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Ecco gli sviluppi della politica estera della Cina. L’opinione di Valori

La situazione di quest’anno rimane piena di sfide. Come risponde e risponderà la Cina con la sua politica estera ai cambiamenti internazionali? L’opinione di Giancarlo Elia Valori

Il 7 marzo 2025, la terza sessione della XIV Assemblea nazionale del popolo (il parlamento cinese) ha organizzato una conferenza stampa presso il Media Center con Wang Yi, membro dell’Ufficio politico del Comitato centrale del PCC e ministro degli Esteri. Egli ha risposto alle domande dei giornalisti stranieri e cinesi sulla politica internazionale e sugli affari esteri della Repubblica Popolare della Cina. Una riflessione: erano presenti giornalisti brasiliani, britannici della Reuters, cinesi, francesi dell’AFP, giapponesi, indiani, nigeriani, pakistani, russi, singaporiani, statunitensi di Cnn e Bloomberg, turchi, indonesiani, ecc. ma giornalisti italiani nessuno.

Qui apporteremo una sintesi dell’intervista.

Sotto la guida del Segretario generale del Partito Comunista Cinese, Xi Jinping, la diplomazia cinese ha compiuto importanti progressi. Ha creato un buon ambiente esterno per uno sviluppo di alta qualità, ha portato una preziosa stabilità a un mondo afflitto da cambiamenti e caos e ha compiuto nuovi e solidi passi nella costruzione di una comunità con un futuro condiviso per l’umanità. La situazione internazionale di quest’anno rimane piena di sfide, ma l’intenzione diplomatica originaria della Cina rimane invariata. La Cina continuerà a lavorare con altri Paesi per sostenere la strada giusta nel mondo, cogliere la tendenza dei tempi, difendere l’equità e la giustizia internazionale e mantenere la pace e la stabilità nel mondo.

La diplomazia dei capi di Stato

Questo tipo di diplomazia è la forma più elevata della diplomazia cinese. Recentemente, il presidente Xi Jinping ha pianificato e implementato personalmente la diplomazia dei capi di Stato, e ha ottenuto risultati fruttuosi. Dalla conferenza commemorativa del LXX anniversario dei Cinque principi di coesistenza pacifica, al Summit di Pechino del Forum sulla cooperazione Cina-Africa, fino al Forum sulla cooperazione Cina-Stati arabi, i tre principali eventi diplomatici ospitanti hanno stabilito un nuovo punto di riferimento per la collaborazione tra i Paesi del Sud del mondo. Dall’Europa all’Asia centrale, dai Bricsall’America Latina, quattro importanti visite hanno dato nuovo impulso all’unità e alla cooperazione mondiale. Il presidente Xi ha ricevuto anche numerosi dignitari e amici stranieri e ha tenuto più di 130 colloqui e incontri di politica estera, continuando a scrivere una nuova storia di amicizia tra la Cina e i Paesi stranieri.

In qualità di leader di un grande Paese e di un grande partito, il presidente Xi Jinping, con una visione globale e un senso di responsabilità per i tempi, ha guidato la diplomazia cinese nel sostenere i giusti principi e nell’innovare, andare avanti con costanza e promuovere cambiamenti positivi e di vasta portata nelle relazioni della Cina con il mondo: in primo luogo, le proposte di politica diplomatica, in particolare i principali concetti e iniziative presentati dal presidente Xi Jinping, sono sempre più accolti e sostenuti dalla comunità internazionale; in secondo luogo, il ruolo positivo della Cina nel rispondere a varie sfide globali e nel risolvere questioni scottanti e difficili è sempre più atteso ed elogiato dai Paesi di tutto il mondo; in terzo luogo, il successo e l’ispirazione del percorso di modernizzazione della Cina sono riconosciuti ed emulati da sempre più Paesi.

Il 2025 è un anno importante sia per la Cina che per il mondo intero e la diplomazia dei capi di Stato segnerà un momento fondamentale. Proprio lo scorso febbraio, il presidente Xi ha partecipato alla cerimonia di apertura dei IX Giochi asiatici invernali (ad Harbin, RPC), segnando l’inizio della diplomazia interna di quest’anno. Si commemorerà solennemente anche l’LXXX Anniversario della vittoria della guerra di resistenza del popolo cinese contro l’aggressione giapponese e della guerra mondiale antifascista e si organizzeranno una serie di eventi importanti, tra cui il vertice dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (f. 14 giugno 2001).

Il presidente Xi Jinping ha in programma diverse importanti visite all’estero. La diplomazia dei capi di Stato scriverà un nuovo capitolo di progresso reciproco e di reciproco successo tra la Cina e il mondo.

Le relazioni Cina-Russia

Ogni anno viene posta una domanda sulle relazioni tra Cina e Russia, ma ogni volta l’argomento è diverso. Si sottolinea che, indipendentemente da come cambierà il contesto internazionale, la logica storica dell’amicizia tra Cina e Russia rimarrà immutata e la forza motrice endogena non diminuirà.

Le due parti hanno riassunto in modo approfondito l’esperienza storica e hanno deciso di mantenere un’amicizia permanente di buon vicinato, di realizzare un coordinamento strategico completo e di ricercare una cooperazione reciprocamente vantaggiosa e risultati utili per entrambe le parti, perché ciò è conforme agli interessi fondamentali dei due popoli ed è in linea con la direzione dello sviluppo e del progresso dei tempi. Cina e Russia hanno esplorato un modello di coesistenza non allineato, non conflittuale e che non prenda di mira terze parti, ponendosi all’avanguardia del nuovo tipo di relazioni tra grandi potenze, e fungendo da esempio per le relazioni tra Paesi confinanti. Una relazione Cina-Russia matura, resiliente e stabile non cambierà a causa di un singolo evento o incidente, né sarà ostacolata da una terza parte. È una costante in un mondo turbolento, non una variabile nei giochi geopolitici.

L’anno scorso ha segnato il LXXV anniversario dell’istituzione di relazioni diplomatiche tra Cina e Russia. I presidenti Xi Jinping e Putin si sono incontrati faccia a faccia tre volte, guidando congiuntamente la partnership strategica globale dei due Paese di coordinamento nella nuova era in una nuova fase storica.

Quest’anno si celebra anche l’LXXX anniversario della vittoria della II Guerra Mondiale. Cina e Russia hanno combattuto battaglie sanguinose sui principali campi di battaglia rispettivamente in Asia e in Europa, hanno fatto enormi sacrifici nazionali e hanno dato importanti contributi storici alla vittoria della guerra mondiale antifascista. Le due parti coglieranno l’occasione di commemorare congiuntamente questo importante nodo storico per promuovere una corretta visione della storia della II Guerra Mondiale, difendere i risultati della vittoria e mantenere il sistema internazionale con le Nazioni Unite al centro e promuovere lo sviluppo dell’ordine internazionale in una direzione più giusta e ragionevole.

La situazione internazionale nel 2025

Il mondo odierno è pieno di cambiamenti e caos, e la certezza sta diventando una risorsa sempre più scarsa a livello globale. Le scelte fatte dai Paesi, in particolare dalle grandi potenze, determineranno la direzione dei tempi e influenzeranno l’assetto mondiale. La diplomazia cinese resterà fermamente dalla parte del progresso umano e darà un contributo alla stabilizzazione di un mondo incerto.

