Resilienza e affidabilità. Terna allunga il passo sugli investimenti strategici per la rete italiana, rigorosamente in chiave transizione. La società guidata da Giuseppina Di Foggia e partecipata da Cassa depositi e prestiti, ha alzato il velo sul piano di sviluppo che guarda al 2034 e che poggia su 23 miliardi di investimenti nei prossimi dieci anni. Uno scatto, rispetto al precedente piano, di ben il 10%. D’altronde, i prossimi anni saranno decisivi per la messa a terra di tutte le opere connesse al Pnrr. E Terna sta facendo la sua parte.
Questi i driver del piano. Sviluppare infrastrutture abilitanti e innovative, funzionali al raggiungimento della capacità obiettivo efficiente, per aumentare i limiti di transito tra le sezioni di mercato e massimizzare lo scambio di energia, risolvere le congestioni locali, garantendo l’esercizio in sicurezza all’interno delle zone di mercato, tramite la pianificazione di interventi intrazonali, rispondere in modo efficiente a tutte le richieste di connessione alla rete attraverso la definizione di un nuovo modello, la programmazione territoriale efficiente e garantire la stabilità e la sicurezza della rete elettrica e l’integrazione dei mercati tramite le interconnessioni con l’estero, che consentono una gestione flessibile e bilanciata delle risorse energetiche, favorendo gli scambi tra le reti nazionali.
Entrando nel merito del piano, coerente con i target definiti dal Piano nazionale integrato per l’energia e il clima 2024 che prevede un incremento della capacità installata solare ed eolica di oltre 65 GW al 2030 e di 94 GW al 2035, consentiranno un significativo incremento della capacità di scambio di energia tra zone di mercato, raggiungendo circa 39 GW rispetto agli attuali 16 GW, con un aumento del 22% rispetto al precedente piano. In aggiunta, il Terna punta all’aumento della capacità di trasporto con l’estero di circa il 40% rispetto ai valori attuali, considerando tutte le opere incluse nel piano anche oltre l’orizzonte decennale, grazie ai futuri progetti di interconnessione elettrica che aumenteranno l’affidabilità e la sicurezza della rete.
Uno sforzo che avrà un impatto non da poco, in termini ambientali. Come si legge nei documenti del piano industriale, infatti, entro il 2030, grazie agli interventi citati, è prevista una riduzione complessiva delle emissioni di CO2 fino a circa 2.000 kt/anno, e fino a 12.100 kt/anno entro il 2040: quest’ultimo dato rappresenta un miglioramento del 2,5% rispetto al piano precedente.
D’altronde, “di fronte alla gestione dell’ingente quantitativo di richieste di connessione, aumentate negli ultimi anni, che ha causato congestioni amministrative e difficoltà autorizzative, oltre che un costo infrastrutturale più elevato, è risultato necessario adottare un approccio differente, per assicurare efficienza nella realizzazione delle opere abilitanti la connessione delle nuove risorse, minimizzando i costi per il sistema e l’impatto delle infrastrutture sul territorio”.
La cifra del piano è stata data poi dalla stessa Di Foggia, per la quale “il piano di sviluppo presentato oggi risponde alle urgenti necessità che il contesto attuale impone. Investire nella pianificazione, nell’ammodernamento e nella digitalizzazione delle reti elettriche è infatti essenziale per far fronte alla crescente domanda di energia e all’integrazione delle fonti rinnovabili. Con 23 miliardi di euro nei prossimi dieci anni, puntiamo ad assicurare al Paese un sistema affidabile, resiliente e sostenibile”.
Il filo conduttore, comunque, è sempre la transizione. “Una rete di trasmissione adeguata e interconnessa, insieme alle attuali misure legislative e agli strumenti di incentivazione”, ha messo in chiaro il numero uno di Terna, “è il fattore abilitante per raggiungere i target previsti dal Piano nazionale per l’energia e il clima al 2030. L’avvio della fase realizzativa delle nostre principali infrastrutture elettriche, come il Tyrrhenian Link, l’Adriatic Link, operative entro il 2030 e il collegamento tra Sardegna, Corsica e Toscana, conferma l’impegno di Terna nel gestire la transizione energetica del Paese”.
C’è poi il ruolo dell’Italia come hub mediterraneo delle reti elettriche. “Per la sua posizione geografica strategica al centro del Mediterraneo”, si legge nei documenti del piano, “l’Italia rappresenta un ponte energetico tra Europa, Nord Africa e Medio Oriente. Il Piano di Sviluppo 2025, dunque, conferma gli interventi di interconnessione con l’estero al fine di garantire sicurezza, sostenibilità ed efficienza, tramite la possibilità di mutuo soccorso tra sistemi interconnessi. In aggiunta, queste infrastrutture costituiscono un fondamentale strumento di flessibilità per condividere risorse di generazione e capacità di accumulo, a fronte della variabilità della produzione rinnovabile”.
