti fatti sostenibile e in buona salute. Marco Osnato, presidente della Commissione Finanze della Camera in quota Fratelli d’Italia, ha pochi dubbi, come fa subito intendere a Formiche.net. “I dati sul Pil comunicati dall’Istat sono discreti, perché di gran lunga superiori a quelli diffusi da qualche agenzia, anche se al di sotto dell’asticella del governo, che aveva fissato la crescita per il 2024 all’1%”.
PIL E DEFICIT, L’ITALIA C’È
“Possiamo ritenerci soddisfatti, perché sul dato ha impattato l’automotive, che non gode di buona salute e la crisi dell’acciaio, mentre turismo e servizi vanno bene. Sul deficit, sorridiamo ancora di più: l’azione del governo seria e rigorosa sta pagando. Oggi, se noi guardiamo tutti i dati macroeconomici dell’Italia, tra i Paesi del G7 siamo quelli messi meglio. Purtroppo non riusciamo a convincere di questo le agenzie di rating, che ci farebbero risparmiare un bel po’ di tassi di interessi se solo promuovessero le nostre finanze, come avrebbero dovuto fare. Meno male che abbiamo convinto i mercati, che ci prestano denaro: aver trasmesso un messaggio rassicurante agli investitori oggi fa parte dei fondamentali dell’Italia”, spiega Osnato.
NIENTE PANICO SUI DAZI
Certo, i dazi sono in agguato, dopo che gli Stati Uniti hanno dato un primo assaggio con nuove tariffe al 25% sulle importazioni dal Vecchio Continente. Lo stesso ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, si è detto cauto nel mantenere congelate da qui ai prossimi mesi le stime sul Pil, parlando apertamente di punto interrogativo. Ma Osnato la prende decisamente morbida. “Io sono molto laico, non è che i dazi li scopriamo oggi, certamente ci sarà una negoziazione. E poi, come dice Mario Draghi, l’Europa se l’è messa un po’ da soli i dazi. Non è che siccome a qualcuno Trump non piace allora dobbiamo svegliarci di soprassalto”.
LA LEZIONE ITALIANA ALLA GERMANIA
Altra questione, la Germania. Berlino è messa male, tanto dall’aver messo in discussione il dogma del freno al debito. “I Paesi frugali hanno dimostrato una cosa: di non essere stati realisti. Speriamo lo diventino. Quanto sta succedendo in Germania dimostra esattamente questo, non c’è stato realismo e pragmaticità. E i nodi sono venuti al pettine”. E che la necessità di spendere di più, senza rimanere ostaggi dei troppi vincoli di bilancio, sia ormai un’urgenza in Europa, emerge anche dal caso del Fondo per la Difesa messo a terra dall’Europa, con una potenza di fuoco di quasi 800 miliardi. “Onestamente mi pare una gran bella operazione, era ora e speriamo si faccia al più presto”, chiarisce Osnato.
OBIETTIVO TASSE
Rientrando in Italia, dai calcoli dell’Istat salta fuori anche un aumento della pressione fiscale, che non è proprio una bella notizia. Ma anche qui, il governo è in manovra. “Stiamo lavorando al taglio dell’Irpef sul ceto medio, sono certo che troveremo le coperture e che entro poco tempo daremo una prima risposta. Questa non sarà un’operazione spot, ma qualcosa di strutturale. Grazie alla riforma fiscale e agli introiti derivanti dalla lotta all’evasione fiscale, e ai maggiori introiti resi strutturali derivanti da un rientro contributivo dovuto al crescente livello occupazionale, questa operazione a favore del ceto medio è realizzabile”.
VERSO IL NUCLEARE
Infine, un passaggio sull’energia, ovvero sul possibile ritorno del nucleare in Italia. Osnato è diretto: “È una strada dalla quale non si può prescindere, sarà compito della politica spiegare alle famiglie e le imprese la bontà di un’operazione che farà bene alle bollette e alle tasche degli italiani. E la stessa politica dovrà spiegare come oggi le condizioni di sicurezza sono di gran lunga migliori rispetto a quelle di 30 o 40 anni fa. Il terrore di una nuova Chernobyl oggi non è più giustificato”.