Il Joint Statement firmato da Meloni e Trump rilancia l’alleanza strategica tra Italia e Stati Uniti su sicurezza, economia e tecnologia. Dalla cooperazione industriale in difesa alla lotta alla criminalità transnazionale, dagli investimenti digitali e infrastrutturali al ruolo del Piano Mattei nel Mediterraneo. In evidenza anche l’impegno congiunto su energia, innovazione e protezione delle infrastrutture critiche
La visita della presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla Casa Bianca, con l’incontro ospitato da Donald Trump, seguita il giorno successivo dall’arrivo del vicepresidente statunitense J.D. Vance a Roma, ha offerto una rappresentazione plastica della profondità e dell’intensità delle relazioni tra Italia e Stati Uniti. Ed è il Joint Leaders’ Statement firmato da Meloni e Trump a definire la cornice dell’alleanza oltre il doppio appuntamento. Il documento delinea una visione condivisa fondata su tre pilastri: sicurezza, prosperità condivisa e cooperazione tecnologica. Lineamento che costruisce un futuro condiviso tra i due Paesi, frutto anche dell’alchimia tra leadership.
Sicurezza condivisa: difesa, stabilità e minacce ibride
Il testo si apre con un chiaro riferimento alla guerra in Ucraina, affermando che “la guerra in Ucraina deve finire”, con pieno sostegno alla “leadership del presidente Trump nel negoziare un cessate il fuoco e nel garantire una pace giusta e duratura”. È stato lo stesso Vance d’altronde ad annunciare che avrebbe presto ragguagliato l’Italia delle evoluzioni nel tentativo di negoziato di pace con la Russia. Ci sono oggettive evoluzioni: gli Stati Uniti potrebbero presto proporre di allentare le sanzioni contro la Russia come tentativo di costruire maggiore fiducia nei confronti di Mosca, portando Kyiv ad accettare cessioni territoriali.
Intanto, Italia e Usa rinnovano l’impegno congiunto sulla Nato, e ribadiscono la necessità di rafforzare le capacità difensive nazionali e alleate, in un contesto di crescente instabilità. In quest’ottica, si valorizza il rafforzamento della cooperazione industriale nel settore militare, puntando a “una catena di approvvigionamento transatlantica profonda ed estesa” e a una crescente collaborazione in termini di “coproduzione e co-sviluppo” di tecnologie ed equipaggiamenti strategici.
Un intero passaggio è dedicato al contrasto all’immigrazione illegale e alla criminalità organizzata transnazionale, due prerogative dei rispettivi governi. Roma e Washington confermano “l’impegno congiunto nel contrastare l’immigrazione illegale” e annunciano sforzi comuni “per sradicare i gruppi della criminalità organizzata internazionale impegnati nel traffico di migranti e nella tratta di esseri umani”. A questo si aggiunge una linea dura contro le droghe sintetiche, in particolare gli oppioidi, e le reti criminali globali che ne gestiscono la distribuzione – il riferimento è al Fentanyl, su cui gli Usa accusano manovre cinesi per facilitare le produzioni clandestine tramite i cartelli messicani.
Prosperità condivisa: energia, investimenti e connettività
Sul piano economico, la dichiarazione afferma l’impegno a garantire che gli scambi commerciali tra Stati Uniti ed Europa siano “mutuamente vantaggiosi, equi e reciproci”. Si segnala la volontà comune di “promuovere un ambiente non discriminatorio nella tassazione dei servizi digitali”, per incentivare gli investimenti delle imprese tecnologiche.
Uno dei passaggi chiave riguarda il posizionamento dell’Italia come polo strategico per la trasformazione digitale nel Mediterraneo e in Africa del Nord. Gli Stati Uniti, si legge nel documento, “accolgono con favore gli investimenti americani nei servizi di cloud e intelligenza artificiale in Italia, per supportare il Paese come hub regionale dei dati”.
Nel settore energetico, Italia e Stati Uniti confermano la volontà di rafforzare la sicurezza comune, sostenendo “la diversificazione delle fonti energetiche italiane” e “aumentando le esportazioni di gas naturale liquefatto statunitense verso l’Italia”.
Significativo anche il richiamo al grande progetto infrastrutturale intercontinentale India-Middle East-Europe Economic Corridor, noto come Imec, descritto come “uno dei più grandi progetti di integrazione e connettività economica di questo secolo”, che collegherà India, Golfo, Israele, Europa attraverso porti, ferrovie e cavi sottomarini.
In questo contesto, viene valorizzato anche il potenziale del Piano Mattei, evocato esplicitamente come strumento italiano da integrare in una più ampia visione di sviluppo euro-mediterraneo: “Gli Stati Uniti e l’Italia coopereranno su progetti infrastrutturali cruciali e prenderanno in considerazione il potenziale del Piano Mattei”.
Tecnologia: infrastrutture critiche, spazio e innovazione di frontiera
Il terzo pilastro del documento riguarda l’innovazione. I due Paesi riconoscono la necessità di “proteggere le infrastrutture e le tecnologie critiche e sensibili nazionali”, e per questo si impegnano a “utilizzare solo fornitori affidabili”. Una fiducia reciproca che, si sottolinea, non può essere oggetto di discriminazioni nei confronti dei rispettivi operatori economici e tecnologici.
La cooperazione si estende anche al settore spaziale, dove Stati Uniti e Italia si dichiarano “orgogliosi di collaborare sulle tecnologie spaziali”, in particolare attraverso “due missioni su Marte nel 2026 e nel 2028” e l’esplorazione lunare del programma Artemis.
Sul fronte dell’innovazione tecnologica emergente, la dichiarazione menziona esplicitamente aree come “6G, intelligenza artificiale, calcolo quantistico e biotecnologie”, impegnandosi a esplorare nuove partnership che garantiscano la sicurezza dei dati e la sovranità tecnologica di fronte ad attori ostili.
Verso una fase nuova
In chiusura, il documento annuncia che il presidente Trump ha accettato l’invito a recarsi in visita ufficiale in Italia “nel prossimo futuro”, con la possibilità di tenere in quell’occasione un vertice tra Stati Uniti e Unione Europea. Sarebbe un successo politico-diplomatico per l’Italia, con Roma che incasserebbe il ruolo di terreno di mediazione sull’attuale fase di incomprensione transatlantica – una posizione su cui Meloni si è offerta di lavorare anche durante l’incontro alla Casa Bianca.
La sequenza Washington–Roma, con il Joint Statement come perno politico, segna un salto di qualità nell’asse transatlantico. L’Italia si propone come partner attivo e affidabile, capace di contribuire sia agli equilibri euroatlantici che alla stabilità dell’Indo.Mediterraneo, con un occhio privilegiato sull’Africa. Un lavoro condiviso attraverso tre segmenti operativi cruciali, su cui l’alleanza parla un linguaggio operativo, non retorico.