Skip to main content

Washington sta mediando per un accordo tra Russia e Ucraina sul Mar Nero

Le delegazioni di Kyiv e Mosca discutono con gli Stati Uniti la possibilità di un cessate il fuoco parziale nelle acque del Mar Nero, con la sospensione degli attacchi a porti e strutture marittime per garantire il commercio. Sulla scia dell’accordo sul grano abbandonato due anni fa

In queste ore l’Arabia Saudita è tornata a ospitare nuovi round di colloqui tra le delegazioni di Washington, Kyiv e Mosca, che tra la sera di domenica e la mattina di lunedì si sono incontrate in momenti separati (nella prima occasione sono convenute al tavolo la delegazione ucraina e quella statunitense, nella seconda occasione quella statunitense e quella russa) per discutere di possibili progressi verso un’interruzione degli scontri.

In particolare, il focus di entrambi gli incontri sembra essere il raggiungimento di un cessate il fuoco nel bacino del Mar Nero che permetterebbe una libera navigazione civile e commerciale nelle acque, secondo quanto affermato alla Cbs da Mike Waltz, consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, il quale ha detto che i colloqui si concentreranno su un “cessate il fuoco marittimo in modo che entrambe le parti possano spostare grano, carburante e ricominciare a condurre scambi commerciali nel Mar Nero”.

Un obiettivo che sembra essere tutt’altro che irraggiungibile: già nelle scorse settimane il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva incluso l’opzione di un’interruzione delle attività militari nel bacino del Mar Nero come possibile passo da intraprendere per dimostrare al presidente statunitense Donald Trump (con cui i rapporti si erano incrinati dopo lo showdown avvenuto in diretta televisiva nello studio ovale) la buona volontà dell’Ucraina nei confronti dei negoziati. Inoltre, negli ultimi mesi l’area non è stata teatro di intense operazioni militari, soprattutto in seguito al riposizionamento della flotta russa nei porti della costa orientale del Mar Nero, avvenuto per ridurre l’esposizione dei propri vascelli ad eventuali attacchi da parte di droni ucraini.

Waltz ha aggiunto anche che i colloqui si sposteranno poi sulla “linea di controllo”, compresi i dettagli dei meccanismi di mantenimento della pace e di verifica per congelare la linea del fronte. I futuri negoziati si concentreranno sullo scambio di “territorio in cambio di pace permanente” e su “ciò di cui gli ucraini tendono a parlare – come garanzie di sicurezza”.

Secondo Serhii Leshchenko, consigliere dell’Ufficio presidenziale ucraino, i colloqui che hanno avuto luogo il 23 marzo tra la delegazione ucraina (guidata dal ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov e comprendente il consigliere militare del presidente Pavlo Palisa, il consigliere per la politica estera Ihor Zhovkva e diversi ufficiali militari) e quella statunitense (guidata da Andrew Peek, del Consiglio di sicurezza nazionale, e da Michael Anton, capo della pianificazione politica del Dipartimento di Stato) sono stati  “costruttivi e vantaggiosi”, e sono stati affrontati temi concreti. “La discussione ha riguardato un cessate il fuoco reciproco: noi non attaccheremo le loro strutture (russe) in mare e sui fiumi, e loro non attaccheranno le nostre strutture, i nostri porti di Kherson e Mykolaiv, i porti della Grande Odessa”, ha detto il consigliere in onda sulla televisione nazionale.

La stessa tematica è adesso oggetto delle discussioni tra la delegazione statunitense (composta di nuovo da Anton, con l’aggiunta dell’assistente dell’inviato speciale di Donald Trump per l’Ucraina e la Russia Keith Kellogg e del consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz) quella russa (guidato da Grigory Karasin, capo del Comitato per gli Affari Internazionali del Consiglio della Federazione, e da Sergey Beseda, consigliere del direttore del Servizio di Sicurezza Federale russo). Secondo fonti vicine al Cremlino, sarebbe in ballo la ripresa dell’accordo sul grano sponsorizzato dalle Nazioni Unite e poi abbandonato da Mosca nel 2023.


×

Iscriviti alla newsletter