L’Italia organizzerà un incontro di alto livello tra i ministeri degli Esteri dei Paesi aderenti all’Imec. Il vicepremier Tajani annuncia da New Delhi un ulteriore passo in avanti dell’Italia nel progetto
Trieste si prepara a ospitare, nella seconda metà dell’anno, un vertice multilaterale destinato a consolidare il ruolo dell’Italia nell’Indo-Mediterranean Economic Corridor — il nuovo corridoio economico, infrastrutturale, geopolitico ormai noto anche come “Via del Cotone” e sotto l’acronimo Imec. L’iniziativa, annunciata dal ministro degli Esteri Antonio Tajani durante il business forum tra Italia e a India di New Delhi, coinvolgerà i ministri degli Esteri dei Paesi partner lungo l’asse India-Medio Oriente-Europa: innanzitutto ci saranno i firmatari di Imec, ma è possibile che siano invitati anche osservatori comunque interessati al Corridoio. Il summit si svolgerà proprio nel capoluogo giuliano, già individuato come terminale strategico dal governo italiano e da diverse analisi statunitensi.
Il progetto, firmato nel settembre 2023 a margine del G20 da Stati Uniti, India, Unione Europea (con adesione specifica di Italia, Francia e Germania), Arabia Saudita ed Emirati Arabi, intende connettere l’India all’Europa attraverso una combinazione di infrastrutture portuali, ferroviarie, digitali ed energetiche. Non si tratta solo di un’alternativa logistica alla rotta del Canale di Suez — messa a dura prova dalle crescenti minacce nel Mar Rosso — ma anche di un’iniziativa geopolitica che mira a rafforzare la resilienza delle catene di approvvigionamento e a bilanciare l’influenza cinese nella regione.
Trieste si propone come snodo fondamentale per questa nuova architettura connettiva. Il porto, già hub avanzato nella logistica europea, è destinato a diventare “la porta meridionale dell’Europa” per l’ingresso delle merci asiatiche, connettendo via terra i flussi commerciali verso il cuore del continente. Un passaggio cruciale per la diplomazia economica italiana, che — dopo la nomina dell’inviato speciale per Imec, nella figura dell’ambasciatore Francesco Talò — mira a collocarsi al centro di un progetto globale in grado di ridisegnare le geografie del commercio e della cooperazione interregionale.