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Tutte le reazioni nel mondo ai dazi di Trump. Scrive Valori

Il 2 aprile il presidente degli Stati Uniti d’America Trump ha firmato alla Casa Bianca due ordini esecutivi sui cosiddetti dazi reciproci, annunciando che avrebbero stabilito un “dazio minimo di riferimento” del 10% sui propri partner commerciali e imposto dazi più elevati ad alcuni partner. Tutte le reazioni. L’opinione di Giancarlo Elia Valori

«Non provochiamo problemi, ma non ne abbiamo paura. Pressioni e minacce non sono il modo giusto per trattare con la Repubblica Popolare della Cina». Il 5, l’agenzia di stampa Xinhua ha pubblicato la «Posizione del governo cinese per contrastare l’abuso dei dazi doganali da parte degli Stati Uniti d’America», sottolineando solennemente che di recente gli Stati Uniti d’America hanno annunciato varie scuse per abusare dei dazi doganali su tutti i partner commerciali, inclusa la Cina, violando gravemente i diritti e gli interessi legittimi di tutti i Paesi, violando gravemente le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio, danneggiando gravemente il sistema commerciale multilaterale basato su regole e incidendo seriamente sulla stabilità dell’ordine economico globale.

Il governo cinese condanna fermamente e si oppone fermamente a tutto ciò. «La Cina ha adottato e continuerà ad adottare misure ferme per salvaguardare la propria sovranità, la propria sicurezza e i propri interessi di sviluppo». Il 2 aprile gli Stati Uniti d’America hanno annunciato l’imposizione di «dazi reciproci» a tutti i partner commerciali; il «dazio reciproco» sulla Cina ha raggiunto il 34%. Il 4, la Cina ha lanciato 11 frecce contemporaneamente e contrattaccato rapidamente e con decisione.

Secondo The Irish Times la portata della risposta del governo cinese dimostra che il Paese è pronto ad affrontare una brutale battaglia economica con Washington. Oltre alla Cina, il primo ministro canadese Carney ha annunciato di recente che verrà imposta una tariffa del 25% sulle auto statunitensi. Secondo quanto riportato dai media statunitensi, la Francia starebbe sollecitando l’Unione Europea a prendere di mira le grandi aziende tecnologiche statunitensi attraverso una tassa sui servizi digitali, mentre il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord sta stilando un elenco di prodotti statunitensi che potrebbero essere soggetti a tariffe di ritorsione. Ralph Goodale, Alto Commissario del Canada nel Regno Unito, ha dichiarato in un’intervista alla Bbc che le azioni intraprese dal governo degli Stati Uniti d’America sono del tutto illogiche, che gli Stati Uniti d’America ne soffriranno e che alla fine gli statunitensi convinceranno il loro governo a porre fine a un comportamento così stupido.

Il 5 aprile si sono svolte proteste contro l’amministrazione Trump in molte località degli Stati Uniti d’America. I manifestanti di New York tenevano in mano un cartello con l’immagine di un pinguino per opporsi alla politica tariffaria del governo degli Stati Uniti d’America. Il 2, il presidente degli Stati Uniti d’America Trump ha annunciato l’imposizione di «dazi reciproci» sui partner commerciali, e perfino le isole disabitate dell’Oceano Indiano «piene di foche, pinguini e altri volatili» sono state incluse nel campo di applicazione della tassa.

Il 2 aprile, il presidente degli Stati Uniti d’America Trump ha firmato alla Casa Bianca due ordini esecutivi sui cosiddetti «dazi reciproci», annunciando che gli Stati Uniti d’America avrebbero stabilito un «dazio minimo di riferimento» del 10% sui propri partner commerciali e imposto dazi più elevati ad alcuni partner commerciali. Tra questi l’aliquota «dazio reciproco» imposta dagli Stati Uniti d’America alla Cina è del 34%, quella all’Unione Europea del 20%, quella al Brasile e al Regno Unito del 10%, quella alla Repubblica di Corea (sud) e al Giappone del 25% e del 24% rispettivamente, e quella all’Indonesia e alla Thailandia del 32% e del 36%.

Il governo cinese condanna fermamente e si oppone alle pressioni tariffarie degli Stati Uniti d’America. La «Posizione» afferma che l’apertura e la cooperazione sono la tendenza storica e che il mondo non tornerà mai e non dovrebbe tornare a uno stato di reciproca chiusura e divisione. Ciò che la gente vuole sono il vantaggio reciproco e la vittoria per tutti, e l’intimidazione economica che danneggia i vicini alla fine si ritorcerà contro i promotori di tali iniziative. «Non ci sono vincitori nelle guerre commerciali e nelle guerre tariffarie e il protezionismo non ha via d’uscita». Il presidente Xi Jinping ha affermato: «Il mondo ha bisogno di giustizia, non di egemonia!».

