Alla base dell’ipotesi di inasprire in Europa la tassazione sulle Big Tech Usa in risposta all’aumento dei dazi americani c’è una competizione strategica riconducibile alla logica del “Tit for Tat” e che nella realtà ha esiti spesso incerti. Per questo una strategia di lungo periodo in cui gli Stati competono per la leadership tecnologica, ma al contempo collaborano in modo mirato e consapevole con altri Paesi diventa fondamentale. La coopetizione spiegata da Rosario Cerra, fondatore e presidente del Centro Economia Digitale
Il panorama internazionale è sempre più definito da una competizione strategica per la supremazia tecnologica, economica e militare. Ne è un lampante esempio la dinamica di restrizioni incrociate nel settore dei semiconduttori tra Stati Uniti e Cina. Pechino ha risposto alle limitazioni statunitensi sull’esportazione di chip avanzati e tecnologie correlate introducendo, a sua volta, il controllo sull’export di materiali critici (come gallio e germanio), essenziali non solo per i microprocessori ma anche per le energie rinnovabili e la difesa.
Questa interazione, riconducibile alla logica del “Tit for Tat” tipica della teoria dei giochi, nella realtà ha esiti incerti ed è quella sottostante anche all’ipotesi di inasprire in Europa la tassazione sulle Big Tech Usa in risposta all’aumento dei dazi americani.
Fino a pochi anni fa, l’iper-globalizzazione trainava la crescita mondiale, generando però anche un’enorme interdipendenza sistemica. Questo processo, spesso accettato acriticamente, ha prodotto squilibri economici, sociali, ambientali e geopolitici i cui effetti sono oggi evidenti.
Affrontare tali squilibri richiede strategie nuove, capaci di governare la complessità delle interdipendenze globali in un contesto di profonda incertezza nelle relazioni internazionali.
La Coopetizione come Bussola Strategica
In questo scenario complesso, il Rapporto Strategico Annuale del Centro Economia Digitale identifica nella Coopetizione la strategia chiave.
Per gli Stati, la capacità di gestire relazioni internazionali che intrecciano simultaneamente dinamiche cooperative e competitive è fondamentale. Permette di cogliere i benefici della collaborazione economica e tecnologica senza sacrificare gli obiettivi irrinunciabili di sovranità tecnologica, sicurezza economica e autonomia strategica.
L’idea che un singolo Paese possa o debba detenere internamente tutte le capacità tecnologiche e produttive di una filiera complessa è, infatti, irrealistica, sebbene politicamente seducente. La natura stessa dell’innovazione, la sua crescente complessità e l’integrazione sistemica tra settori – basti pensare al ruolo pervasivo di tecnologie abilitanti come l’Intelligenza Artificiale o le tecnologie quantistiche – rendono la collaborazione indispensabile.
Il settore dei semiconduttori ne è l’emblema: le catene del valore, dalla progettazione alla produzione e all’utilizzo, sono intrinsecamente globali. Conoscenze scientifiche e capacità produttive sono distribuite a livello internazionale. Tentare di assicurare la sovranità tecnologica in questo campo attraverso politiche isolazioniste, che rifiutano la collaborazione e la divisione internazionale del lavoro, appare impraticabile.
L’Imperativo Coopetitivo per l’Italia e l’Unione Europea
Questa realtà è particolarmente stringente per l’Italia e l’Unione Europea. I divari tecnologici accumulati negli ultimi decenni rispetto ai principali competitor globali rendono necessario superare i confini nazionali ed europei. È essenziale strutturare reti internazionali di collaborazione per accedere a conoscenze complementari e accelerare lo sviluppo congiunto di nuove tecnologie.
Tuttavia, questo deve avvenire con una consapevolezza e una ponderazione strategica maggiore rispetto al passato. L’Unione Europea stessa ha riconosciuto la necessità di un cambio di passo, superando una certa “ingenuità” pregressa. Nella Comunicazione congiunta sulla Strategia Europea di Sicurezza Economica (Giugno 2023), si afferma che “la nostra sicurezza è profondamente interconnessa con la nostra capacità di diventare più resilienti e di ridurre i rischi derivanti da legami economici che negli ultimi decenni abbiamo considerato innocui”.
L’esperienza recente ha dimostrato che tali legami non erano, in effetti, privi di rischi.
Verso una Sovranità Tecnologica “Coopetitiva”
Il Rapporto Strategico del Centro Economia Digitale propone la via della sovranità tecnologica coopetitiva. Si tratta di una strategia strutturale e di lungo periodo in cui gli Stati competono per la leadership tecnologica, ma al contempo collaborano in modo mirato e consapevole con altri Paesi per generare tecnologie critiche, sfruttando conoscenze complementari. Questo approccio si rivela particolarmente pertinente per l’attuazione delle strategie europee, in particolare la Strategia di Sicurezza Economica e il perseguimento di un’Autonomia Strategica Aperta.
Ciò implica, da un lato, rafforzare le politiche interne per sostenere lo sviluppo tecnologico e la produzione nei settori strategici. Dall’altro, costruire partnership multilaterali guidate dal principio, richiamato dalla stessa Commissione Europea per la ricerca, di essere “aperti quanto possibile, chiusi quanto necessario”.
Un Quadro di Governance per la Coopetizione
L’adozione da parte dell’Ue e dei suoi Stati membri di un sistema di governance della Coopetizione è cruciale. Tale sistema dovrebbe coinvolgere, ai diversi livelli istituzionali, gli organismi preposti alla definizione e implementazione delle politiche. Diventerebbe lo strumento operativo per valutare caso per caso il bilanciamento tra rischi e opportunità nelle attività di collaborazione. Questo include:
- La valutazione strategica delle partnership (intra ed extra-Ue) per lo sviluppo di filiere critiche.
- Lo screening degli investimenti diretti esteri (Ide), sia in entrata che in uscita.
- Le politiche di appalto pubblico (public procurement).
- La gestione delle collaborazioni nel campo della ricerca e del trasferimento tecnologico.
Coopetizione per le Sfide Globali
Infine, una strategia di sovranità tecnologica coopetitiva può contribuire significativamente ad affrontare le grandi sfide globali. Problemi come i cambiamenti climatici, le pandemie, l’invecchiamento demografico e la trasformazione digitale difficilmente possono essere risolti dalle capacità tecnologiche di un singolo Paese. Come dimostrato dallo sviluppo collaborativo internazionale dei vaccini contro il Covid-19, nessuna nazione può affrontare efficacemente crisi potenzialmente catastrofiche senza sforzi concertati a livello internazionale.
Poiché gli obiettivi legati alle sfide globali possono allinearsi con gli interessi nazionali, questo ambito offre un terreno fertile per sviluppare da subito strategie di sovranità tecnologica coopetitiva. Ciò contribuirebbe anche a mitigare i rischi per la sicurezza globale derivanti dall’ingannevole ipotesi di un possibile e immediato disaccoppiamento totale, che proprio le dinamiche conflittuali osservate nell’ultimo periodo rischiano di alimentare.