La recente visita del presidente azero a Pechino, con annessa la firma di un partenariato strategico globale, ha segnato un importante passo avanti nelle relazioni bilaterali tra Azerbaigian e Cina. L’accordo abbraccia settori chiave come energia, infrastrutture, logistica e commercio, con l’obiettivo di rafforzare il ruolo dell’Azerbaigian come hub regionale nel contesto della Belt and Road Initiative e del Middle Corridor
Quella caucasica è una delle regioni verso cui, da parte di Pechino, pare esserci un interesse costante. E nella strategia cinese per aumentare la propria influenza nell’area dell’Azerbaigian gioca un ruolo fondamentale. Poche settimane fa, il presidente azero Ilham Aliyev si è recato in visita diplomatica a Pechino (dove si è incontrato con il presidente cinese Xi Jinping) con l’obiettivo di rinsaldare i rapporti bilaterali tra i due Paesi, dopo il cambio di marcia registrato la scorsa estate.
Nonostante già nello scorso decennio entrambi i Paesi avessero cominciato a guardare con maggiore interesse a un rafforzamento nella cooperazione reciproca, è solo nel luglio del 2024 che questo interesse ha preso forma concreta, sostanziandosi nella firma di una dichiarazione congiunta per la creazione di una partnership strategica. Nel documento, sono tre i punti centrali ad essere toccati: il primo è quello dei trasporti e infrastrutture, dove viene sottolineata la priorità di sicurezza e di efficienza dei corridoi internazionali (leggasi Belt and Road Initiative e Middle Corridor, sotto il cui occhio si può guardare la joint venture stabilita nel 2023 tra le ferrovie di Azerbaigian, Georgia e Kazakistan per facilitare il transito merci dalla Cina all’Europa); il secondo punto è relativo al sostegno cinese all’adesione dell’Azerbaigian all’Organizzazione Mondiale del Commercio, un processo iniziato nel 1997 ma finora rallentato dallo stesso governo azero per preoccupazioni economiche di carattere domestico. L’ingresso potrebbe aiutare Baku a ridurre il grande squilibrio commerciale con Pechino, favorendo l’esportazione di prodotti agricoli, tessili e petrolchimici; infine, l’ultimo tema di rilievo riguarda l’integrazione dell’Azerbaigian nelle strutture multilaterali come il gruppo Brics, la Shangai Cooperation Organization e il “5+1” format.
Su questa base è andata a inserirsi la Dichiarazione congiunta sull’istituzione di un partenariato strategico globale firmata dai due leader in occasione della visita di Aliyev in Cina. Il nuovo partenariato include diversi accordi tra organi governativi nei settori industriali chiave di petrolio e gas, energie rinnovabili, chimica, metallurgia, estrazione mineraria, tessile, automotive, materiali da costruzione, farmaceutica e produzione alimentare. Tra questi, vi è un’intesa per la costruzione di impianti solari ed eolici, oltre a un sistema di accumulo di energia.
“La Cina guarda con interesse al partenariato con l’Azerbaigian poiché Baku rappresenta un vantaggio strategico per la sua agenda economica eurasiatica. L’Azerbaigian, dal canto suo, vede negli investimenti cinesi un’opportunità per diversificare la propria economia non petrolifera e rafforzare il proprio ruolo nelle catene di approvvigionamento globali[…] Ha ottimizzato il trasporto merci tramite l’introduzione di tariffe doganali più efficaci, piattaforme digitali per il tracciamento delle merci e l’espansione del porto principale sul Caspio”, è il commento dell’analista Fuad Shahbazov.
Il rafforzamento dei loro legami non prevede però una sorta di esclusività tra i due Paesi, che guardano anche altrove. In questi anni, con l’obiettivo di espandere le proprie infrastrutture e la sua posizione di crocevia di transito commerciale, l’Azerbaigian si interfaccia in modo costante e crescente anche con l’Unione Europea e con i Paesi dell’Asia centrale. Dal canto suo, la Repubblica Popolare ha aumentato i propri sforzi per estendere la propria influenza negli altri Paesi caucasici (soprattutto in Georgia), componenti fondamentali nei suo progetti infrastrutturali che si sviluppano attraverso la piattaforma eurasiatica.