La Cina difenderà fermamente gli interessi nazionali. Il popolo cinese ha una gloriosa tradizione di auto-miglioramento. Non provoca guai, e non ha paura dei guai. Nessuna pressione estrema, nessuna minaccia o ricatto potrà mai minare la volontà unita di 1,4 miliardi di cinesi, né potrà fermare il ritmo storico del grande ringiovanimento della nazione cinese.

La Cina sarà una forza per la giustizia nel mantenimento della pace e della stabilità nel mondo. Continuerà ad ampliare una partnership globale basata su uguaglianza, apertura e cooperazione, metterà in pratica attivamente l’approccio tipicamente cinese per risolvere i problemi più urgenti e scriverà un nuovo capitolo di unità e autosufficienza con il Sud del mondo. Utilizzerà i fatti per dimostrare che la via dello sviluppo pacifico è una strada necessaria per uno sviluppo costante e a lungo termine e che dovrebbe essere una scelta comune per tutti i Paesi del mondo.

La Cina sarà una forza progressista nel sostenere l’equità e la giustizia a livello internazionale. Sosterrà il vero multilateralismo, terrà a mente il futuro dell’umanità e il benessere delle persone, promuoverà una governance globale basata sulla consultazione, sulla costruzione congiunta e sulla condivisione, rispetterà gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite e cercherà di costruire un consenso più ampio per edificare un mondo multipolare equo e ordinato.

È necessario continuare ad ampliare l’apertura ad alto livello e condividere le ampie opportunità della modernizzazione della Cina con altri Paesi; mantenere il sistema multilaterale di libero scambio, creare un ambiente di cooperazione internazionale aperto, inclusivo e non discriminatorio e promuovere una globalizzazione economica inclusiva.

Il panorama globale negli affari internazionali

Ci sono più di 190 Paesi nel mondo. Immaginiamo se ogni Paese enfatizzasse la propria priorità nazionale e credesse nella forza e nel suo status imperialista, il mondo regredirebbe alla legge della giungla. I Paesi piccoli e deboli ne sopporterebbero il peso e le regole e l’ordine internazionale ne sarebbero gravemente colpiti.

Alla Conferenza di pace di Parigi del 1919, i cinesi sollevarono la questione storica: «è il diritto che prevale sulla forza oppure il contrario»? La diplomazia della Nuova Cina si schiera fermamente dalla parte della giustizia internazionale e si oppone risolutamente al potere e all’egemonia. La storia dovrebbe andare avanti, non indietro. I Paesi più grandi dovrebbero assumersi i propri obblighi internazionali e adempiere alle proprie responsabilità in quanto Paesi più potenti. Non si deve essere motivati dal profitto e non intimiditi i deboli. In Occidente c’è un detto che dice: «Non esistono amici permanenti, solo interessi permanenti». In Cina, gli amici durano per sempre e gli interessi sono condivisi.

Il presidente Xi Jinping ha colto la tendenza storica, si è posto all’avanguardia, ha proposto di lavorare insieme per costruire una comunità con un futuro condiviso per l’umanità e ha sostenuto che tutti i Paesi dovrebbero trascendere le varie differenze, proteggere insieme l’unico pianeta abitabile e costruire congiuntamente un villaggio globale con un futuro comune. Questo importante concetto non solo incarna la nobile tradizione della civiltà cinese secondo cui il mondo appartiene a tutti, ma dimostra anche lo spirito internazionalista dei comunisti cinesi, consentendoci di stare all’apice del benessere dell’intera umanità e di «stare sulla cima della montagna e guardare dall’alto tutte le altre montagne». Sempre più Paesi si sono uniti alle fila per costruire una comunità con un futuro condiviso, più di 100 Paesi hanno sostenuto le tre principali iniziative globali e più di tre quarti dei Paesi hanno aderito alla Belt and Road Initiative. La storia dimostrerà che solo tenendo a mente tutti si può diventare un vero vincitore. Lavorare insieme per progredire verso una comunità con un futuro condiviso per l’umanità renderà questo mondo vivibile per tutti i Paesi e i cittadini.

La questione dei Paesi in via di sviluppo e di quelli di piccole e medie dimensioni

La straordinaria crescita del Sud globale è il simbolo più distintivo di quest’era. Oggi, il Sud del mondo rappresenta oltre il 40% della produzione economica totale mondiale e contribuisce per l’80% alla crescita economica mondiale. È diventato una forza chiave nel mantenimento della pace internazionale, nella guida dello sviluppo mondiale e nel miglioramento della governance globale.

A causa dei grandi cambiamenti avvenuti nel mondo nel corso a cavallo dei recenti due secoli, le relazioni tra Est, Ovest, Sud e Nord hanno subìto cambiamenti storici, alcuni in crescita, altri in diminuzione. Guardando al futuro, il Sud del mondo è fondamentale per stabilizzare e migliorare il pianeta.

Il Sud del mondo deve rafforzarsi. All’inizio di quest’anno, ad esempio, l’Indonesia è diventata membro ufficiale dei Brics e nove Paesi partner si sono uniti alla famiglia Brics. I Brics stanno diventando la spina dorsale della cooperazione nel Sud globale e il motore della crescita. È necessario rendere i Big Brics più grandi e solidi, in modo che la forza trainante per il progresso del Sud globale sia più forte e più sufficiente.

Il Sud del mondo deve unirsi. Oltre alla Cina che ospiterà il suddetto vertice dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, quest’anno anche il Brasile e la Repubblica Sudafricana accoglieranno rispettivamente i vertici dei Brics e del G20. Si deve parlare con una sola voce a livello internazionale, per salvaguardare gli interessi comuni e migliorare costantemente rappresentanza e autorevolezza nella governance globale.

Il Sud del mondo vuole lo sviluppo. Lo scorso novembre, il presidente Xi Jinping ha annunciato otto azioni che la Cina intraprenderà per sostenere lo sviluppo globale, imprimendo nuovo impulso all’accelerazione dello sviluppo nel Sud del mondo. Ha continuato a porre lo sviluppo al centro dell’agenda internazionale, e coltivare tale slancio per potenziare le capacità e lavorare insieme sulla strada della modernizzazione.

La Cina è un membro naturale del Sud del mondo perché condivide una storia comune di lotta al colonialismo, all’imperialismo e all’egemonismo, e una missione comune di sviluppo e rivitalizzazione. Indipendentemente da come cambierà la situazione internazionale, la Cina terrà sempre presente il Sud del mondo, vi metterà radici e, insieme ad altri Paesi del Sud del mondo, scriverà un nuovo capitolo nell’era dello sviluppo umano.

La crisi ucraina

La Cina ha sostenuto il dialogo e la negoziazione e ha cercato una soluzione politica sin dal primo giorno in cui è scoppiata la crisi. La Cina ha lavorato per la pace e promosso i colloqui. All’inizio della crisi, il presidente Xi Jinping ha avanzato l’importante proposta dei “quattro doveri”, che ha chiarito la direzione degli sforzi cinesi. In continuità la Cina ha pubblicato un documento di posizione sulla crisi ucraina, ha inviato inviati speciali per condurre una diplomazia di collegamento e ha lanciato l’iniziativa “Amici della pace” presso le Nazioni Unite con il Brasile e altri Paesi del Sud del mondo. La Cina ha sempre mantenuto una posizione obiettiva ed equa e ha sempre espresso un tono calmo ed equilibrato, con l’obiettivo di creare le condizioni e costruire un consenso per risolvere la crisi.

