La Nato sceglie Palantir Technologies per equipaggiare il suo sistema centrale di Comando e Controllo. La piattaforma impiegherà l’IA generativa per processare le informazioni provenienti dal campo e delineare tempestivamente scenari e opzioni operative. Così, sui moderni campi di battaglia, alla potenza di fuoco si accosta anche la potenza di calcolo
Entro trenta giorni, anche l’Alleanza Atlantica sarà in grado di schierare l’IA generativa a supporto delle proprie operazioni e per migliorare le proprie capacità di Comando e Controllo (C2). A renderlo noto è il Supreme Headquarters Allied Power Europe (Shape) della Nato, in Belgio, che ha sottolineato come l’adozione del nuovo strumento servirà a “migliorare la gestione delle informazioni di intelligence, il targeting, la battlespace awareness, la pianificazione operativa e i processi decisionali”. In base a quanto reso noto, la decisione del quartier generale Nato è ricaduta sul Maven smart system (Mss) di Palantir, azienda della difesa statunitense specializzata nell’impiego di tecnologie altamente innovative. Il contratto di fornitura, realizzato in appena sei mesi, prevede che il servizio diventi operativo entro la fine di maggio. La piattaforma, già in dotazione alle Forze armate Usa, integra un’IA avanzata con strumenti di machine learning e Large language model (Llm) per fornire ai decisori militari informazioni e analisi di scenario durante la conduzione delle operazioni.
A cosa serve la nuova IA della Nato
Nei campi di battaglia (odierni e futuribili) in cui, in piena dottrina multidominio, ogni unità concorre a raccogliere e fornire dati sull’ambiente circostante in tempo reale, il rischio è che la sovrabbondanza di informazioni tattiche possa, paradossalmente, costituire uno svantaggio per chi si trova al comando. Una grande quantità di dati, per quanto preziosa, perde ogni utilità nel momento in cui ci si trova a dover prendere decisioni tempestive. In un contesto in cui la grande disponibilità di dati forniti da elementi schierati in tutti e cinque i domini (terra, mare, aria, spazio e cyber-spazio) può arrivare a saturare le capacità di elaborazione e analisi umane, il ricorso a una potenza di calcolo superiore diventa quindi irrinunciabile. La nuova piattaforma, ribattezzata Mss Nato, si farà carico della raccolta e dell’elaborazione di grandi moli di dati che non solo le permetteranno di aggiornare in tempo reale il monitoraggio dell’ambiente tattico, ma anche di suggerire azioni o obiettivi da colpire, riducendo lo scarto temporale e fornendo un ampio ventaglio di opzioni decisionali.
Lo Shape
Situato a Mons, in Belgio, lo Shape rappresenta la cabina di regia delle operazioni militari dell’Alleanza Atlantica. Composto da circa 18mila effettivi tra personale civile e militare, è il luogo dove si coordinano le risposte alle crisi e si pianificano le missioni congiunte della Nato. Sul piano operativo, lo Shape agisce come sistema nervoso centrale delle truppe sotto comando diretto dell’Alleanza e garantisce il coordinamento efficace tra le Forze armate dei 32 Paesi membri.
Palantir
Nata nelle pieghe dell’ecosistema high tech della Silicon Valley, Palantir è oggi tra gli enfants prodige dell’industria della difesa a stelle e strisce. Con una suite di software capaci di estrarre informazioni da miliardi di dati, l’azienda fondata nel 2003 da Peter Thiel e finanziata fin dalle origini da In-Q-Tel (il fondo di venture capital della Cia) si è ritagliata un ruolo centrale nella trasformazione digitale delle Forze armate e dei servizi di sicurezza pubblica e privata occidentali. Il suo potenziale risiede nel poter fornire vantaggi informativi in tempo reale, anticipare le minacce e creare mappe di rischio che combinano input eterogenei — da immagini satellitari a traffico social — in un’unica interfaccia operativa. Negli anni Palantir si è fatta strada nell’industria Usa ed è oggi in prima linea tra le aziende che elaborano e forniscono prodotti tecnologicamente innovativi agli Stati Uniti e ai loro Alleati.