Il secondo incontro in meno di 24 ore sull’asse Roma-Washington certifica il rafforzamento della cooperazione bilaterale (e personale) tra i due governi. Com’è andato l’incontro tra il presidente del Consiglio italiano e il vicepresidente americano
Unione tra Nazioni e tra amministratori. L’assonanza avanzata dal vicepresidente americano JD Vance incontrando a Palazzo Chigi Giorgia Meloni, per la seconda volta in meno di 24 ore, racconta di una solidità manifesta che le due sponde dell’Atlantico hanno deciso di sottolineare, pur in un momento complesso per via del dossier dazi. Dimostra, inoltre, che il rafforzamento della cooperazione bilaterale è ancora l’indispensabile cliché per procedere oltre scogli e incomprensioni, al fine di costruire nuove opportunità e dare fiato alla nuova narrazione dell’occidente. E il paniere degli accordi lo dimostra in toto.
Da Washington a Roma
“Apprezzo la nostra amicizia, sia quella tra le nostre nazioni che tra noi personalmente”, ha sottolineato Vance dopo aver scherzato sulla scelta della leader di Fratelli d’Italia di parlare in italiano. Il punto fortemente ribadito è l’impegno a condurre “importanti negoziati commerciali non solo tra l’Italia e gli Stati Uniti, ma con l’intera Unione Europea”. Dopo l’incontro bilaterale di ieri alla Casa Bianca, Vance assicura che è giunto a Roma per dare seguito a quelle conversazioni. Si è definito “ottimista” sia sui negoziati tra la Russia e l’Ucraina, sia sui dazi sui quali credere “di poter raggiungere un accordo”, nella consapevolezza che Stati Uniti e Italia vantano ottimi rapporti e Washington “ha grandi negoziati commerciali in corso”, sia con Roma che con Bruxelles. Il riferimento è al fatto che è possibile, secondo il numero due dell’amministrazione americana, sperare di portare a termine questa guerra, “questa guerra molto brutale”.
Quale cooperazione fra Usa e Italia?
Il paniere di punti comuni si ritrova nella cooperazione congiunta su una serie di ambiti altamente strategici come sicurezza, commercio, sviluppo tecnologico, difesa. I due storici alleati sottolineano che la guerra in Ucraina deve cessare “e sostengono pienamente la leadership del Presidente Trump nel mediare un cessate il fuoco e nel garantire una pace giusta e duratura”. Al contempo ribadiscono il loro “incrollabile impegno nei confronti della Nato e del principio di sviluppare la loro capacità collettiva e individuale di contribuire agli obiettivi dell’Alleanza”. Per questa ragione si impegnano a garantire che la sicurezza nazionale e la difesa siano “allineate e finanziate per affrontare le sfide odierne e, soprattutto, i rischi di domani”.
L’intreccio con la difesa è il fisiologico passo successivo: dovrà basarsi su una catena di approvvigionamento transatlantica profonda ed estesa. “Ci troviamo di fronte a un contesto di sicurezza complesso e siamo pronti ad aumentare ulteriormente la cooperazione in materia di equipaggiamenti e tecnologie per la difesa, inclusa la coproduzione e il co-sviluppo, che rafforzino la capacità industriale della difesa statunitense e italiana e la proteggano dagli avversari stranieri”.
I temi interconnessi
Il contrasto all’immigrazione illegale e la garanzia che l’immigrazione legale sia utilizzata come strumento a vantaggio dei paesi e non per creare un problema di sicurezza per i cittadini è l’altro impegno comune. Per realizzare tale obiettivo verranno intensificati gli sforzi “per sradicare i gruppi criminali organizzati internazionali coinvolti nel traffico di migranti e nella tratta di esseri umani”. Anche in tale direzione va l’impegno congiunto volto a combattere la produzione, la distribuzione e la vendita di droghe sintetiche illecite, in particolare gli oppioidi sintetici, al pari del sistema che ne trae profitto.
Il commercio
Parimenti, il commercio tra gli Stati Uniti e l’Europa verrà attenzionato al fine di essere “reciprocamente vantaggioso, equo e reciproco”. Particolare attenzione sul punto è riservata alle tecnologie dell’informazione per favorire la libera impresa attraverso l’Atlantico. “Abbiamo concordato sulla necessità di un ambiente non discriminatorio in termini di tassazione dei servizi digitali per consentire investimenti da parte di aziende tecnologiche all’avanguardia. Accogliamo con favore gli investimenti americani in servizi di intelligenza artificiale e cloud in Italia per massimizzare le opportunità di trasformazione digitale e sostenere l’Italia come principale hub regionale di dati per il Mediterraneo e il Nord Africa”.
Infrastrutture e piano Mattei
In questa direzione va l’impegno italiano per la rinascita marittima del settore cantieristico statunitense, mentre gli Stati Uniti valuteranno le opportunità di investimento offerte dal contesto imprenditoriale italiano sempre più positivo, anche attraverso gli incentivi concessi dalla nuova Zona Economica Speciale Unica (ZES) istituita in Italia. Altro elemento significativo verte il rafforzamento della sicurezza energetica, “incoraggiando ulteriormente la diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico italiano e aumentando le esportazioni di gas naturale liquefatto statunitense verso l’Italia, in modo reciprocamente vantaggioso”.
Il Corridoio Economico India-Medio Oriente-Europa è obiettivo primario in quanto uno dei più grandi progetti di integrazione e connettività economica di questo secolo, in grado di connettere tramite porti, ferrovie e cavi sottomarini e quindi riuscire a stimolare lo sviluppo e l’integrazione economica dall’India, al Golfo, a Israele, all’Italia e, infine, agli Stati Uniti. “Seguendo l’esempio del successo dell’approccio degli Accordi di Abramo del Presidente Trump, Stati Uniti e Italia coopereranno su progetti infrastrutturali cruciali e valuteranno la possibilità di sfruttare il potenziale del Piano Mattei”.