La Cina accoglie con favore e sostiene tutti gli sforzi dedicati alla pace. Allo stesso tempo, vede pure che le cause profonde di questa crisi sono complesse e intricate. Il ghiaccio spesso tre piedi non si forma durante la notte e non si scioglie nel corso del giorno. Ma non ci sono vincitori nei conflitti e non ci sono vinti nella pace. Il tavolo delle trattative è la fine del conflitto e l’inizio della pace. Sebbene le posizioni delle parti non siano del tutto coerenti, ognuno spera di raggiungere un accordo di pace equo, duraturo e vincolante che sia accettabile per tutte le parti. Questo è un consenso raro e prezioso e un obiettivo per il quale tutti dovrebbero lavorare assieme. La Cina è disposta a continuare a svolgere un ruolo costruttivo, in conformità con i desideri delle parti interessate, e a collaborare con la comunità internazionale per risolvere definitivamente la crisi e raggiungere una pace duratura.

Infine, vorrei dire che siccome la crisi ucraina dura da più di tre anni, a posteriori questa tragedia avrebbe potuto essere evitata. Tutte le parti interessate dovrebbero trarre insegnamento dalla crisi: la sicurezza è reciproca e paritaria e la sicurezza di un Paese non può essere costruita sull’insicurezza di altri Paesi. Si deve ancora sostenere e mettere in pratica un nuovo concetto di sicurezza comune, globale, cooperativo e sostenibile, in modo da poter davvero raggiungere una pace e una stabilità a lungo termine in Eurasia e nel mondo.

IA, DeepSeek e la competizione sino-statunitense

Durante questo periodo, l’innovazione scientifica e tecnologica della Cina ha costantemente superato l’immaginazione della pubblica opinione. Dalle “Due bombe e un satellite” (programma spaziale cinese degli anni ’50), a “Shenzhou” e “Chang’e”, e poi al 5G, all’informatica quantistica e a DeepSeek, generazioni di cinesi non hanno mai smesso di lottare, e il percorso della Cina per diventare una potenza scientifica e tecnologica è diventato sempre più ampio.

Naturalmente, questa strada non è sempre liscia. Che si tratti di tecnologia aerospaziale o di produzione di chip, l’irragionevole repressione imposta da una parte del mondo esterno non si è mai fermata. Ma dove c’è un blocco, c’è una svolta; dove c’è repressione, c’è innovazione. C’è un bel detto in un’antica poesia cinese: «Le montagne verdi non possono coprirlo, dopotutto scorre verso est» (in riferimento al fiume Chang Jiang = Yangtze = Fiume Azzurro). Le alte mura di un piccolo cortile non possono fermare il pensiero innovativo.

La scienza e la tecnologia non devono essere uno strumento per tessere una cortina di ferro, ma una ricchezza condivisa da tutti. Per promuovere lo sviluppo comune dell’umanità, la Cina ha seriamente implementato la Global AI Governance Initiative proposta dal Presidente Xi Jinping; ha emanato il Piano universale per lo sviluppo delle capacità di intelligenza artificiale e ha lanciato l’Initiative on International Cooperation in Open Science con Brasile, Sudafrica e Unione Africana, richiamando l’attenzione sulla costruzione di capacità scientifiche e tecnologiche nel Sud del mondo e assicurando che nessun Paese venga lasciato indietro. La Cina è disposta a condividere i suoi risultati innovativi con più Paesi e a perseguire insieme a tutti la ricerca “delle stelle e del mare”.

Relazioni sino-statunitensi fra fentanyl, dazi e buoni rapporti

Il rispetto reciproco è la norma fondamentale nelle relazioni tra Paesi e un prerequisito importante per le relazioni tra Cina e Stati Uniti d’America. Nessun Paese può immaginare di poter reprimere e contenere la Cina e al contempo sviluppare buoni rapporti con essa. Questo approccio “bifronte” non solo non favorisce la stabilità delle relazioni bilaterali, ma non riesce nemmeno a costruire la fiducia reciproca.

La questione fentanyl (analgesico con una potenza di almeno 80 volte superiore a quella della morfina). Innanzitutto, è bene chiarire che la Cina ha sempre represso con fermezza il traffico e la produzione di droga. È il Paese con le politiche di controllo della droga più severe e approfondite al mondo oggi. Già nel 2019, su richiesta degli Stati Uniti d’America, la Cina è stata la prima al mondo a elencare tutte le sostanze simili al fentanyl. L’abuso di fentanyl negli Stati Uniti d’America è un problema che lo stesso Paese deve affrontare e risolvere. La Cina ha fornito ogni tipo di assistenza agli Stati Uniti d’America nello spirito dell’umanitarismo. Gli Stati Uniti d’America non dovrebbero ripagare la gentilezza con rimostranze, e tanto meno imporre tariffe senza motivo. Questo non è il comportamento di un grande Paese responsabile.

Gli Stati Uniti d’America dovrebbero rivedere i guadagni ottenuti nel corso degli anni dalle guerre tariffarie e commerciali? Il deficit commerciale è aumentato o diminuito? La competitività dell’industria manifatturiera è aumentata o diminuita? L’inflazione sta migliorando o peggiorando? La vita delle persone è migliorata o peggiorata? Le relazioni economiche e commerciali tra Cina e Stati Uniti d’America sono reciproche e paritarie. Se decidessero di collaborare, si otterrebbero vantaggi reciproci e risultati vantaggiosi per tutti; se invece si continuano a esercitare pressioni, la Cina contrattaccherà risolutamente.

Essendo oggi uno il più grande Paese in via di sviluppo e l’altro il più sviluppato del pianeta, la Cina e gli Stati Uniti d’America dovrebbero coesistere pacificamente. Come ha sottolineato il presidente Xi Jinping in una telefonata con il presidente Trump all’inizio di quest’anno, il conflitto e lo scontro non dovrebbero essere un’opzione. Cina e Stati Uniti d’America hanno interessi comuni estesi e ampi spazi di cooperazione. Possono diventare partner, raggiungere un successo reciproco e prosperare insieme.

La Cina continuerà a impegnarsi per uno sviluppo stabile, sano e sostenibile delle relazioni tra Cina e Stati Uniti d’America, in conformità con i tre principi di rispetto reciproco, coesistenza pacifica e cooperazione reciprocamente vantaggiosa, proposti dal presidente Xi Jinping. Allo stesso tempo, si spera che la parte statunitense sappia ascoltare le voci dei due popoli, riconoscere la tendenza generale dello sviluppo storico, considerare lo sviluppo della Cina in modo obiettivo e razionale, condurre scambi con la Cina in modo attivo e pragmatico e lavorare con la Cina per seguire insieme la strada della corretta coesistenza sino-statunitense, che porterà benefici a entrambi i Paesi e al mondo.

