La visita segna un momento storico nelle relazioni tra i due Paesi, con il sovrano che diventa il primo monarca britannico a rivolgersi al Parlamento italiano in seduta comune. Il discorso, pronunciato in parte in italiano, ha sottolineato i legami storici e culturali tra Italia e Regno Unito, affrontando temi globali come il cambiamento climatico e il sostegno all’Ucraina. Presto esercitazioni bilaterali in occasione del dispiegamento del Carrier Strike Group guidato dalla HMS Prince of Wales
Italia e Regno Unito sono due popoli e due nazioni le cui storie sono “profondamente intrecciate tra loro” e “naturalmente intrecciate con quelle del nostro continente europeo”. È in queste parole, pronunciate rivolgendosi al Parlamento italiano in seduta comune, il senso della visita in Italia di re Carlo III del Regno Unito: una sorta di reset delle relazioni con gli alleati dopo la Brexit. Oggi, nel giorno del suo ventesimo anniversario di matrimonio con la regina Camilla (lei a Montecitorio con lo stesso abito indossato in occasione delle sue nozze nel 2005 alla Windsor Guildhall), il sovrano è diventato il primo monarca britannico a rivolgersi a una sessione congiunta del Parlamento italiano e il quarto straniero a farlo. Stamattina era stato accolto a Villa Pamphilj da Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, dopo l’incontro di ieri al Quirinale con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, prima del pranzo di Stato di questa sera.
Un discorso (un po’ in italiano)
Il sovrano ha iniziato il suo discorso – focalizzato sui rapporti bilaterali ma anche su questioni globali come clima e natura – in italiano. Figure a lui vicine raccontano che si è esercitato molto con il suo italiano nelle ultime settimane. In italiano ha voluto esprimere “profonda gratitudine” per i “coraggiosi civili italiani” che hanno dato rifugio ai soldati britannici e alleati durante la Seconda guerra mondiale mettendo a rischio la loro vita. “Oggi l’eco di quei tempi, che speravamo ardentemente fossero stati consegnati alla storia, riecheggia su tutto il nostro continente”, ha spiegato sottolineando che “la pace non può essere mai data per scontata” ed evidenziando il sostegno di Regno Unito e Italia all’Ucraina. Anche la conclusione dell’intervento è stata in italiano: quando avremo superato assieme le sfide del nostro tempo, potremo dire con Dante “e quindi uscimmo a riveder le stelle”, ha concluso il sovrano.
I rapporti nella difesa
Il sovrano ha ricordato gli sforzi congiunti nel settore della difesa in cui i legami bilaterali sono “più stretti che mai”, per citare quanto aveva detto nei giorni scorsi dall’ambasciatore britannico a Roma, Ed Llewellyn. Ciò “è fondamentale in un’Europa che cambia”, con “entrambi i nostri Paesi” che “sono fermi nel sostegno all’Ucraina”, aveva aggiunto. Ieri il ministero della Difesa britannico ha annunciato che il Carrier Strike Group 2025 partirà il 22 aprile, guidato dalla portaerei HMS Prince of Wales, per attraversare il Mediterraneo, il Canale di Suez, il Mar Rosso, l’Oceano Indiano e raggiungere Giappone e India. Sono previste esercitazioni con la Marina e l’Aeronautica italiane, come accaduto quattro anni fa quando il Carrier Strike Group britannico, capitanato dalla HMS Queen Elizabeth, fece anche tappa nel porto siciliano di Augusta. Inoltre, Italia e Regno Unito sono impegnati, assieme al Giappone, nel Global Combat Air Programme, per lo sviluppo di un caccia di sesta generazione.
I precedenti
Prima di lui erano stati altri tre i capi di Stato esteri a rivolgersi al parlamento italiano. Il 29 settembre 1998 re Juan Carlos I di Spagna fu il primo capo di Stato estero a rivolgersi al Parlamento italiano in seduta comune con un discorso focalizzato sull’Europa (negli archivi c’è anche una foto con Mattarella, allora vicepresidente del Consiglio). Il 14 novembre 2002 papa Giovanni Paolo II, affaticato e raggiungendo lo scranno più alto aiutandosi con il bastone, si rivolse ai parlamentari toccando i problemi della società italiana, dalla denatalità alla situazione delle carceri, e chiedendo al Paese di far crescere “la sua solidarietà e coesione interna” e all’Europa di aprire “ancora” le sue porte a Cristo. L’11 dicembre scorso è toccato al figlio di Juan Carlos, re Felipe VI, rivolgersi al parlamento italiano in seduta comune per sottolineare l’amicizia e la fratellanza tra i due Paesi uniti da una “ferrea dimensione euroatlantica”. Siamo due Paesi, ha ricordato con riferimento a fascismo e franchismo, “che hanno una chiara consapevolezza del passato, in particolare del fatto che c’è un passato che non deve e non può ripetersi neanche per scherzo”.