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La Cina tenta il tutto per tutto su Panama. Antitrust in campo

A 48 ore dalla scadenza dei termini per la cessione dei porti sul Canale a BlackRock, Pechino sguinzaglia le autorità per la concorrenza, nell’estremo tentativo di sabotare l’accordo

La Cina non molla la presa su Panama, anzi rilancia. A 48 ore dalla scadenza dei termini per la cessione dei porti del Canale al tandem BlackRock-Aponte, Pechino gioca la carta Antitrust per tentare di far saltare il banco in extremis. Un fuoco di batteria contro l’accordo tra il più grande gestore patrimoniale del mondo e il gigante industriale di Hong Kong, CK Hutchinson, aperto due settimane fa, a mezzo organi di stampa cinesi, statali e non.

Ora però, sono scese in campo le autorità del Dragone, quelle più temute, ovvero deputate alla concorrenza sui mercati. L’antitrust cinese ha dunque dichiarato che rivedrà la vendita di due porti sul Canale di Panama da parte di CK Hutchison.

La vendita, che rientra in un più grande accordo da 22,8 miliardi di dollari per 43 porti in tutto il mondo, potrà forse essere impugnata dalle autorità cinesi. Le quali si sono dette disposte a rivedere l’intesa, “in conformità con la legge per proteggere la concorrenza leale nel mercato e salvaguardare l’interesse pubblico”. Non è chiaro se i regolatori cinesi intendano rivedere l’intero accordo o limiteranno la loro attenzione ai porti di Panama.

Di sicuro, i due scali, rappresentano solo una piccola parte del valore dell’accordo, che comprende i porti in Europa, il sud-est asiatico e il Medio Oriente. D’altro canto, però, il Canale è una delle infrastrutture più importanti e strategiche al mondo, al pari di Suez, e il fatto che un’azienda di Hong Kong, dunque a tutti gli effetti in orbita cinese, controlli i due scali è per il Dragone non certo un dettaglio.

Tutto questo mentre il governo di Xi Jinping avrebbe invitato le aziende statali a sospendere i nuovi accordi con le imprese legate a Li Ka e alla sua famiglia, proprietaria del conglomerato Ck Hutchison. La direttiva sarebbe stata comunicata alle imprese statali la scorsa settimana, “per volere di alti funzionari”. Inoltre, le agenzie di regolamentazione del mercato starebbero esaminando gli investimenti della famiglia in Cina e all’estero, nel tentativo di comprendere meglio la portata dei loro affari. E il 2 aprile è sempre più vicino.

 


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