Tra i principali progetti pianificati dalla società ci sono Sa.Co.I.3, per l’ammodernamento e il potenziamento dell’attuale interconnessione tra Sardegna, Corsica e Toscana. A febbraio sono stati avviati i cantieri del tratto terrestre in Sardegna. Poi c’è Elmed, finanziato con oltre 300 milioni di euro dal programma comunitario Connecting Europe Facility, il progetto di interconnessione tra Italia e Tunisia, che è uno degli interventi previsti dal Piano Mattei per l’Africa.
Ancora, il raddoppio interconnessione Italia-Grecia: a gennaio 2024 è stata avviata la consultazione pubblica per il nuovo collegamento che sarà composto da due cavi sottomarini di 250 km e potenza fino a 1.000 MW e due cavi terrestri in corrente continua di 50 km che uniranno l’approdo di Melendugno, in Puglia, alla costa greca.
L’intervento consentirà la gestione in sicurezza dell’intera Zona Sud e favorirà approvvigionamenti efficienti di energia, grazie alla possibilità di abilitare nuove risorse attraverso il coupling del mercato elettrico e di mantenere lo scambio di energia tra i due Paesi anche in presenza di manutenzioni. Nel documento sono poi previsti ulteriori rinforzi infrastrutturali entro il 2034, tra i quali figurano la Milano-Montalto (elettrodotto in corrente continua con una capacità di 2100 MW che collegherà Lazio e Lombardia), il Central Link (la ricostruzione, sul medesimo tracciato, degli elettrodotti a 220 kV tra Umbria e Toscana), la dorsale Adriatica (collegamento in corrente continua tra Foggia e Forlì) e la Montecorvino-Benevento (nuovo collegamento tra le due aree).
Terna, in questo senso, prevede inoltre la realizzazione di importanti infrastrutture che hanno l’obiettivo di aumentare il livello di sicurezza della rete e la capacità intrazonale. Si tratta di interventi che favoriscono lo scambio di energia all’interno della stessa zona di mercato, funzionali all’integrazione delle fonti rinnovabili e alla risoluzione delle congestioni di rete a livello locale.
Tra le opere previste, tre collegamenti a 380 kV in Sicilia (Chiaramonte Gulfi-Ciminna, Caracoli-Ciminna e Paternò-Priolo) e uno in Lombardia (Milano-Brescia). “Il piano di sviluppo 2025”, spiega la società per la rete elettrica, “si pone l’obiettivo di estrarre maggior valore dagli asset esistenti, tramite interventi di tipo “capital light”, che si basano su strumenti e soluzioni innovative e che si affiancano ai tradizionali interventi infrastrutturali, consentendo di perseguire rilevanti benefici per la rete”.
Inoltre, nel piano sono presenti ulteriori progetti di interconnessione, noti come Merchant Lines, a cura di altri promotori e/o non titolari di concessioni di trasporto. Il numero di tali iniziative ha subito un’accelerazione negli ultimi anni, anche in considerazione del Piano Mattei, delle recenti evoluzioni in ambito energetico in Nord Africa e dell’interesse di privati a sviluppare progetti per un sistema elettrico sempre più interconnesso.
Infine il tema della programmazione territoriale efficiente. “La gestione di un ingente quantitativo di richieste di connessione, aumentate negli ultimi anni”, si legge ancora nella documentazione del piano, “ha causato congestioni amministrative e difficoltà autorizzative, oltre che un costo infrastrutturale più elevato per via della potenziale ridondanza di opere di rete. Per tali motivi, è risultato necessario adottare un approccio differente, per assicurare efficienza nella realizzazione delle opere abilitanti la connessione delle nuove risorse, minimizzando i costi per il sistema e l’impatto delle infrastrutture sul territorio”.
E, al fine di rendere trasparenti agli operatori coinvolti le informazioni sugli interventi di sviluppo infrastrutturale, di gestire il processo di connessione delle opere autorizzate in modo efficiente, e di rivedere le soluzioni già rilasciate che non hanno completato l’iter autorizzativo secondo un principio di trasparenza, “Terna ha proposto alle istituzioni un nuovo modello denominato Programmazione territoriale efficiente lanciando, a giugno del 2024, il portale TE.R.R.A. (Territorio, Reti, Rinnovabili, Accumuli)”.