A una settimana dall’incontro Meloni-Trump-Vance, il ministro dell’Economia vola negli Usa per un faccia a faccia con il suo omologo statunitense, Bessent. Ma non solo. L’imperativo è sminare il terreno presto e bene, anche in vista del G7 canadese. E l’Italia porta anche a casa un altro finanziamento per il Piano Mattei
A una settimana dalla visita lampo di Meloni a Washington, è toccato al ministro dell’Economia volare oltre l’Atlantico per incontrare il suo omonimo americano, Scott Bessent. Un faccia a faccia svoltosi nell’ambito delle riunioni primaverili del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale, ai quali ha preso parte, sempre in rappresentanza dell’Italia, il governatore di Bankitalia, Fabio Panetta.
In un messaggio pubblicato sul profilo del ministero su X, Giorgetti ha detto di essere “molto contento” di avere incontrato Bessent. “Abbiamo avuto una conversazione lunga e amichevole”, ha affermato, aggiungendo che il colloquio si è incentrato su temi legati ai dazi, al commercio, alla tassazione digitale e anche alla difesa. Giorgetti ha incontrato anche il ministro delle Finanze canadese, Francois-Philippe Champagne, sempre a margine della sua visita a Washington per le riunioni primaverili del Fondo.
“In un clima molto informale e amichevole, i due ministri hanno affrontato temi di attualità e di economia, anche in vista del prossimo appuntamento del G7 in Canada”, si legge, ancora, su X. A chiudere il cerchio della mediazione, un mini-vertice anche con l’amministratore delegato di Bank of America, Brian Moynihan. “Confronto interessante a Washington con Brian Moynihan, con il quale ci siamo scambiati interessanti punti di vista sui temi economici e geopolitici di attualità”, ha detto il ministro. Non è finita qui. Anche il Piano Mattei tra i temi del viaggio in terra americana. Giorgetti, infatti, ha siglato insieme al presidente dalla Banca mondiale. Ajay Banga, un accordo di cofinanziamento per promuovere il Piano Mattei per l’Africa dell’Italia, a seguito della dichiarazione d’intenti firmata al vertice del G7 nel 2024 dal primo ministro.
Proprio due giorni fa, lo stesso Panetta, aveva rilanciato da Washington il senso e la mission del Piano Mattei. “La nostra costituente sostiene con forza l’impegno della Banca mondiale in Africa. Il piano Mattei per l’Africa dell’Italia mira a promuovere lo sviluppo e a ridurre la povertà attraverso progetti di investimento concreti, insieme a un rinnovato rapporto con i Paesi africani basato sulla cooperazione, su interessi condivisi e benefici reciproci”, aveva spiegato Panetta. “Il piano punta ad attrarre investimenti, creare occupazione e rafforzare le catene del valore, con un focus su istruzione, agricoltura, salute, energia e risorse idriche. In questo contesto, l’Italia fornisce cofinanziamenti aggiuntivi a progetti infrastrutturali chiave, come il corridoio di Lobito, e all’iniziativa Mission 300 della WBG e della Banca africana di sviluppo, che mira a garantire energia accessibile a 300 milioni di africani entro il 2030”.
Tornando a Giorgetti, nei diversi bilaterali che hanno coinvolto Giorgetti si è parlato di tutto: tariffe, commercio, fiscalità digitale e difesa. In un clima molto informale e amichevole, fa sapere lo stesso ministero, sono stati affrontati temi di “attualità e di economia” anche in vista del prossimo appuntamento del G7 in Canada. E proprio nel suo intervento alla sessione del G7 finanziario a Washington, mercoledì 23 aprile, Giorgetti ha sottolineato l’importanza di un “commercio internazionale libero, equo e inserito in un sistema di regole che promuovano la parità di condizioni competitive tra le imprese sui mercati”. Per il titolare di Via XX Settembre il G7 “dovrebbe semmai lavorare sui temi comuni come l’overcapacity cinese”.
D’altronde, gli stessi spring meetings sono stati inseriti in un momento di trattative complesse tra Stati Uniti ed Europa. Oggi il presidente americano Trump sarà in Italia per prendere parte ai funerali di Papa Francesco ed è probabile che, anche senza la benedizione della premier Meloni, avrà poi un colloquio informale con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.