L’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (OCS)

L’Ocs è nata in Cina e prende il nome da una notissima città cinese, che ha un significato speciale per ogni cinese. L’importante è che dopo un quarto di secolo di sviluppo, l’Ocs si è espansa da sei membri a una famiglia di ventisei Paesi, dando vita all’organizzazione di cooperazione regionale più grande e popolosa del mondo.

La chiave dello sviluppo e della crescita della Ocs è che ha sempre promosso lo “spirito di Shanghai”, ha aderito alla sua intenzione originale di fiducia reciproca, mutuo beneficio, uguaglianza, consultazione, rispetto per le diverse civiltà e ricerca di uno sviluppo comune, e ha intrapreso un nuovo percorso di cooperazione regionale.

Quest’anno, in qualità di presidente di turno, la Cina sta portando avanti più di cento attività nei settori della politica, della sicurezza, dell’economia, della cultura e di altri settori, sotto lo slogan “Promuovere lo spirito di Shanghai: Ocs in azione”. Si perfeziona lo Shanghai Spirit con la China Action e guidare il volante della OCS con il China Engine.

Inoltre il prossimo autunno la Cina ospiterà il Summit Ocs a Tianjin. Poi, i leader dei Paesi Ocs si riuniranno sulle rive del fiume Haihe per riassumere le esperienze di successo, elaborare un progetto di sviluppo e costruire un consenso sulla cooperazione. Ciò consentirà alla Ocs di ripartire dalla Cina e promuovere la costruzione di una comunità Ocs più stretta con un futuro condiviso.

L’ordine internazionale

Quest’anno ricorre pure l’LXXX anniversario della fondazione delle Nazioni Unite. Prima e dopo la fine della II Guerra Mondiale, la decisione più importante presa dalla comunità internazionale fu quella di istituire le Nazioni Unite allo scopo di creare una piattaforma importante per il mantenimento della pace nel mondo e la gestione della governance globale. I fatti hanno dimostrato che le Nazioni Unite hanno resistito alla prova e hanno svolto il loro ruolo.

La situazione ora è molto cambiata. L’unilateralismo è in aumento, la politica di potenza è dilagante e alcuni Paesi hanno sollevato varie questioni in merito alle Nazioni Unite. Tuttavia, la Cina ritiene che a) più complesse sono le contraddizioni, più si deve evidenziare l’importante posizione delle Nazioni Unite; b) più urgenti sono le sfide, più salvaguardare la dovuta autorità dell’Onu.

Tutti i Paesi sperano di evitare che il mondo torni alla legge della giungla. A tal fine, devono prima gettare solide fondamenta per l’uguaglianza sovrana e riconoscere che tutti gli Stato, indipendentemente dalle dimensioni, dalla forza o dalla debolezza, sono membri paritari della comunità internazionale. Nessuno dovrebbe avere l’ultima parola solo perché ha “braccia più grandi” o “pugni più potenti”. In secondo luogo, vanno sostenuti i principi di equità e giustizia e bisogna opporsi al monopolio degli affari internazionali da parte di pochi Paesi. La voce del Sud globale dovrebbe essere ascoltata di più e i diritti e gli interessi legittimi di tutti i Paesi dovrebbero essere pienamente protetti. In terzo luogo, si deve aderire al concetto di multilateralismo, sostenere i principi di consultazione, costruzione congiunta e condivisione, sostituire il confronto di gruppo con l’inclusività e la cooperazione e rompere i “piccoli circoli” con la grande unità. In quarto luogo, va rafforzata l’autorità dello stato di diritto internazionale. In particolare, i Paesi più importanti dovrebbero prendere l’iniziativa nell’essere retti e sostenere lo Stato di diritto, ed opporsi ai doppi standard e all’applicazione selettiva, e non dovrebbero intimidire il mercato o depredare con la forza.

La Cina è fra le creatrici e le beneficiarie dell’ordine internazionale del secondo dopoguerra e, naturalmente, è anche il difensore. In quanto membro permanente del Consiglio di Sicurezza, la Cina è consapevole delle sue responsabilità internazionali; sosterrà fermamente la posizione centrale delle Nazioni Unite; fungerà da pilastro del sistema multilaterale; e sarà la voce della giustizia per il Sud del mondo. A febbraio, su appello della Cina il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha ospitato un incontro di alto livello sul tema “Praticare il multilateralismo, riformare e migliorare la governance globale”. La riunione è stata presieduta dal ministro cinese degli Esteri, Wang Yi con più di 100 Paesi che hanno aderito, ciò ha segnato l’inizio della commemorazione dell’LXXX anniversario della fondazione delle Nazioni Unite. La Cina è disposta a collaborare con tutte le parti per rivedere le aspirazioni originarie della fondazione delle Nazioni Unite, rispettare gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite e costruire un sistema di governance globale più giusto e ragionevole.

La questione israeliano-palestinese

Per la Cina Gaza appartiene al popolo palestinese ed è parte integrante del territorio palestinese. Ogni tentativo di cambiare forzatamente lo status di Gaza non porterà alla pace, ma innescherà solo nuovi disordini. È necessario sostenere il piano per il ripristino della pace a Gaza, avviato congiuntamente dall’Egitto e dai Paesi arabi. La volontà del popolo non può essere violata e la giustizia non può essere abolita. Se le grandi potenze hanno davvero a cuore la popolazione di Gaza, dovrebbero promuovere un cessate-il-fuoco globale e duraturo a Gaza, aumentare l’assistenza umanitaria, sostenere il principio “i palestinesi governano la Palestina” e contribuire alla ricostruzione di Gaza.

Se il Vicino Oriente non è in pace, il mondo non sarà in pace, e la questione palestinese è sempre stata al centro della questione mediorientale. Il nocciolo del conflitto ricorrente tra Palestina e Israele è che la “soluzione dei due Stati” è stata realizzata solo a metà: lo Stato di Israele è stato istituito da tempo, mentre lo Stato di Palestina è ancora irraggiungibile. Nella fase successiva, l’attenzione degli sforzi della comunità internazionale dovrebbe concentrarsi maggiormente sulla “soluzione dei due Stati” e su un maggiore sostegno alla creazione di uno Stato palestinese indipendente. Solo in questo modo Palestina e Israele potranno davvero coesistere pacificamente e i popoli arabo ed ebraico potranno convivere vicini in un’amicizia duratura. A tal fine, tutte le fazioni palestinesi devono innanzitutto attuare la Dichiarazione di Pechino (23 luglio 2024) e raggiungere unità e autosufficienza; tutte le parti in Medio Oriente devono trascendere le differenze e sostenere la creazione dello Stato palestinese; e la comunità internazionale deve creare un consenso per la pace tra Palestina e Israele, e fornire assistenza.

La Cina è un partner strategico dei Paesi del Vicino e Medio Oriente e un sincero amico degli arabi. La Cina continuerà a lottare con fermezza per la giustizia, la pace e lo sviluppo per il popolo del Vicino e Medio Oriente, a sostenere quei Paesi nell’afferrare in modo indipendente il loro futuro e destino, nell’esplorare in maniera autonoma i propri percorsi di sviluppo e nel realizzare il sogno di una rivitalizzazione pacifica in tempi rapidi.

