Gli italiani hanno timore di perdere “l’ombrello” americano, ma non sono diventati ostili agli Usa. La nuova presidenza guidata da Donald Trump genera incertezze e dubbi fra i cittadini, che comunque non sono mai stati particolarmente favorevoli alle spese sulla Difesa. La partecipazione del tycoon ai funerali del papa, però, rappresenta un segnale importante per l’Italia e l’Occidente. Conversazione con la sondaggista Alessandra Ghisleri
Gli italiani non si sono improvvisamente svegliati anti-americani. Sono solo “preoccupati dalla possibilità di poter perdere l’ombrello protettivo degli Usa”. Lo dice a Formiche.net Alessandra Ghisleri, sondaggista di lungo corso e direttrice di Euromedia Research, approfondendo una recente rilevazione sul “sentiment” italiano dal quale emergono chiaramente due aspetti: “Rispetto ad altri Paesi europei, l’Italia è tendenzialmente ostile alla spesa militare. Parallelamente, alla luce dei nuovi equilibri e del rapporto con gli Usa, oltre il 60% dei cittadini sostiene la necessità che l’Europa investa in tecnologia per essere sempre più autonoma dall’America”.
Che segnali vanno colti da questi indicatori?
Settimanalmente, da quando si è insediata la nuova amministrazione americana, conduciamo delle rilevazioni per saggiare la percezione degli italiani. I toni di Donald Trump, spesso aspri e molto diretti verso l’Europa, tendono a innescare una reazione di agitazione e incertezza nei rapporti con l’alleato di sempre.
In uno degli ultimi sondaggi condotti dal suo istituto, si fa esplicito riferimento a uno scenario nel quale si ipotizza un disimpegno degli Usa sul versante della Difesa. I dati ci dicono però che gli italiani non sarebbero favorevoli a un incremento di spese militari sul versante europeo né nazionale. Perché?
Ci sono tanti fattori che concorrono a determinare questi risultati, ma bisogna fare una distinzione. Dal 2022 al 2024 la percentuale degli italiani favorevoli all’ipotesi di riarmo, anche indipendentemente rispetto alla postura degli Usa, non è mai salita sopra i 43 punti. Questo significa che, comunque, la posizione favorevole al riarmo è sempre stata minoritaria.
Quindi come incide in questo contesto il fattore Trump?
Aumenta l’incertezza e le difficoltà di leggere la strategia americana nel rapporto con gli alleati occidentali. Questo però non significa che gli italiani siano improvvisamente diventati ostili agli americani. Anzi, il timore è semmai quello di perdere “l’ombrello” sotto il quale ci siamo sempre sentiti protetti.
In questo scenario ha inciso la guerra in Ucraina?
Gli italiani si sono sempre mostrati piuttosto riluttanti rispetto all’impegno militare, si sono invece sempre mostrati favorevoli a una soluzione diplomatica, all’invio di aiuti umanitari. Questo fa il paio, in qualche modo, con l’orientamento espresso circa l’impiego di risorse per spese sanitarie, welfare e servizi ai cittadini.
Il governo e in particolare la premier Meloni, però, sulla spesa militare sono stati molto chiari. Nonostante questo sentimento diffuso tra gli italiani, la presidente del Consiglio conserva un consenso ancora molto alto. Come se lo spiega?
La premier è, in qualche modo, al di sopra del sentiment dell’elettorato su questo. Basta pensare che al momento il suo consenso viaggia attorno al 30%. La fiducia nei suoi confronti è molto alta anche in virtù dei buoni rapporti con Donald Trump.
Come pensa che possa incidere la partecipazione dell’inquilino della Casa Bianca ai funerali del Papa nella percezione del rapporto fra il nostro Paese, l’Europa e gli Usa?
Trump ha lanciato un segnale di dialogo e apertura importanti verso l’Italia e, più i generale, verso l’Occidente. Fra l’altro nel contesto di due assenze eccellenti: quella di Putin e quella di Netanyahu. Anche per l’Italia è un’occasione importante.