Tra molteplici emergenze Tajani e Rubio hanno trovato il tempo per ribadire la solidità delle relazioni italoamericane, ma che assume un sapore altamente valoriale rispetto al momento di grande difficoltà che si registra in Europa. In questo senso, l’asse atlantico fra Roma e Washington, oltre ad essere indissolubile, può rappresentare una bussola per quanti dovessero avere la tentazione di non lavorare “sempre e comunque” per il rafforzamento delle relazioni Ue-Usa
Il faccia a faccia Tajani-Rubio rappresenta un’altra tappa di quel percorso di politica estera che vede storici alleati come Italia e Usa procedere di pari passo. Non solo è stato fatto il punto sulle emergenze legate alla contingenza, Kyiv e Gaza su tutte, ma il dialogo fra i titolari della politica estera dei due governi è stato ed è parte integrante di una strategia che lega Mediterraneo, Medio Oriente, Ue, difesa. Il tutto accomunato da un collante naturale, come il solido rapporto fra Roma e Washington.
Qui Villa Madama
L’occasione è la presenza a Roma del segretario di Stato americano per la cerimonia di inizio del Pontificato del Santo Padre Leone XIV. Ma il faccia a faccia Tajani-Rubio si è rivelato quantomai utile per due ragioni: arriva poco dopo la fine della prima visita di Donald Trump nel Golfo, lì dove il tycoon ha raggiunto una serie di accordi one-to-one e lì dove le policies strategiche di Italia e Usa convergono. Non sfuggirà che la proficua interlocuzione di Palazzo Chigi con Arabia Saudita ed Emirati si intreccia fisiologicamente con i destini relativi alle alleanze e ai dossier maggiormente contingenti, Gaza e Iran su tutti, ma anche Houthi e Ucraina. Italia e Usa hanno “una forte consonanza di vedute, a partire dall’impulso dato da parte americana ad un più forte coordinamento in ambito Quint su questioni chiave come l’Ucraina e il Medio Oriente”.
Il dossier Ucraina
Nella settimana che ha visto il tavolo diplomatico sull’Ucraina a Istanbul, Tajani ha ribadito l’impegno dell’Italia a lavorare per una pace giusta e duratura. Per questo il governo sostiene gli sforzi di mediazione degli Stati Uniti, con l’obiettivo a breve termine di arrivare a un cessate il fuoco immediato e incondizionato di 30 giorni, passaggio più volte esplicitato da Giorgia Meloni. In questo senso Tajani ha ricordato a Rubio che proprio al fine di garantire un supporto a 360 gradi a Kyiv, Roma ospiterà a luglio la Conferenza per la ripresa dell’Ucraina. A tal proposito Rubio ha discusso al telefono con il ministro degli Esteri russo Lavrov, passaggio che si lega al favore con cui la Farnesina giudica l’accordo sullo scambio di prigionieri raggiunto durante i colloqui Ucraina-Russia del 16 maggio in Turchia. Tajani ha nuovamente messo l’accento sulla strategicità del piano di pace globale proposto dagli Stati Uniti, ricordando l’appello del presidente Trump per un cessate il fuoco immediato e la fine delle violenze.
L’emergenza a Gaza
Analogo apprezzamento per lo sforzo di mediazione profuso da parte americana è stato espresso dal ministro Tajani in merito alla crisi in Medio Oriente. Nel ribadire la convinzione che la soluzione a due Stati è l’unica possibile e percorribile, il titolare della Farnesina ha sottolineato il ruolo in prima linea dell’Italia per l’assistenza umanitaria a Gaza, anche attraverso i corridoi attivati per portare in Italia bambini palestinesi da Gaza per essere curati negli ospedali del nostro Paese. Ma non è tutto, perché a pochi passi da quell’emergenza si sta distendendo un altro dossier ultrsensibile, con ripercussioni su scala globale, che toccano anche l’Italia: i negoziati fra Stati Uniti e Iran sul programma nucleare iraniano. Il ministro italiano ha confermato al suo collega il sostegno convinto del governo italiano ad ogni forma di dialogo politico e diplomatico che possa portare a una composizione pacifica del contrasto con la Repubblica islamica.
Italia e Usa
Tra molteplici emergenze Tajani e Rubio hanno trovato il tempo e il modo per ribadire certamente una ovvietà, come la solidità delle relazioni italoamericane, ma che assume un sapore altamente valoriale rispetto al momento di grande difficoltà che si registra in Europa. In questo senso l’asse atlantico fra Roma e Washington, oltre ad essere indissolubile, può rappresentare una bussola per quanti dovessero avere la tentazione di non lavorare “sempre e comunque” per il rafforzamento delle relazioni Ue-Usa. Gli Stati Uniti restano il primo partner commerciale dell’Italia fuori dall’Ue ed il secondo mercato di destinazione dell’export italiano al mondo (10,4% del totale). Lo scorso anno l’interscambio è stato pari a 90,6 miliardi di euro, passaggio propedeutico al tema dazi. Nel quadro degli investimenti e degli acquisti italiani negli Usa, Tajani ha anche citato l’evento della consegna del primo carico di Gnl americano al rigassificatore di Piombino.