La cooperazione Cina-Africa

Cina e Africa sono sempre stati buoni amici, buoni partner e buoni fratelli con un destino comune. Sotto la guida congiunta del presidente Xi Jinping e dei leader africani, le relazioni Cina-Africa sono entrate nel periodo migliore della storia. La Cina ha raggiunto la piena copertura della partnership strategica con tutti i Paesi africani con cui ha legami diplomatici e il posizionamento della comunità Cina-Africa con un futuro condiviso è stato elevato al livello «per qualsiasi tempo, per qualsiasi stagione».

Quest’anno ricorre il XXV anniversario dell’istituzione del Forum sulla cooperazione Cina-Africa. Nell’ultimo quarto di secolo, la Cina ha aiutato l’Africa a costruire e ammodernare quasi 100mila chilometri di strade e più di 10mila chilometri di ferrovie. Solo negli ultimi tre anni, le aziende cinesi hanno creato più di 1,1 milioni di posti di lavoro in Africa. La Cina è rimasta il più grande partner commerciale dell’Africa per sedici anni consecutivi. La cooperazione tra Cina e Africa ha portato benefici visibili, tangibili e benefici ai fratelli e sorelle africani. L’anno scorso, un contadino del Gambia ha inviato il riso che aveva coltivato nello Hunan per rendere omaggio al signor Yuan Longping. Grazie al riso ibrido cinese, hanno detto addio alla fame e accolto la speranza. Storie come queste accadono ogni giorno in Africa.

L’Africa è la terra della speranza nel XXI secolo. Senza la modernizzazione dell’Africa, non ci sarà modernizzazione del mondo. La stabilità e lo sviluppo dell’Africa sono correlati al destino comune dell’umanità. Il mondo dovrebbe ascoltare la voce dell’Africa e prestare attenzione alle preoccupazioni dell’Africa. L’Africa sta vivendo un nuovo risveglio e tutti i Paesi dovrebbero sostenere il Continente nell’intraprendere un nuovo percorso di sviluppo indipendente e autosufficiente.

Quest’anno segna l’inizio dell’implementazione dei risultati del Summit di Pechino. La Cina è disposta ad aiutare l’Africa ad accelerare il suo processo di industrializzazione e modernizzazione agricola in conformità con le «Dieci azioni di partenariato» per Cina e Africa onde promuovere congiuntamente la modernizzazione, implementare tariffe zero su voci tariffarie al 100%, coltivare nuovi punti di crescita come l’intelligenza digitale, verde e artificiale, promuovere mille progetti che avvantaggino le persone, rafforzino gli scambi di esperienze nella governance statale e migliorino la rappresentanza e la voce dell’Africa negli affari internazionali. Il vertice del G20 di quest’anno si terrà per la prima volta nel Continente africano. La Cina sostiene fermamente la Repubblica Sudafricana nell’adempimento delle sue responsabilità di Paese presidente e nel lasciare un chiaro “segno africano” sulla governance globale.

La questione della risoluzione albanese 2758 (1971) dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite

Questa argomentazione è una palese sfida all’autorità delle Nazioni Unite e all’ordine internazionale del dopoguerra. È estremamente assurda e pericolosa. Chi diffonde questo genere di argomentazioni dovrebbe prima migliorare il proprio buonsenso di base.

Taiwan è una parte inalienabile del territorio cinese. Questa è sia storia che realtà. Quest’anno ricorre l’LXXX anniversario della liberazione di Taiwan. La vittoria della guerra di resistenza del popolo cinese contro l’aggressione giapponese permise a Taiwan di tornare a far parte del territorio cinese. La Dichiarazione del Cairo (27 novembre 1943) e la Proclamazione di Potsdam dei termini per la resa giapponese (26 luglio 1945) emanate dai principali Paesi vincitori stabilirono chiaramente che Taiwan, che era stata rubata dal Giappone, doveva essere restituita alla Cina. Il Giappone annunciò anche il suo riconoscimento della Proclamazione di Potsdam e la sua resa incondizionata. Tutti questi elementi confermano la sovranità della Cina su Taiwan e costituiscono una parte importante dell’ordine internazionale del dopoguerra.

Il 25 ottobre 1971, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite – su proposta della Repubblica Popolare d’Albania – adottò la risoluzione 2758 con una schiacciante maggioranza (76 sì, 35 no, 17 astenuti, 3 assenti), decidendo di ripristinare tutti i diritti legali della Repubblica Popolare della Cina alle Nazioni Unite ed espellere immediatamente i rappresentanti delle autorità di Taiwan dall’ONU e da tutte le sue agenzie. Questa risoluzione risolse completamente la questione della rappresentanza di tutta la Cina, Taiwan compresa, nelle Nazioni Unite, ed eliminò completamente ogni possibilità di creare «due Cine» o «una Cina e una Taiwan». L’unico nome della regione di Taiwan nelle Nazioni Unite è “Provincia di Taiwan della Cina”. Taiwan non è mai stata uno Stato, né in passato né tantomeno in futuro. Sostenere «l’indipendenza di Taiwan» significa dividere il Paese, sostenere «l’indipendenza di Taiwan» vuol dire interferire negli affari interni della Cina, e tollerare «l’indipendenza di Taiwan» corrisponde a minare la stabilità dello Stretto di Taiwan.

Il principio di sovranità è la pietra angolare della Carta delle Nazioni Unite. Nessun Paese o individuo dovrebbe adottare doppi standard. Rispettare la sovranità e l’integrità territoriale di tutti i Paesi significa sostenere la completa riunificazione della Cina, e sostenere il principio di una sola Cina significa opporsi a qualsiasi forma di «indipendenza di Taiwan». Realizzare la completa riunificazione della madrepatria è l’aspirazione comune di tutto il popolo cinese. È la tendenza generale e la giusta causa. Il movimento separatista per l’«indipendenza di Taiwan» non farà altro che bruciare se stesso, e «usare Taiwan per contenere la Cina» equivale a una mantide che cerca di fermare un carro. La Cina alla fine sarà unita e sarà sicuramente unita.

Lo schieramento di missili a raggio intermedio attorno alla regione cinese

Dall’inizio di questo secolo, l’Asia ha registrato una rapida crescita ed è diventata un altopiano dello sviluppo globale e un’oasi di pace e stabilità. Questa situazione è stata conquistata con fatica e merita di essere tutelata e protetta. L’Asia non è solo il Continente e la base della Cina, ma anche la casa comune della Cina e degli altri Paesi asiatici. Il presidente Xi Jinping ha proposto il concetto di diplomazia di vicinato basato su amicizia, sincerità, reciproco vantaggio e inclusività, che ha portato la cooperazione amichevole della Cina con i Paesi vicini ad aprire nuovi orizzonti. Oggi la Cina ha raggiunto un consenso sulla costruzione di una comunità con un futuro condiviso con 17 Paesi confinanti, formando due grandi gruppi di comunità con un futuro condiviso nella penisola indocinese e in Asia centrale. La Cina inoltre ha firmato accordi di cooperazione per la realizzazione congiunta della Belt and Road Initiative con 25 Paesi confinanti ed è il principale partner commerciale di 18 Paesi. Oggi la Cina è diventata il centro della stabilità in Asia, il motore dello sviluppo economico e il sostegno della sicurezza regionale.

