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Il futuro è dei robot? L’industria americana chiede un piano strategico

Le principali aziende americane di robotica invitano il governo a definire una strategia nazionale che preveda l’istituzione di un ufficio federale, incentivi fiscali e programmi formativi per mantenere la competitività nel settore. Questa mossa mira a contrastare la spinta cinese, oggi fortemente orientata verso l’investimento in robotica e intelligenza artificiale

Con la Cina che punta in maniera decisa all’integrazione dei robot intelligenti nelle proprie politiche nazionali, alcune aziende leader nel settore della robotica statunitense stanno insistendo sul bisogno di una strategia nazionale. L’idea è quella di istituire un ufficio federale specifico per promuovere e coordinare lo sviluppo della tecnologia robotica, mettendo a punto misure che rafforzino le imprese americane in una corsa globale per la prossima generazione di robot.

Durante un incontro a porte chiuse tenutosi a Capitol Hill, rappresentanti di realtà come Tesla, Boston Dynamics e Agility Robotics hanno illustrato i loro prodotti innovativi ai legislatori, evidenziando come politiche mirate possano aiutare gli Stati Uniti a mantenere il vantaggio nella competizione internazionale. Lo riporta l’Associated Press.

Jeff Cardenas, amministratore delegato di Apptronik, ha ricordato come gli Stati Uniti abbiano avuto in passato il vantaggio nell’introduzione dei robot industriali grazie a General Motors, vantaggio poi ceduto a Paesi come Giappone ed Europa. Secondo Cardenas, la prossima sfida nella corsa tecnologica sarà dominata dall’intelligenza artificiale, e gli Stati Uniti, pur essendo in vantaggio su questo fronte, hanno bisogno di una strategia nazionale per mantenersi al passo.

L’Association for Advancing Automation ha sottolineato che, senza un piano coordinato, gli Stati Uniti rischierebbero di perdere non solo la corsa nella robotica, ma anche quella nell’intelligenza artificiale, a vantaggio di paesi che stanno già investendo massicciamente in questi settori. Anche il deputato Raja Krishnamoorthi (democratico dell’Illinois) ha evidenziato l’importanza di preservare la tradizione d’innovazione americana, pur riconoscendo la rapidità con cui le aziende cinesi stanno crescendo.

Pechino, infatti, punta a coniugare la robotica con altre tecnologie emergenti, tra cui l’intelligenza artificiale. Il governo cinese infatti approvato un fondo di venture capital da 138 miliardi di dollari destinato a progetti innovativi in robotica, intelligenza artificiale e altre tecnologie d’avanguardia.

C’è poi il fronte produttivo. Le capacità manifatturiere risultano cruciali: mentre Tesla sta lavorando allo sviluppo di un robot umanoide con l’ambizione — secondo Elon Musk — di un giorno renderlo adatto anche all’esplorazione di Marte, sorge il problema della produzione su larga scala. La questione, come osserva Johnathan Chen, manager dell’unità Optimus Engineering di Tesla, è: “Si può creare il robot migliore, ma chi ne farà la produzione in serie?”.

Secondo Cardenas una strategia nazionale non solo incentiverebbe la produzione e l’adozione di robot, ma favorirebbe anche la formazione di una nuova generazione di ingegneri e scienziati, capaci di portare avanti l’evoluzione della robotica. Secondo lui, i robot umanoidi giocheranno un ruolo determinante sia sul piano pratico sia nel catturare l’immaginazione del pubblico.


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