Il 4 aprile la Cina ha lanciato undici frecce contemporaneamente. La Commissione tariffaria del Consiglio di Stato, il ministero del Commercio e l’Amministrazione generale delle dogane hanno emesso in successione una serie di contromisure contro gli Stati Uniti d’America, tra cui una tariffa del 34% su tutte le merci importate originarie degli Stati Uniti d’America a partire dalle 12:01 del 10 aprile; essi hanno intentato causa contro gli Stati Uniti d’America per pratiche correlate nell’ambito del meccanismo di risoluzione delle controversie dell’Organizzazione mondiale del commercio e hanno inserito una serie di entità o società statunitensi nell’elenco dei controlli sulle esportazioni o nell’elenco delle entità inaffidabili, hanno imposto controlli sulle esportazioni su articoli medi e pesanti correlati alle terre rare e hanno sospeso le qualifiche per l’esportazione di prodotti avicoli di due società statunitensi, di sorgo di una società e di farina di ossa di pollame di tre società verso la Cina.

Bloomberg ritiene che le misure, sopra menzionate, relative alle terre rare avranno un impatto di vasta portata sulle aziende statunitensi, poiché queste terre rare vengono utilizzate nei laser ottici, nelle apparecchiature radar, nei magneti ad alta potenza per turbine eoliche, nei rivestimenti dei motori a reazione, nelle comunicazioni e in altre tecnologie avanzate.

La Cnn ha citato Craig Singleton, ricercatore senior presso la Foundation for Defense of Democracies, il quale ha affermato che il governo cinese sta prendendo provvedimenti drastici nei confronti dei settori politicamente sensibili: agricoltura, prodotti industriali, alcune terre rare, e i nuovi elementi dell’Elenco delle entità inaffidabili cinesi (Chinese Unreliable Entity List: questo elenco include entità e individui stranieri ritenuti inaffidabili dal governo cinese per azioni che violano le regole del mercato o gli obblighi contrattuali; le misure includono restrizioni al commercio, agli investimenti e ad altre attività commerciali per proteggere gli interessi economici della Cina e garantire pratiche di mercato eque) pur mantenendo aperta la sua economia nel suo complesso. Il rapporto ritiene che le ultime tariffe statunitensi sui prodotti cinesi siano più elevate di quanto previsto da molti analisti e potrebbero rimodellare radicalmente il rapporto di interdipendenza decennale tra i due Paesi e i relativi scambi commerciali per un valore di circa 500 miliardi di dollari. Il contrattacco della Cina è più completo del precedente.

La politica tariffaria del governo statunitense è stata osteggiata e contrastata anche da altri Paesi in tutto il mondo. Secondo quanto riportato da Reuters e Agence France-Presse, il primo ministro britannico Keir Starmer ha scritto sul Daily Telegraph il 6 aprile che «il mondo come lo conosciamo è finito» e che il nuovo mondo sarà meno dominato da regole stabilite e «più dominato da accordi e alleanze». Il governo del Regno Unito è pronto a intervenire per aiutare a «proteggere» le aziende britanniche dai nuovi dazi statunitensi e ha proposto un intervento statale nei settori più colpiti. Nel rapporto si legge che il Regno Unito ha pubblicato il 2 aprile un elenco di 400 pagine di prodotti statunitensi, che potrebbero essere inclusi in un’eventuale risposta tariffaria di ritorsione.
Inoltre, secondo l’Agence France-Presse, l’ufficio del primo ministro britannico ha dichiarato il 5 aprile che quel giorno Starmer aveva avuto una telefonata con il presidente francese Macron. Entrambe le parti hanno concordato che «una guerra commerciale non è nell’interesse di nessuno», ma che «nulla è escluso» dopo che gli Stati Uniti d’America hanno imposto tariffe elevate.

In un’intervista pubblicata su Le Parisien il 6 aprile, il primo ministro francese François Bayrou ha affermato che la decisione di Trump di aumentare i dazi potrebbe far perdere alla Francia più dello 0,5% del suo Pil. Il quotidiano francese L’Echo ha riferito il 5, citando alcune fonti, che Macron spera di risolvere la questione attraverso negoziati, ma è anche pronto a prendere in considerazione opzioni che prendano di mira i settori tecnologico e dei servizi degli Stati Uniti d’America, se necessario. L’attuale vice cancelliere, nonché ministro dell’Economia tedesco uscente Robert Habeck ha paragonato la nuova politica tariffaria di Trump al conflitto tra Russia e Ucraina, affermando che «la portata e la risolutezza della risposta devono essere commisurate».

Tuttavia, secondo Bloomberg, il ministro italiano dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, e il ministro spagnolo dell’Economia, del Commercio e delle Imprese Carlos Cuerpo Caballero hanno dichiarato, durante un evento tenutosi il 5 aprile, che non dovrebbero rispondere in modo eccessivo ai dazi statunitensi. Bloomberg ha affermato che ciò evidenzia le divisioni all’interno dell’Ue sulla questione fra Paesi con attributi e altri con meno.

