In 60 minuti ribadita la forte intesa tra Usa e Italia. La tesi di Roma è che occorre impedire guerre commerciali perché “non fanno bene a nessuno”, inoltre bisogna evitare “dichiarazioni roboanti, ma bisogna cercare di lavorare affinché il nostro sistema industriale possa continuare ad essere protagonista dell’export, che rappresenta il 40% del pil”
Ucraina, dazi, Medio oriente e difesa. In un’ora di colloquio Antonio Tajani e Marco Rubio hanno fatto un punto ragionato sui dossier che investono le relazioni tra Italia e Stati Uniti. E averlo fatto in occasione della ministeriale Esteri del G7 in Canada è strategico per due ragioni: offrire un contributo costruttivo alle emergenze sul tavolo internazionale e ribadire la special relationship che esiste tra Casa Bianca e Palazzo Chigi, mettendo l’accento sul ruolo italiano di soggetto dialogante che lavora per evitare che qualcuno allarghi il solco tra Ue e Usa.
Il ruolo italiano nell’atlantismo
Giorgia Meloni lo ha detto sin dal vertice informale di Parigi sull’Ucraina che la priorità numero uno è preservare la relazione ideale e valoriale tra vecchio continente e Stati Uniti e il titolare della Farnesina lo ha consolidato al segretario di Stato americano ragionando di Ucraina, difesa e dazi. “L’incontro con Rubio è stato molto molto positivo – ha osservato Tajani – È durato quasi un’ora. Abbiamo affrontato tutte le questioni di politica internazionale. Abbiamo parlato a lungo di Ucraina, di Medio Oriente, di sicurezza del continente europeo e sulla necessità di investire in Difesa. La decisione italiana di arrivare al 2% del Pil è stata apprezzata dagli Stati Uniti, abbiamo collaborazioni con Fincantieri con gli Stati Uniti. Abbiamo anche parlato della nuova situazione a livello commerciale”.
Le proposte sui singoli temi
La traduzione in fatti di questo assunto si ritrova nell’intenzione italiana di evitare un braccio di ferro sui dazi, perché “non serve a nessuno, Europa e Stati Uniti sono due facce della stessa medaglia, quindi ritengo che la migliore strada da seguire sia quella del dialogo, del confronto”. Secondo Tajani gli Stati Uniti intendono dialogare con l’Italia “per quanto riguarda le cose di nostra competenza, poi ci sarà il dialogo che dovrà essere fatto con la Commissione europea che ha la competenza esclusiva in materia”. Infine le cooperazioni bilaterali “e noi siamo pronti a fare tutto ciò che serve per risolvere i problemi”. La tesi di Roma è che occorre impedire guerre commerciali perché “non fanno bene a nessuno”, inoltre bisogna evitare “dichiarazioni roboanti, ma bisogna cercare di lavorare affinché il nostro sistema industriale possa continuare ad essere protagonista dell’export, che rappresenta il 40% del pil”.
L’amicizia tra Usa e Italia
Tajani è convinto che “negli Stati Uniti noi potremo continuare ad esportare magari investendo di più, internazionalizzando alcune nostre imprese, per riequilibrare anche la bilancia commerciale che oggi è tutta a favore dell’Italia”. I due governi sono al lavoro per immaginare soluzioni che possono essere trovate, “bisogna lavorare, l’incontro è stato molto positivo, l’amicizia tra Italia e Stati Uniti è ancora più solida, è un’amicizia che non è legata a questo o a quel governo, è un’amicizia antica che è rinforzata anche dalla presenza di tanti italo-americani, lo stesso segretario di Stato Rubio ha qualche antenato. Spero di poterlo accompagnare laddove ha individuato un’origine di qualche suo familiare”. In questa direzione Tajani ha chiesto a Rubio uno sforzo al fine di poter ottenere la liberazione dei prigionieri politici italiani, oltre al cooperante Alberto Trentini detenuto in Venezuela dal novembre scorso.