Naturalmente, è inevitabile che sorgano dei conflitti tra vicini. Le questioni storiche e gli attuali conflitti di interesse devono essere gestiti in modo appropriato. Finché si sostiene il concetto di casa comune, bisogna attenersi alla direzione di una comunità con un futuro comune, per cui è necessario negoziare su un piano di parità e mostrare reciproca comprensione e accomodamento: solo così si sarà in grado di risolvere le differenze e raggiungere una cooperazione win-win. La Cina continuerà inoltre ad ampliare la sua apertura verso i Paesi limitrofi, anche unilaterale, e a condividere con essi maggiori dividendi di sviluppo.

Per quanto riguarda il riferimento all’impiego di missili a raggio intermedio da parte degli Stati Uniti d’America nella regione, la Cina si oppone fermamente a ciò e anche i Paesi della regione non lo accolgono favorevolmente. Gli Stati Uniti d’America hanno introdotto la cosiddetta strategia indo-pacifica per così tanti anni. Cosa hanno fatto per i Paesi della regione? Niente altro che fomentare disordini e creare divisioni. Si può dire che è più probabile che causi problemi che non che realizzi qualcosa.

L’Asia non è un campo di battaglia per la competizione tra grandi potenze, ma dovrebbe essere un terreno dimostrativo per la cooperazione internazionale. Ossia promuovere un regionalismo aperto e condividere le opportunità di sviluppo dell’Asia sulla base del rispetto reciproco, del mutuo vantaggio e di risultati vantaggiosi per tutti.

Le relazioni economiche e commerciali fra Cina ed Europa

Quest’anno ricorre il cinquantesimo anniversario dell’instaurazione delle relazioni diplomatiche tra Cina e Unione Europea (nel 1975: Comunità Economica Europea). Ripensando al mezzo secolo di scambi tra le due parti, l’esperienza più preziosa è il rispetto reciproco, la forza trainante più potente è il vantaggio reciproco e i risultati proficui per entrambe le parti; il consenso più coerente è il multilateralismo e il posizionamento più accurato è quello dei partner.

Negli ultimi cinquant’anni la cooperazione tra Cina e Unione Europea ha compiuto grandi progressi: il volume degli scambi è cresciuto da 2,4 miliardi di dollari a 780 miliardi di dollari e gli investimenti sono cresciuti da quasi zero a quasi 260 miliardi di dollari. Il numero complessivo di treni merci che collegano la Cina all’Europa ha superato i 100mila, il che la rende un canale privilegiato che collega l’Asia e l’Europa.

Oggi, mezzo secolo dopo, la produzione economica totale di Cina ed Europa rappresenta più di un terzo del totale mondiale e la cooperazione Cina-Europa ha un significato strategico e un impatto globale maggiori. Una relazione sana e stabile tra Cina e Unione Europea non solo porterà vantaggi a entrambe le parti, ma anche al mondo.

All’inizio di quest’anno, il presidente Xi Jinping ha sottolineato in una telefonata con il presidente del Consiglio europeo, António Luís Santos da Costa, che quanto più grave e complessa è la situazione internazionale, tanto più Cina ed Europa dovrebbero mantenere l’intenzione originaria di stabilire relazioni diplomatiche, rafforzare la comunicazione strategica, accrescere la fiducia reciproca strategica e attenersi al posizionamento del partenariato. La Cina continua ad avere fiducia nell’Europa e ritiene che quest’ultima possa diventare un partner di cui la Cina si fidi. Entrambe le direzioni hanno la capacità e la saggezza per risolvere adeguatamente i problemi esistenti attraverso consultazioni amichevoli e aprire insieme il prossimo cinquantennio a cui vale la pena guardare con interesse.

L’alta considerazione dei Paesi del Sud-est asiatico, l’Africa e l’America Latina verso la Cina

L’amicizia tra i popoli è il fondamento delle relazioni bilaterali e la forza trainante per promuovere la pace. Con il continuo sviluppo dell’economia e della società cinesi e la continua espansione dell’apertura ad alto livello, gli scambi e le interazioni tra la Cina e il resto del mondo stanno diventando più frequenti e la distanza tra i Paesi si sta riducendo.

L’opinione pubblica dei Paesi del Sud del mondo esprime commenti positivi sulla Cina. La Cina e il gran numero di Paesi in via di sviluppo si sono sempre trattati con sincerità e hanno sempre unito i loro intenti, e tra loro esiste un naturale senso di vicinanza e identità. Allo stesso tempo, si nota che scoprire e accogliere la Cina sta diventando una tendenza tra le persone nei Paesi sviluppati. Che si viaggi in Cina per “fare il check-in” o per interagire sui social network, tutti hanno visto un Paese sicuro, aperto e moderno e hanno incontrato cinesi amichevoli, di mente aperta e spiritosi.

Il giudizio del popolo è la luce che elimina i pregiudizi. L’integrazione dei cuori delle persone è il potere che abbatte le barriere. La Cina invita gli amici di tutti i Paesi a uscire dal loro bozzolo informativo, a togliersi occhiali oscurati e paraocchi, a vedere con la propria vista una Cina più reale e vibrante e a percepire sinceramente la fiorente vitalità di 1,411 miliardi di cinesi.

Sulle relazioni fra Cina e Giappone

Lo scorso novembre, i leader di Cina e Giappone hanno raggiunto un importante consenso e hanno concordato di promuovere in modo completo le relazioni strategiche e reciprocamente vantaggiose tra Cina e Giappone, in conformità con lo spirito dei quattro documenti politici, e di costruire relazioni sino-nipponiche costruttive e stabili che soddisfino i requisiti della nuova era. Grazie agli sforzi congiunti di entrambe le parti, le relazioni bilaterali hanno registrato un andamento positivo di miglioramento e sviluppo. La Cina invita tutti i settori dei due Paesi a rafforzare gli scambi, ad approfondire la cooperazione reciprocamente vantaggiosa e a migliorare i sentimenti interpersonali, poiché ciò rientra negli interessi a lungo termine di entrambe le parti. Per quanto riguarda alcune specifiche preoccupazioni del Giappone, la Cina adotterà un atteggiamento responsabile e le gestirà in modo appropriato, nel rispetto delle leggi e dei regolamenti.

Va ancora una volta sottolineato che quest’anno ricorre l’LXXX anniversario della vittoria della guerra di resistenza del popolo cinese contro l’aggressione giapponese. Ricordare la storia significa creare meglio il futuro. Se si dimentica la storia, oltre a essere condannati a riviverla, si perde l’orientamento. A quel tempo, il militarismo giapponese perpetrò crimini brutali contro il popolo cinese e di altri Paesi asiatici, provocando anche gravi disastri al popolo giapponese. Impedire la rinascita del militarismo è un dovere incessante del Giappone e una volontà incrollabile del popolo cinese e asiatico. Di fronte alla prova della coscienza e dell’integrità, il Giappone dovrebbe attenersi allo spirito della sua costituzione pacifica e proseguire sulla strada dello sviluppo pacifico.

Il principio di una sola Cina è il fondamento politico delle relazioni tra Cina e Giappone. Sono trascorsi ottant’anni dal ritorno di Taiwan alla Cina, ma in Giappone ci sono ancora persone che non hanno riflettuto sulle proprie azioni e che collaborano segretamente con le forze per l’«indipendenza di Taiwanۥ. Si devono avvertire queste persone che, invece di sostenere che «se ci sono problemi a Taiwan, ci saranno problemi anche in Giappone», è meglio ricordare che se usano Taiwan per creare problemi, creeranno problemi anche al Giappone.