Il confinante-nord degli Stati Uniti d’America, il Canada, ha annunciato delle contromisure. Il 3 aprile, il primo ministro canadese Mark Carney ha annunciato in una conferenza stampa a Ottawa che il governo canadese imporrà una tariffa del 25% su tutte le auto importate dagli Stati Uniti d’America che non saranno conformi all’Accordo Usa-Messico-Canada. Carney ha anche affermato che il Canada ha presentato un reclamo all’Organizzazione mondiale del commercio, sostenendo che i dazi statunitensi violano le leggi sul commercio internazionale.

Secondo quanto riportato dal quotidiano canadese Globe and Mark, Carney ha dichiarato durante un evento della sua campagna elettorale, tenutosi il 5 aprile, che la nuova posizione degli Stati Uniti d’America sul commercio è simile alla Brexit della Gran Bretagna e che l’impatto dei dazi sugli Stati Uniti d’America, come l’impatto della Brexit sull’economia britannica, richiederà del tempo per manifestarsi. In qualità di ex governatore della Banca d’Inghilterra, ha affermato che questa esperienza lo ha preparato all’attuale guerra commerciale.

Anche all’interno degli Stati Uniti d’America si sentono voci contrarie. Secondo Axios. Breaking news, U.S. news and politics, and local news, il governatore della California, Gavin Newsom, ha dichiarato il 4 aprile che sta cercando di raggiungere un accordo con altri Paesi per garantire che la California sia protetta dalle contromisure causate dalla progressiva intensificazione della guerra commerciale da parte di Trump. Il rapporto cita una dichiarazione dell’ufficio di Newsom secondo cui l’economia e i lavoratori della California dipendono fortemente dal commercio con Messico, Canada e Cina e che le contromisure di questi Paesi avranno un impatto «enorme» sulle aziende, sugli agricoltori e sugli allevatori della California.

Secondo un rapporto di Consumer News and Business Channel del 5 aprile, diverse fonti hanno rivelato che un gruppo di personaggi noti del settore finanziario e tecnologico hanno intenzione di recarsi nella tenuta di Trump a Mar-a-Lago, in Florida, per «avere una discussione di buon senso sulla sua politica tariffaria globale». Anche Elon Musk, il miliardario alleato di Trump, ha affermato che l’Europa e gli Stati Uniti d’America dovrebbero procedere verso l’azzeramento dei dazi doganali, ha riportato Reuters.

A causa della politica tariffaria statunitense, il 4 aprile il mercato azionario statunitense è crollato drasticamente. Il Dow Jones Industrial Average Overview (DJIA) è sceso del 5,5%, lo Standard & Poor’s 500 è crollato di quasi il 6% e il Nasdaq (National Association of Securities Dealers Automated Quotation-Associazione nazionale degli operatori in titoli con quotazione automatizzata) è sceso del 5,8%, entrando in territorio ribassista. Secondo l’Associated Press, questo è stato il giorno peggiore per il mercato azionario statunitense dal 2020, mentre il secondo giorno peggiore si è verificato il 3 aprie. Secondo l’Agence France-Presse, le azioni statunitensi sono crollate per due giorni consecutivi, cancellando oltre 5 trilioni di dollari di valore di mercato.

«Nanyang Sin-Chew Lianhe Zaobao» di Singapore ha riferito che Trump ha ammesso il 4 aprile che i dazi hanno causato shock globali, ma ha anche esortato il popolo statunitense a «resistere». Tuttavia, c’è chi ha già iniziato a fare i calcoli economici. Secondo quanto riportato da Reuters, alcuni analisti avrebbero affermato che il telefono iPhone 16 più economico verrà lanciato negli Stati Uniti d’America al prezzo di 799 dollari. Considerando che la maggior parte degli iPhone viene prodotta in Cina, se Apple scaricasse i costi tariffari sui consumatori, il prezzo potrebbe salire a 1.142 dollari. L’imprenditore Mark Cuban, noto investitore e miliardario statunitense, ha invitato le persone a iniziare a fare scorta sui social media: «Dal dentifricio al sapone, tutto ciò che può essere conservato dovrebbe essere acquistato il prima possibile, preferibilmente prima che il negozio si rifornisca».

Molti organi di informazione ritengono che la politica tariffaria più estesa finora adottata dagli Stati Uniti d’America possa intensificare le tensioni commerciali e destabilizzare l’economia globale. Il quotidiano britannico The Guardian ha affermato che la dichiarazione di Trump sui «dazi reciproci» ha causato un crollo dei mercati finanziari mondiali, esacerbando i timori circa una recessione economica globale. La banca d’investimento JPMorgan ha dichiarato di prevedere una probabilità del 60% di recessione globale entro la fine dell’anno, in aumento rispetto alla precedente stima del 40%.


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