Londra blocca l’export di gamepad verso la Russia, denunciandone l’uso per il controllo dei droni. Il pacchetto sanzionatorio si allarga anche a software energetici e componenti elettronici critici. Ma Mosca non è felice
Il governo britannico ha annunciato ieri un nuovo pacchetto di 150 sanzioni commerciali contro la Russia, con l’obiettivo dichiarato di “soffocare la macchina da guerra russa, salvare vite ucraine e proteggere le imprese britanniche dallo sfruttamento cinico del Cremlino”. Lo ha dichiarato il ministro delle Sanzioni, Stephen Doughty, presentando le misure che entrano in vigore immediatamente.
Tra le novità più insolite figura il divieto di esportazione verso la Russia di controller per console da gioco, che, secondo il governo britannico, vengono utilizzati per pilotare droni sul fronte ucraino. “Stiamo vietando completamente i controller per videogiochi destinati alla Russia, impedendo che vengano usati per pilotare droni al fronte: le console non saranno più riconvertite per uccidere in Ucraina”, ha sottolineato Doughty. Per quanto possa apparire bizzaro, l’impiego di periferiche videoludiche sui campi di battaglia è un fenomeno tutt’altro che nuovo: già durante le campagne in Iraq e in Afghanistan sono emerse testimonianze dell’utilizzo di controller commerciali sviluppati per un utilizzo su console da parte delle forze armate americane .
Le nuove sanzioni promosse da Londra si concentrano in modo particolare sul blocco delle esportazioni di tecnologie e software avanzati destinati ai settori della difesa e dell’energia russi. Tra questi, anche programmi informatici capaci di individuare ed esplorare nuovi giacimenti di petrolio e gas. “Tagliare i ricavi energetici alla Russia prosciugherà il forziere di guerra di Putin”, ha spiegato Doughty. “Per questo stiamo bloccando la vendita di software sofisticati usati per sfruttare nuove risorse, evitando che l’expertise britannica venga impiegata per alimentare la guerra”.
Il pacchetto vieta inoltre l’esportazione dei cosiddetti beni “ad alta priorità comune” (Common High Priority goods), tra cui componenti elettronici fondamentali come amplificatori e circuiti, ritenuti “critici” per lo sviluppo militare russo. Vengono inoltre bloccati con il pacchetto di sanzioni anche i trasferimenti verso la Russia di sostanze chimiche, apparecchiature elettroniche, macchinari e metalli.
Questo nuovo orientamento del governo britannico riflette una crescente enfasi sulle sanzioni commerciali rispetto a quelle finanziarie. Appositamente per questo scopo nell’ottobre 2024 è stato istituito l’Ufficio per l’Attuazione delle Sanzioni Commerciali (Office for Trade Sanctions Implementation), che opera sotto la direzione del Dipartimento per le Imprese e il Commercio.
La reazione russa all’annuncio di Londra non si è fatta attendere. Mosca ha infatti vietato l’ingresso nei confini della Federazione a ventuno parlamentari britannici, con una collocazione politica trasversale, accusandoli di “affermazioni ostili” e di diffondere “narrazioni anti-russe fabbricate”. I parlamentari sanzionati provengono da tutto lo spettro politico e molti di loro avevano recentemente chiesto il sequestro degli asset russi congelati per finanziare gli sforzi bellici dell’Ucraina.