La Cina e il Giappone vantano una lunga storia di scambi e il Giappone dovrebbe sapere meglio di chiunque altro che la Cina è sempre stata una potenza amante della pace e un vicino affidabile e amichevole. Per migliaia di anni, la Cina ha sempre portato opportunità piuttosto che minacce al Giappone. Di fronte a grandi cambiamenti storici, i giapponesi dotati di intuito dovrebbero riflettere attentamente e agire di conseguenza su quale sia il modo giusto di comportarsi come vicini e quale sia la tendenza generale.

Le relazioni tese Cina-Stati Uniti d’America in merito all’America Latina

La cooperazione Cina-America Latina è una cooperazione Sud-Sud. C’è solo supporto reciproco e nessun calcolo geopolitico. Nei suoi rapporti con i Paesi latinoamericani, la Cina ha sempre aderito ai principi di uguaglianza, mutuo beneficio e cooperazione win-win. Non ha mai cercato sfere di influenza e non ha mai preso di mira nessuna parte.

Ciò che i popoli latinoamericani vogliono costruire è la propria patria, non il cortile di qualcun altro; ciò che i Paesi latinoamericani si aspettano è l’indipendenza, non la Dottrina Monroe. La cooperazione tra Cina e America Latina è popolare perché rispetta i desideri del popolo latinoamericano, soddisfa le esigenze dei Paesi latinoamericani e offre una scelta affidabile e ampie prospettive per la rivitalizzazione dell’America Latina.

Sin dalla nuova era, sotto la pianificazione e la guida del Presidente Xi Jinping e dei leader dei Paesi latinoamericani, e con il supporto del meccanismo del Forum Cina-America Latina, la costruzione di una comunità sino-latinoamericana con un futuro condiviso ha prodotto risultati fruttuosi e ha portato benefici a tutti i popoli.

Quest’anno segna il decimo anniversario dell’attività ufficiale del Forum Cina-Comunità di Stati Latinoamericani e dei Caraibi. La Cina ospiterà il quarto incontro ministeriale del forum nella prima metà dell’anno. Le due parti coglieranno questa opportunità per superare montagne e mari, eliminare le interferenze e portare la cooperazione tra Cina e America Latina a un nuovo livello.

La diplomazia cinese e la modernizzazione e lo sviluppo economico e sociale della Cina

L’anno scorso l’economia cinese ha registrato una crescita del 5%, distinguendosi ancora tra i principali Paesi in progresso. Inoltre, questo risultato è stato raggiunto promuovendo vigorosamente la trasformazione verde, è stato ottenuto sullo sfondo di una crescita globale lenta, superando le sanzioni unilaterali degli Stati Uniti d’America e di altri Paesi. Esso dimostra le caratteristiche distintive dell’economia cinese nell’affrontare le sfide e nel fare progressi.

Il presidente Xi Jinping una volta disse che la Cina è sempre cresciuta nel battesimo del vento e della pioggia ed è diventata più forti attraverso le prove. Che si tratti della crisi finanziaria internazionale o dell’impatto della pandemia di Covid-19, l’economia cinese non ha mai fallito nel superare prove enormi e raggiungere uno sviluppo migliore. La fiducia del Paese deriva dall’enorme mercato cinese e dalla domanda interna, dalla solidità delle industrie cinesi e dal suo slancio innovativo e, cosa ancora più importante, dai vantaggi istituzionali della Cina, dalle sue riforme e dalla sua apertura. La prima metà del miracolo cinese è stata caratterizzata da una crescita ad alta velocità senza precedenti, e la seconda metà sarà caratterizzata da uno sviluppo di alta qualità ancora più entusiasmante.

La diplomazia cinese continuerà a fornire un solido supporto strategico per favorire la modernizzazione della Cina e creare un ambiente esterno favorevole. Pechino sta creando canali di viaggio più convenienti. Finora la Cina ha esentato unilateralmente i visti da 38 Paesi e ha esteso la politica di transito senza visto a 240 ore per 54 Paesi. Si prevede che il “circolo di amici” senza visto si espanderà ulteriormente e il “check-in in Cina” continuerà a essere una nuova tendenza internazionale. La Cina inaugurerà servizi di affari esteri più efficienti, coordinerà le risorse diplomatiche e delle relazioni internazionali, innoverà e potenzierà la promozione globale del Ministero degli Affari Esteri e costruirà ponti per un’ulteriore apertura e cooperazione. Creerà un ambiente imprenditoriale più ottimizzato, amplierà costantemente l’apertura istituzionale, allargherà ordinatamente l’apertura indipendente, continuerà l’apertura unilaterale ai Paesi meno sviluppati, renderà più breve la lista negativa e la soglia di ingresso più bassa e garantirà che la Cina rimanga sempre la prima scelta per la cooperazione internazionale.

La relazioni fra Cina e Paesi Asean e gli attriti con le Filippine

Nel corso dell’ultimo anno, grazie agli sforzi congiunti della Cina e dei Paesi Asean, la situazione nel Mar Cinese Meridionale è rimasta pacifica e stabile. Rimane l’area marittima più sicura e trafficata per la navigazione e il volo al mondo. Cina e Indonesia hanno firmato un documento di consenso intergovernativo sullo sviluppo congiunto offshore. Cina e Malaysia hanno avviato un dialogo bilaterale sulle questioni marittime. La Cina ha raggiunto la piena copertura dei dialoghi istituzionali relativi al mare con i Paesi interessati nel Mar Cinese Meridionale. La pratica ha dimostrato che non esistono problemi che non possano essere risolti attraverso il dialogo, né obiettivi che non possano essere raggiunti attraverso la cooperazione.

Per quanto riguarda l’attrito fra Cina e Filippine, non molto tempo fa, in un forum internazionale, un funzionario di un Paese regionale ha detto che l’attrito tra Filippine e Cina è un «gioco di ombre». Questa metafora è molto vivida. Ogni volta che le Filippine intraprendono un’azione in mare, la sceneggiatura è scritta da forze straniere e la trasmissione in diretta è curata dai media occidentali. La trama è sempre la stessa, progettata per diffamare deliberatamente la Cina. La gente non è più interessata a guardare questa farsa ripetitiva. La Cina continuerà a salvaguardare la propria sovranità territoriale, i propri diritti e interessi marittimi nel rispetto della legge e dimostrerà il proprio spirito umanitario in base alle reali necessità nella gestione e nel controllo della barriera corallina di Ren’ai Jiao e dell’isola di Huangyan. È bene chiarire che le provocazioni contro le violazioni del diritto internazionale si ritorceranno inevitabilmente contro chi le infrange.

Per raggiungere un’amicizia di buon vicinato e una pace e stabilità a lungo termine nel Mar Cinese Meridionale, la Cina ha bisogno di fiducia e regole. La chiave è implementare “La Dichiarazione sul Codice di Condotta nel Mar Cinese Meridionale” (4 novembre 2002) e formulare il Codice di condotta. Con la promozione della Cina, il processo di consultazione sul Codice di condotta sta accelerando e la terza lettura del testo è stata completata. La Cina ha fiducia nella prospettiva di raggiungere la definitiva stesura di quel documento. La Cina è disposta a collaborare con i Paesi dell’Asean per rafforzare il dialogo, eliminare le interferenze, trovare un terreno comune e risolvere le divergenze, nonché raggiungere il più presto possibile quel Codice per trasformare realmente il Mar Cinese Meridionale in un mare di pace, amicizia e cooperazione.

