Il partito repubblicano ha proposto un boost da 150 miliardi di dollari al budget del Pentagono per il 2025. Se approvato, porterebbe la spesa militare Usa oltre i mille miliardi entro l’anno. In cima alla lista delle priorità, cantieristica e Golden Dome, ma anche munizionamento e il potenziamento delle capacità nucleari
Un finanziamento straordinario da 150 miliardi di dollari per rafforzare la difesa americana. È quanto propongono i lawmakers repubblicani del Congresso statunitense, con un piano che punta a sostenere la cantieristica, il nuovo sistema di difesa missilistico Golden Dome, la produzione di munizioni e altri settori strategici. “La capacità di deterrenza dell’America sta venendo meno e senza un investimento generazionale nella nostra difesa nazionale, perderemo la capacità di sconfiggere i nostri avversari”, ha dichiarato Mike Roger, presidente della Commissione Difesa della Camera dei rappresentanti. “Con questo disegno di legge, abbiamo l’opportunità di rimetterci in carreggiata e di ripristinare la nostra sicurezza nazionale e la nostra leadership globale”. Se approvato, il pacchetto porterebbe il budget per la Difesa Usa a superare i mille miliardi di dollari già nel 2025.
La cantieristica resta al primo posto
Donald Trump lo ha ribadito più volte, la US Navy rimane un asset fondamentale per gli Stati Uniti e la partita del secolo si deciderà anche nei cantieri navali. Per questo quasi un terzo dei fondi proposti, circa 29 miliardi di dollari, saranno destinati alla cantieristica. L’obiettivo è accelerare la consegna delle nuove navi, in particolare dei sottomarini classe Virginia e delle fregate classe Constellation (costruite sul design delle Fremm italiane). L’obiettivo strategico di fondo consiste nel ridimensionare il gap produttivo con la Cina e varare, entro il 2045, fino a 85 nuove navi. Secondo le stime del Congressional Budget Office, il piano avrebbe un costo complessivo stimato intorno ai mille miliardi di dollari.
Non solo procurement però. La proposta, se approvata, vedrebbe assegnare fondi considerevoli a sostegno delle capacità industriali. La cantieristica statunitense sconta infatti criticità produttive accumulatesi negli anni e che, per essere risolte, richiederanno investimenti strutturali sugli impianti, sulla manodopera specializzata e sul consolidamento delle supply chain. Su quest’ultimo punto, non si può ancora escludere che i fondi aggiuntivi non possano portare a ricadute positive anche per i fornitori extra-Usa. Sarebbe, ad esempio, il caso di Marinette Marine, controllata di Fincantieri negli Stati Uniti e assegnataria dell’appalto per le summenzionate fregate Constellation, la quale, nei piani della Casa Bianca, rientra a pieno titolo tra quei soggetti industriali che andranno accompagnati in un percorso di progressivo potenziamento nei prossimi anni.
Golden Dome
Secondo beneficiario del piano di investimenti (con una voce pari a quasi 25 miliardi di dollari) è il progetto Golden Dome, lo scudo missilistico spaziale ormai divenuto emblematico della nuova politica di difesa a stelle e strisce. Questo sistema mira a proteggere il territorio nordamericano da minacce come missili balistici, ipersonici e droni, attraverso una combinazione di tecnologie spaziali e terrestri per dare vita a un sistema di difesa aerea stratificata. Tra i vari capitoli di spesa, la proposta repubblicana vedrebbe assegnare 7,2 miliardi di dollari per lo sviluppo e l’acquisto di sensori spaziali, 5,6 miliardi per le capacità di intercettazione dallo spazio e 2,4 miliardi per le capacità di difesa missilistica non cinetica (quindi, probabilmente, per sistemi a energia diretta). Molti di questi programmi sono allo studio da diverso tempo (alcuni fin dal 1983, dai tempi della Strategic defense initiative di Reagan), ma finora si erano visti assegnare risorse limitate nel più ampio budget del Pentagono. Ora, con la nuova spinta di Trump verso lo spazio, questi programmi (in particolare quelli relativi alle capacità offensive in orbita) stanno diventando sempre più preminenti nei capitoli di spesa dei legislatori e nelle priorità dei vertici militari Usa.
Le altre voci di spesa
Benché da soli cantieristica e Golden Dome valgano quasi metà dell’intero pacchetto, la proposta prevede anche maggiori investimenti per l’approvvigionamento di munizioni, l’aumento dei ritmi di produzione e il potenziamento dell’arsenale nucleare. Oltre 20 miliardi, ripartiti tra le varie branche delle Forze armate, andranno a finanziare l’acquisto di munizionamento vario, dai proiettili per armi leggere ai missili da crociera a lungo raggio. Circa 13,5 miliardi di dollari andranno a finanziare iniziative volte all’aumento dei ritmi produttivi, principalmente mediante investimenti in nuove tecnologie, mentre 12,9 miliardi saranno dedicati al rafforzamento delle capacità nucleari, in particolare sul fronte della produzione di ulteriori bombardieri strategici B-21.