I 133 cardinali elettori riuniti in Sistina hanno eletto il 267esimo Pontefice, successore di Francesco. La sua elezione è stata tra le più brevi degli ultimi 150 anni: appena 4 scrutini
Il 267esimo pontefice della storia della Chiesa cattolica è Robert Francis Prevost e si chiamerà Leone XIV. Ad annunciarlo Dominique Mamberti, cardinale protodiacono, che ha pronunciato l’Habemus papam, dal balcone centrale della basilica vaticana di San Pietro.
Prevost, nato il 14 settembre 1955 a Chicago, è un cardinale statunitense dell’Ordine di Sant’Agostino, noto per la sua lunga esperienza missionaria e il ruolo chiave nella Curia vaticana. Entrato nel noviziato agostiniano nel 1977, ha emesso i voti solenni nel 1981 e si è ordinato sacerdote nel 1982. Ha studiato matematica alla Villanova University, teologia alla Catholic Theological Union di Chicago e diritto canonico presso il Pontificio Collegio San Tommaso d’Aquino (Angelicum) a Roma, dove ha conseguito il dottorato con una tesi sul ruolo del priore locale nell’Ordine di Sant’Agostino.
Dopo i primi anni di ministero in Perù, dove ha svolto ruoli pastorali, formativi e accademici, è stato eletto priore provinciale a Chicago nel 1999 e successivamente priore generale dell’Ordine Agostiniano, incarico che ha ricoperto per due mandati fino al 2013. Nel 2014 papa Francesco lo ha nominato amministratore apostolico della diocesi di Chiclayo in Perù, elevandolo a vescovo nel 2015. Durante il suo episcopato, è stato vicepresidente della Conferenza Episcopale Peruviana e ha contribuito a garantire stabilità istituzionale durante le crisi politiche del Paese. Dal 2020 al 2021 è stato anche amministratore apostolico di Callao.
Nel gennaio 2023 papa Francesco lo ha chiamato a Roma come prefetto del Dicastero per i Vescovi, incarico strategico nella nomina dei vescovi a livello mondiale, e presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina. È stato creato cardinale il 30 settembre 2023. Prevost è considerato vicino alla visione di papa Francesco su temi come l’ecologia, l’attenzione ai poveri e ai migranti, ed è uno dei papabili più quotati per il conclave del 2025. Nel 2025 è stato inoltre nominato cardinale vescovo di Albano, una delle diocesi suburbicarie più prestigiose della Chiesa cattolica.
La sua carriera è caratterizzata da un forte impegno missionario, una solida formazione accademica e un ruolo di primo piano nella governance della Chiesa universale, con particolare attenzione alle sfide pastorali e sociali dell’America Latina e al dialogo tra le diverse culture e realtà ecclesiali.