Skip to main content

Tajani lega Imec e libero scambio. Ecco il ponte Italia-India

Da Nuova Delhi, il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, lega la Via del Cotone all’accordo India-Ue. E così “l’Italia sarà un ponte per la nuova connettività globale”

Roma si candida a essere un ponte strategico nella nuova architettura euro-asiatica. Dal Business Forum Italia-India a Nuova Delhi, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha rilanciato l’ambizione italiana lungo due direttrici convergenti: la partecipazione attiva al Corridoio Economico India-Medio Oriente-Europa (Imec), che Tajani definisce “Via del Cotone”, e il sostegno politico all’accordo di libero scambio tra India e Unione Europea, su cui si punta a una firma entro la fine dell’anno.

“India e Italia sono più vicine che mai. Il nostro commercio bilaterale supera i 14 miliardi di euro, ma vogliamo fare di più”, ha detto Tajani. “Contiamo anche sui benefici per le nostre imprese derivanti dall’accordo India-Ue, che speriamo venga firmato presto”. Il ministro ha ricordato la presenza in India di oltre 800 aziende italiane e ha sottolineato l’intenzione di “sostenere al meglio quelle già presenti e incoraggiare le nuove e innovative imprese indiane a investire in Italia”.

Ma al centro dell’intervento di Tajani è soprattutto il progetto Imec, considerato un asse infrastrutturale strategico per il futuro della connettività globale. “La Via del Cotone rappresenta un’opportunità per crescita e commercio. Vogliamo rafforzarla per sostenere esportazioni e investimenti”, ha spiegato, annunciando alla platea della business community italo-indiana la nomina dell’ambasciatore Francesco Talò come Inviato Speciale per il corridoio. Sarà lui a essere la sintesi di parte dell’attuale connessione, mentre il porto di Trieste incorporerà il ruolo di hub logistico europeo del tracciato, con l’Italia che punta a integrarlo con nuove connessioni infrastrutturali, come la Three Seas Initiative e tutta la connettività (anche digitale) dell’Europa orientale e balcanica.

L’iniziativa si inserisce in un contesto ancora più ampio: l’accelerazione dei negoziati tra India e Unione Europea per un accordo di libero scambio (Fta) che potrebbe segnare una svolta dopo anni di impasse. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in una recente visita a Nuova Delhi ha definito l’intesa “il più grande accordo di questo tipo al mondo”, sottolineando come la cooperazione con l’India sia diventata una delle “pietre angolari della politica estera europea per i decenni a venire”.

L’intesa, tuttavia, resta complessa. L’Ue vuole una riduzione significativa dei dazi indiani su auto, alcolici e dispositivi medici, mentre l’India punta a un accesso più ampio per i propri farmaci generici, i prodotti tessili e i professionisti dell’IT. Restano aperti anche nodi ambientali — come la carbon tax europea su acciaio, alluminio e cemento — e timori indiani per le importazioni agricole europee sovvenzionate.

Sul piano dei numeri, l’accordo ha un valore totale. L’Unione è oggi il primo partner commerciale dell’India: nel 2023 l’interscambio in beni ha toccato i 124 miliardi di euro (pari al 12,2% del commercio totale indiano), mentre quello nei servizi è arrivato a quasi 60 miliardi, il doppio rispetto al 2020, con un terzo legato al digitale. Gli Stati Uniti e la Cina rappresentano rispettivamente il 10,8% e il 10,5% del commercio indiano. L’India è invece il nono partner commerciale dell’Ue (2,2% del totale europeo), ma ha visto gli scambi con Bruxelles crescere del 90% nell’ultimo decennio.

Secondo una valutazione d’impatto condotta già nel 2008, un Fta tra India e Ue potrebbe generare benefici economici reali tra i 3 e i 4,4 miliardi di euro annui per entrambe le parti già nel breve periodo.

L’Italia, presente sia nel negoziato commerciale che nell’infrastruttura Imec, può quindi proporsi come vettore di una nuova connettività politica, economica e digitale. In questo senso, la prospettiva avanzata da Tajani — con la convocazione di un incontro politico tra tutti i Paesi coinvolti nel corridoio nella seconda metà del 2025 — potrebbe rappresentare un momento chiave per rafforzare il legame euro-indiano, con Roma al centro del nuovo disegno globale.

L’ex ambasciatore indiano Anil Trigunayatdistinguished fellow della Vif e già alto funzionario del ministero degli Esteri con responsabilità per i dossier economici e le regioni Medio Oriente, Nord Africa e Golfo, nonché diplomatico in varie missioni – interpreta con Formiche.net la visita del di Tajani come parte di una dinamica più ampia volta a rafforzare il partenariato strategico tra Italia e India in un contesto globale in rapido mutamento.

“Il mondo sta attraversando una fase di cambiamenti senza precedenti — spiega — in cui India e Italia intendono svolgere un ruolo costruttivo a beneficio reciproco e nell’interesse globale più ampio”. Trigunayat evidenzia come la discussione sui progressi bilaterali riguardo sicurezza strategica, economia e progetti di connettività, “incluso l’Imec”, rappresenti l’ottica ampia della relazione indo-mediterranea tra Roma e New Delhi.


×

Iscriviti alla newsletter