Azione ha presentato la proposta di legge per contrastare ingerenze straniere e disinformazione, coinvolgendo Agcom, esperti e intelligence. Prevede misure straordinarie per proteggere il processo elettorale, sanzioni per finanziamenti illeciti e obblighi per le piattaforme digitali, con l’obiettivo di tutelare la democrazia e la fiducia dei cittadini
Carlo Calenda, leader di Azione, ha presentato ieri la sua proposta di legge ribattezza “scudo democratico”. L’obiettivo della legge, ha spiegato, è “contrastare le ingerenze straniere che si manifestano attraverso propaganda e manipolazione del dibattito democratico di un Paese. Prima di tutto attraverso l’istituzione di comitati di analisi per contrastare la disinformazione”. La proposta prevede il coinvolgimento dell’Agcom, di “esperti tecnici terzi” e dell’intelligence, “perché noi dobbiamo essere in grado di capire le manipolazioni che avvengono sui social attraverso l’intelligenza artificiale”, ha dichiarato ancora.
A spiegare la legge proposta è stato il senatore Marco Lombardo, l’estensore della stessa. È prevista l’istituzione di un “Comitato di analisi per contrastare la disinformazione, garantire la trasparenza dei finanziamenti per contrastare le ingerenze grazie al doppio controllo di Agcom e Dis, attraverso una alleanza pubblico e privato che informa sulle minacce rilevate. A questo punto il comitato informa Palazzo Chigi e il Parlamento, e abbiamo deciso di attribuire al Parlamento il compito di attivare il freno di emergenza democratica”, ha dichiarato ancora.
Nel giorno in cui ha fatto il giro del mondo la notizia dell’esclusione della competizione elettorale del candidato filorusso Călin Georgescu in Romania, Lombardo ha annunciato: “Per intervenire contro la manipolazione del voto prevediamo misure straordinarie: quando le minacce rilevate sono tali da pregiudicare l’integrità del processo elettorale, il Parlamento può in seduta comune con il voto dei due terzi bloccare il procedimento elettorale, è previsto il ricorso alla Corte Costituzionale, perché sono minacce alla sicurezza nazionale”. E ancora, la proposta di legge contiene un “profilo penale e sanzionatorio: per chi ha finanziato illecitamente o svolto ingererenze straniere anche per le piattaforme che si sono comportate senza adempiere agli obblighi del Digtial Service Act, è uno strumento che prevede tutela e prevenzione, per il ripristino della fiducia degli elettori e il libero convincimento dei cittadini nella formazione del consenso”, ha spiegato il senatore di Azione.
Come raccontato nei giorni scorsi su queste pagine, Calenda avrebbe ricevuto segnali di apertura dal sottosegretario Alfredo Mantovano, Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica. Tuttavia, la materia è complessa, perché si intreccia con il sempre aperto dibattito sull’architettura della sicurezza nazionale. Il sottosegretario è deciso a trovare il modo per superare le “sovrapposizioni” tra le due agenzie d’intelligence in un mondo dove interno ed esterno sono sempre più difficili da distinguere.
Lorenzo Guerini, deputato del Partito democratico e presidente del Copasir, ha recentemente evidenziato, in un’intervista a Formiche.net, come, nonostante l’importanza di aggiornare l’architettura dell’intelligence italiana alla luce dei mutati scenari e dell’impatto dirompente della tecnologica, l’impianto della legge attuale, la 124 del 2007, sia “molto positivo e avanzato” sia nei principi sia nel metodo. Lo stesso ha recentemente proposto di aggiornare l’architettura prevedendo un Consiglio di sicurezza nazionale (di livello politico), una Strategia di sicurezza nazionale e l’obbligatorietà dell’Autorità delegata.
Infine, Enrico Borghi, capogruppo di Italia Viva al Senato e membro del Copasir, ha avanzato l’idea di istituire un’Agenzia contro la disinformazione e per la sicurezza cognitiva.