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Unità, pace, fede e ragione. Gli auguri al papa di Meloni e Tajani

Nei messaggi al nuovo papa Giorgia Meloni e Antonio Tajani hanno messo in risalto alcuni elementi valoriali, come il legame indissolubile tra l’Italia ed il Vicario di Cristo, la centralità della persona e la sacralità della vita. Il tutto all’interno di un contesto che fa dell’unità della Chiesa un punto programmatico preciso

Il mondo sta affrontando un “tornante della storia tanto difficile quanto complesso”, come ha ricordato il Cardinale Decano nell’omelia pronunciata durante la Messa pro eligendo Romano Pontifice, caratterizzato da sfide epocali che mettono in discussione le nostre certezze e richiamano chiunque ha responsabilità a scelte coraggiose per il bene dei popoli.

Inizia così la lettera che il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha inviato a Papa Leone XIV, in cui cita il legame indissolubile dell’Italia col Vicario di Cristo. “Non si potrebbero comprendere l’identità, la storia e la cultura della nostra Nazione al di fuori di quella che San Giovanni Paolo II, nel suo storico discorso al Parlamento italiano, definì la linfa vitale costituita dalla fede in Cristo”.

Nel suo messaggio la premier puntualizza che “la nostra casa si fonda sulla sintesi straordinaria tra fede e ragione”, una sintesi che “ha permesso alla civiltà italiana ed europea di concepire un mondo nel quale la persona è centrale, la vita è sacra, gli uomini sono liberi e di eguale dignità, lo Stato e la Chiesa sono distinti ma si rispettano reciprocamente, e crescono insieme”. Elemento che porta alla considerazione che siamo in presenza di una “civiltà che rispetta le identità altrui senza però rinnegare la propria, e che costruisce pace laddove altri seminano morte e distruzione”.

Da qui il gancio con la pace, “di cui il mondo ha disperato bisogno e che Lei, dalla Loggia delle Benedizioni, ha invocato più volte, richiamando l’incessante e instancabile azione portata avanti dal compianto Papa Francesco”. Meloni promette (con affetto filiale) che gli italiani guarderanno al nuovo Papa come “guida e punto di riferimento, riconoscendo nel Papa e nella Chiesa quell’autorità spirituale e morale che deriva dal suo inesauribile messaggio di amore, carità e speranza, che sgorga dalla Parola di Dio”.

Due gli elementi messi in risalto dal ministro degli Esteri Antonio Tajani: il tema dell’unità della Chiesa e il riferimento alla pace. Un messaggio “rassicurante di unità” lo ha definito Tajani, punto “fondamentale in questo momento, perché serve una chiesa rassicurante con le guerre che ci sono nel mondo”. Il riferimento è al fatto che la gente ha “paura e il messaggio rassicurante è quello di un papa che parla di pace, però con una visione trascendente”.

Qui si innesta la traccia valoriale legata alla pace: secondo Tajani se uno dei grandi leader del mondo “si mobilita a favore della pace aiuta chi si sta mobilitando per la pace, come il governo italiano”. In questo senso la Chiesa “può fare la differenza”, anche e soprattutto a fronte di crisi aperte come quelle di Gaza e cita “la faticosa trattativa per riportare a casa i bambini ucraini rapiti in Russia, all’attenzione di Francesco per i civili di Gaza”. Dalle colonne del Messaggero il vicepremier sottolinea che “serve ora più che mai un Papa saldo, un’àncora di salvezza, capace di parlare a tutti, spero che i leader del mondo ascoltino il discorso di Prevost a San Pietro, Dio è pace”.


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