La Cina e i diritti delle donne: il XXX anniversario della IV Conferenza mondiale sulle donne tenuto a Pechino nel 1995

Proprio il giorno dopo la conferenza-stampa si è celebrata la Giornata internazionale della donna. Il 4-15 settembre 1995, la Cina ha ospitato la Quarta Conferenza mondiale sulle donne delle Nazioni Unite. La Dichiarazione di Pechino e la Piattaforma d’azione adottate alla conferenza sono diventate pietre miliari nella causa globale dell’uguaglianza di genere. In occasione del XXX anniversario della Conferenza mondiale di Pechino sulle donne, la Cina terrà un altro Summit globale delle donne nella seconda metà dell’anno per attuare le importanti iniziative proposte dal presidente Xi Jinping.

Nei recenti trent’anni, la Cina ha messo in pratica lo spirito della Conferenza mondiale di Pechino sulle donne e promosso risultati storici nella causa femminile cinese. La Cina implementa la politica nazionale di base di uguaglianza di genere e realizza un piano d’azione nazionale per promuovere lo sviluppo completo delle donne. Innumerevoli donne eccezionali sono diventate modelli di ruolo dei tempi e hanno dato importanti contributi alla modernizzazione della Cina.

In questo trentennio, la Cina ha guidato lo sviluppo della causa femminile a livello mondiale attraverso azioni pratiche. La Cina sostiene il lavoro di UN Women, collabora con l’Unesco per far progredire The Unesco Prize for Girls’ and Women’s Education, aiuta i Paesi in via di sviluppo a implementare 100 progetti per la salute materna e infantile e forma più di 200mila talenti femminili per oltre 180 Paesi e regioni.

Trent’anni fa Pechino fu testimone della determinazione delle donne di tutto il mondo nel perseguire l’uguaglianza. Trent’anni dopo, tutte le parti si riuniranno nuovamente a Pechino per discutere dello sviluppo della causa mondiale delle donne.

Le prospettive delle relazioni tra India e Cina

Le relazioni tra Cina e India hanno registrato progressi positivi nell’ultimo anno. Lo scorso ottobre, il presidente Xi Jinping e il primo ministro Modi si sono incontrati con successo a Kazan’ e hanno fornito indicazioni strategiche per migliorare e sviluppare le relazioni tra Cina e India. Le due parti hanno scrupolosamente attuato l’importante consenso raggiunto dai leader dei due Paesi, rafforzato gli scambi e la cooperazione pratica a tutti i livelli e ottenuto una serie di risultati positivi. La Cina e l’India sono vicini importanti l’una per l’altra. La Cina ha sempre creduto che essere partner di reciproco successo e realizzare la «danza del drago e dell’elefante» sia l’unica scelta corretta per entrambe le parti.

Come due maggiori Paesi in via di sviluppo, il compito comune è accelerare lo sviluppo e la rivitalizzazione dei rispettivi Stati. Le due parti dovrebbero sostenersi a vicenda e cooperare strettamente anziché consumarsi l’un l’altro in diatribe e timori reciproci. Ciò è in linea con gli interessi fondamentali dei due Paesi e dei loro popoli.

Essendo due civiltà antiche, esse hanno saggezza e capacità per mantenere la pace e la tranquillità nella zona di confine finché non verrà trovata una soluzione giusta e ragionevole. Si deve insistere nel non definire la relazione tra i due Paesi in base alla questione del confine e non lasciare che differenze specifiche influenzino la situazione complessiva delle relazioni tra i due Paesi.

In quanto membro importante del Sud del mondo, la Cina ha anche la responsabilità di assumere un ruolo guida nell’opporsi all’egemonia e alle politiche di potenza. È necessario non solo salvaguardare i legittimi diritti e interessi dei due Paesi, ma anche rispettare le norme fondamentali che regolano le relazioni internazionali. Se Cina e India unissero le forze, ci sarebbero grandi speranze per la democratizzazione delle relazioni internazionali e per la crescita del Sud del mondo.

Quest’anno ricorre il LXXV anniversario dell’instaurazione delle relazioni diplomatiche tra Cina e India. La Cina è disposta a collaborare con l’India per mettere a frutto le esperienze, aprire le porte al futuro e promuovere lo sviluppo delle relazioni Cina-India lungo un percorso sano e stabile.

Il rimpatrio dei concittadini all’estero e la lotta contro le attività criminali transfrontaliere, il gioco d’azzardo online e le frodi

Il Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese è molto preoccupato per i compatrioti all’estero. I loro benessere e sicurezza sono sempre stati e sono una grande preoccupazione. Nel 2024 la Cina ha rimpatriato in sicurezza più di diecimila cittadini cinesi da aree ad alto rischio come Libano e Haiti, gestito più di 50mila casi di protezione consolare, risposto a più di 500mila chiamate sulla hotline di protezione consolare e diramato più di cinquemila avvisi di sicurezza all’estero. L’obiettivo cinese è mantenere la madrepatria a un tiro di sasso.

Il gioco d’azzardo online e le frodi elettroniche rappresentano un’apprensione importante per il grande pubblico e sono anche un problema fondamentale su cui si deve tenere alta l’attenzione. Da tempo, sotto la comune preoccupazione dei leader della Cina e dei Paesi limitrofi, le forze dell’ordine e i dipartimenti diplomatici collaborano per portare avanti in modo efficace la cooperazione transfrontaliera e compiere ogni sforzo per salvare i cittadini cinesi intrappolati in questi meccanismi dolosi. Sono state bonificate tutte le aree a rischio di frode informatica nel nord del Myanmar [Birmania] vicino al confine con la Cina; in Thailandia, Myanmar e Laos c’è collaborazione per reprimere le frodi informatiche nelle rispettive zone di confine anche non cinesi (p. es. tra Thailandia e Myanmar). La missione è quella di tagliare le direzioni della malavita e sradicare il cancro delle frodi online che tendono a danneggiare le persone.

Nel 2025, il governo costruirà un sistema sicuro per la Cina basato sui “tre elementi”: in primo luogo edificherà una piattaforma di cooperazione internazionale per la sicurezza all’estero, approfondirà la cooperazione in materia di sicurezza con tutti i Paesi, in particolare quelli che partecipano alla Belt and Road Initiative e i Paesi del Lancang-Mekong Cooperation (Cambogia, RP della Cina, , Laos, Myanmar [Birmania], Vietnam e Tailandia), ed estenderà la cerchia degli alleati per l’assistenza reciproca. La seconda è quella di sfruttare al meglio una hotline di protezione consolare all’estero per fornire consulenza e assistenza 24 ore su 24, senza limiti di fuso orario. Il terzo è quello di migliorare una serie di meccanismi di collegamento tra allerta-rischi e risposta alle emergenze, per garantire una protezione consolare più efficiente ai connazionali all’estero e dare tranquillità ai cittadini.

 

 

 

 

 


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