Il 48% degli italiani, in questo periodo caratterizzato da una foltissima attività diplomatica finalizzata al tentativo di risolvere il conflitto, è convinto che il principale ostacolo al raggiungimento di una pace giusta sia il presidente russo Putin. Più tiepida l’opinione sul ruolo degli Usa nei negoziati. Si registra invece scetticismo sull’invio di armi all’Ucraina da parte dell’Italia, mentre prevale la convinzione che il nostro Paese debba aderire alla coalizione dei volenterosi. Papa Leone XIV piace. Tutti i numeri del radar Swg
Il dato più significativo è che il 48% degli italiani, in questo periodo caratterizzato da una foltissima attività diplomatica finalizzata al tentativo di risolvere il conflitto, è convinto che il principale ostacolo al raggiungimento di una pace giusta sia Putin.
Politicamente, questa opinione prevale nell’elettorato del centrosinistra (65%), nel centrodestra è al 43% mentre nel resto della popolazione è al 36%.
Rimane comunque un 17% di italiani che, a gradazioni differenti, ritiene che sia invece il presidente ucraino Zelensky l’ostacolo ai negoziati. A tenere questa posizione, in maggioranza – stiamo parlando del 24% del campione di intervistati – è collocato nell’area del centrodestra.
Sono solo alcuni dei dati che emergono dall’ultimo Radar di Swg che mette a fuoco alcune delle opinioni dei cittadini italiani sui temi più caldi dell’agenda politica.
Il ruolo di Trump
Anche sul contributo statunitense circa l’esito dei negoziati, si registrano opinioni discordati che in qualche modo restituiscono l’approccio piuttosto variegato sulla presidenza di Donald Trump.
L’attivismo di Trump viene apprezzato principalmente nell’area di centrodestra, mentre tra gli elettori di centrosinistra gli sforzi del Presidente americano non vengono ritenuti particolarmente efficaci. Complessivamente non emerge una valutazione nettamente positiva o negativa del ruolo di Trump nel processo di risoluzione del conflitto.
Andando ai numeri, partiamo col dire che il 35% degli intervistati sostiene che il contributo del tycoon non sortisca alcun effetto e che il ruolo degli Stati Uniti non sia né positivo né negativo.
Il 27%, nel complesso, ritiene invece importante il ruolo degli Usa. Di questa percentuale, il 44% si riconosce nel campo del centrodestra, mentre solo il 16% nel centrosinistra. Parallelamente, si registra un 31% di cittadini che ritiene negativo l’apporto statunitense, con il 44% del campione ascrivibile all’area del centrosinistra.
Il ruolo dell’Italia
rispetto al posizionamento dell’Italia in questo complesso scenario, i cittadini si mostrano piuttosto divisi. Sulla partecipazione italiana alla cosiddetta “coalizione dei volenterosi” promossa da Macron e Starmer prevalgono i favorevoli. Con un margine, però, abbastanza esiguo.
Parliamo, infatti del 40% di favorevoli (di cui la maggioranza appartiene al centrosinistra in termini di elettorato), mentre il 36% del totale è sfavorevole (di cui il 51% nel centrodestra).
Più o meno si equivalgono, inoltre, i sostenitori dell’ulteriore invio di armi all’esercito ucraino e coloro che preferirebbero interrompere la fornitura. C’è, però, un dato significativo: negli ultimi 20 mesi il fronte contrario all’invio di armi è cresciuto del 9% denunciando una forma di “stanchezza” di una buona parte di italiani verso l’approccio dell’esecutivo al conflitto.
Papa Leone XIV
Leone XIV è un papa che, al momento, incassa un largo gradimento da parte degli italiani. In particolare fra quelli compresi nella fascia degli over 64. Ben 3 su 4 hanno gradito il primo discorso, in cui ha risuonato per nove volte la parola “pace”. Oltre all’accento sulla pace, anche la visita alla tomba di Papa Francesco è stata molto apprezzata dai rispondenti. Minore, invece, il gradimento rispetto al nome scelto e agli abiti pontificali, che appaiono un riferimento più forte al passato. Gli italiani ripongono speranza e fiducia nei confronti del nuovo Papa, che in gran parte si percepisce in linea con il lavoro svolto da Papa Bergoglio. A pensarlo sono in maniera particolarmente marcata i cattolici praticanti.
Sul rapporto fra pontificato e Stati Uniti, si allunga l’ombra dell’incognita. Il 57% confida in un pontificato libero e indipendente, capace di perseguire solo il pensiero della Chiesa; pochi pensano che saprà influire sulle questioni interne agli Usa, ma prevale l’idea di un potenziale contrasto con le idee e le scelte dell’amministrazione Trump, soprattutto per quanto riguarda i temi della pace e dei diritti.