Si apre a Roma la due giorni di riunione dei ministri della Difesa del formato E5. Sul tavolo di Francia, Germania, Italia, Polonia e Regno Unito, il sostegno all’Ucraina e lo sviluppo di capacità industriali comuni. Nel frattempo, il commissario Ue Kubilius ribadisce che serve un salto di qualità strategico e chiede una presa di posizione definitiva da parte dell’Italia
Per due giorni, Roma torna capitale della difesa europea. Prende il via oggi la riunione dei ministri della Difesa dei Paesi del formato E5 (Francia, Germania, Italia, Polonia e Regno Unito). I lavori proseguiranno fino a domani e seguono da vicino l’incontro dei ministri degli Esteri del formato Weimar+ (Paesi E5, insieme alla Spagna), tenutosi lo scorso lunedì a Londra.
Il formato E5 e l’agenda dei lavori
Il formato E5 si è costituito nel 2022, in risposta all’invasione russa dell’Ucraina e come strumento flessibile di coordinamento tra i principali attori della sicurezza europea. Nato su impulso franco-britannico, ha l’obiettivo di facilitare un confronto rapido, al di là delle piattaforme formali dell’Ue e della Nato. A differenza di altre iniziative, l’E5 si distingue per la sua agilità e per il coinvolgimento del Regno Unito, in un momento in cui Londra cerca
Il vertice di Roma è il quarto della serie, dopo quelli di Berlino, Helenów e Parigi. Al centro della discussione, i due temi-principe del dibattito strategico: il proseguimento del supporto a Kyiv e il potenziamento delle capacità di difesa — industriali e operative — dell’Europa.
L’allarme di Kubilius: “serve un Big Bang europeo”
Al tavolo romano peserà anche la presenza di Andrius Kubilius, commissario europeo per la Difesa e lo Spazio, che continua a battere il ferro sulla necessità di un cambio di passo radicale nella strategia industriale e operativa europea. “Abbiamo bisogno di un Big Bang nella difesa europea”, ha dichiarato in un’intervista alla vigilia del vertice. “La guerra ibrida lanciata dalla Russia non si ferma ai confini dell’Ucraina: colpisce le nostre infrastrutture critiche, le nostre opinioni pubbliche, il nostro cyberspazio”.
Kubilius ha sottolineato come l’Europa debba investire molto di più — “almeno il 3% del Pil” — ma soprattutto meglio, attraverso acquisti congiunti e incentivi a filiere comuni. Su questo, l’Italia ha un ruolo da giocare. Come ricordato dal commissario Ue, “Leonardo è oggi la società più forte d’Europa in ambito difesa”. “Un esempio da valorizzare e replicare”. Non solo industria però, le stoccate di Kubilius vanno anche alla politica, e in particolare alla posizione dell’Italia sugli investimenti per la Difesa al netto delle critiche al piano Readiness 2030. “Per me la questione è: l’Italia sostiene o meno la necessità di rafforzare, in generale, la nostra difesa?”. Sul piano istituzionale, pare che la risposta sia “Sì”, tuttavia il tema delle spese militari continua ad essere materia controversa, tanto per l’opinione pubblica quanto per la politica, che su questo tema rimane spaccata.