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Pechino alza il tiro sulle auto elettriche e porta le batterie in Borsa

Catl, leader mondiale nell’alimentazione elettrica e fornitrice di Tesla, è pronta a sbarcare anche sui listini di Hong Kong, dopo essersi quotata a Schenzhen. L’obiettivo è raccogliere 4 miliardi per mettere altro carburante nell’espansione in Europa. Il caso delle banche d’affari americane

Un altro giro di manovella, un altro colpo di gas. Dove non arriva il mattone, sempre più malato e scolorito, arrivano le auto elettriche: la nuova pietra angolare dell’economia cinese, formato battaglia. Non è certo un mistero che ormai la transizione ecologica su quattro ruote, quella che guarda alla mobilità elettrica almeno, passi per un bipolarismo industriale che vede da una parte il gigante cinese Byd, contro il quale gli Stati Uniti, hanno schierato la Tesla di Elon Musk. Il Dragone, però, ha un vantaggio in partenza: le auto prodotte nella Repubblica Popolare costano meno di quelle americane. Anche così si spiega la rapida avanzata del costruttore cinese in Europa, con ben tre poli produttivi impiantati sul suolo del Vecchio continente.

Adesso, però, per Pechino è tempo di aumentare i giri e provare a fare un salto di qualità. Come? Portando le batterie per le auto elettriche in Borsa. Tutto parte da Catl, il principale produttore al mondo di batterie. L’azienda è oggi leader incontrastata con una quota di mercato che nel periodo gennaio-marzo 2025 è risultata superiore al 38%. Al secondo posto, anche se molto staccata, c’è proprio Byd, che continua a crescere grazie all’aumento delle vendite delle sue auto elettriche e plug-in.

Ebbene, il gruppo, già quotato alla Borsa di Schenzen, ha annunciato il suo sbarco sui listini di Hong Kong a partire dal prossimo 20 maggio attraverso una Ipo che le permetterà di raccogliere fino a 4 miliardi di dollari. Certo, l’Ipo di Ant, braccio finanziario di Alibaba, rimane lontana in termini di potenza di fuoco. Allora, la branch dell’azienda quotata da Jack Ma puntava a raccogliere 37 miliardi di dollari, ma su una quotazione primaria e non secondaria (ovvero su una seconda piazza finanziaria) come per Catl, che è già quotata a Schenzhen. Si sa, però, come andò la storia: la quotazione di Ant finì su un binario morto, per un colpo di mano del governo.

Ora però è il turno di un’altra operazione di grosso calibro, finalizzata a raccogliere altro denaro da mettere a disposizione di un mercato, quello cinese delle batterie, che potrebbe riscrivere gli equilibri mondiali della mobilità elettrica. Come detto oggi Catl produce oltre un terzo delle batterie per auto elettriche vendute nel mondo, tra cui quelle utilizzate da Tesla, Mercedes-Benz, Bmw, Honda, Hyundai e Volkswagen. Ed è pronta a mettere sul bancone circa 117,9 milioni di azioni, al prezzo massimo di 263 dollari di Hong Kong ciascuna (33,8 dollari Usa), per un importo totale previsto di 31,01 miliardi di dollari di Hong Kong. Puntando così a un bottino multimiliardario e con l’obiettivo di utilizzare una parte significativa dei proventi dell’Ipo per finanziare la sua continua espansione internazionale, in particolare in Europa. Un progetto chiave comprende una fabbrica su larga scala in Ungheria, progettata per rifornire importanti clienti del settore automobilistico come Mercedes-Benz.

Ma chi comprerà le azioni in palio, sostenendo l’Ipo? Nel gruppo di investitori rientrano la compagnia petrolifera cinese Sinopec, il fondo sovrano kuwaitiano Kuwait Investment Authority, la società di investimento asiatica Hillhouse Capital, il gruppo assicurativo Taikang Life e diversi fondi governativi cinesi. Sembra inoltre che alla quotazione parteciperanno anche alcune banche d’investimento statunitensi, tra le quali JpMorgan e Bank of America, nonostante la contrarietà di una parte del Congresso americano e nonostante il dipartimento della Difesa abbia inserito Catl in una lista di aziende sottoposte a restrizioni perché accusate di collaborare con le forze armate di Pechino. Adesso palla agli investitori.


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