Tra chip, sviluppo e difesa, l’asse Roma–Nuova Delhi si rafforza nel segno della convergenza strategica. Gli incontri durante la riunione dell’Asian Development Bank a Milano e la ratifica dell’accordo bilaterale sulla difesa confermano una relazione in piena espansione
Tra i vari incontri a margine della 58ª riunione annuale dell’Asian Development Bank (Adb), in corso a Milano, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha ospitato la ministra delle Finanze indiana, Nirmala Sitharaman. Un colloquio cordiale e “fruttuoso”, come lo ha definito il comunicato ufficiale Via XX Settembre, ma soprattutto un segnale forte del rilancio dell’amicizia e della “grande sintonia” tra Italia e India. “Al centro del colloquio […], occasione per il rilancio dell’amicizia e della grande sintonia tra Italia e India, la situazione economica globale”, spiega il governo italiano.
“I due ministri hanno rinnovato l’auspicio di sviluppare una collaborazione più intensa e fattiva tra i due Paesi”, dice il ministero. Tale collaborazione è uno dei vari assi dello sviluppo internazionale indiano e dunque anche della crescita dell’Asia. Tutto è parte di dinamiche più ampie, tra quelle con cui Roma cerca di rafforzare la propria presenza in un’area sempre più centrale per l’economia e la sicurezza globale: l’Indo-Pacifico. Un obiettivo dichiarato anche nella relazione parlamentare di Paolo Formentini, vicepresidente della Commissione Esteri della Camera, che oggi ha accompagnato la ratifica dell’accordo bilaterale Italia-India sulla cooperazione nel settore della difesa.
Un ponte eurasiatico
Nel suo intervento all’Adb, Giorgetti ha evocato la necessità di ripensare la globalizzazione, ribadendo che “forti azioni politiche coordinate” sono l’unico antidoto a frammentazione e incertezza. L’India – con un tasso di crescita previsto al 6,7% nel 2025 – è oggi uno dei motori economici dell’Asia, e un interlocutore privilegiato per l’Italia in settori chiave come l’agroalimentare, l’energia, le infrastrutture e la manifattura tecnologica. Ed è proprio uno dei poli di quella nuova globalizzazione che si sta costruendo.
Parlando oggi durante l’introduzione dell’evento di Milano, il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, che presiede anche il Consiglio dei governatori dell’Adb, ha avvertito del rischio che il clima politico internazionale possa portare a maggiore frammentazione più che alla integrazione che serve al contesto globale: “L’Asia-Pacifico rimane la regione più dinamica dell’economia globale. Ma le barriere commerciali e le tensioni geopolitiche minacciano la crescita e la trasmissione della politica monetaria”, ha detto Panetta.
Chip, fab e diplomazia industriale
Nel quadro di questa integrazione, l’India occupa già e occuperà ancora di più in futuro un ruolo centrale — e dunque tale ruolo sarà parte di quella globalizzazione morfologicamente aggiornata di cui parla Giorgetti. Anche perché tra i pilastri del rafforzamento della cooperazione internazionale — “un obiettivo iscritto nella Carta costituzionale del nostro Paese e ha ancora più valore quando viene promosso da organismi multilaterali come la Banca Asiatica di Sviluppo”, come ha detto nel suo messaggio al vertice il presidente Sergio Mattarella — c’è la catena di forniture delle nuove tecnologie.
Un settore dove proprio l’India sta iniziando a giocare un ruolo fondamentale. Mentre Apple devia da Pechino verso New Delhi, a circa 6.000 chilometri da Milano, nel deserto del Gujarat, sta per esempio prendendo forma il primo impianto indiano per la produzione di semiconduttori. Un progetto da 11 miliardi di dollari, frutto della partnership tra il colosso indiano Tata e la taiwanese Powerchip, che punta a creare una “Semiconductor City” nella regione di Dholera.
L’Economist dedica proprio questa settimana alla “chip fab” un approfondita analisi, in cui sottolinea come l’India stia cercando di inserirsi nelle catene globali del valore con un approccio realistico: iniziare dal packaging e dall’assemblaggio, per poi salire di livello nella produzione. In questo scenario, l’Italia – forte nella meccatronica, nei macchinari industriali, nel design e nella logistica avanzata – potrebbe giocare un ruolo rilevante.
Difesa, spazio, cyber: l’intesa strutturale
A dare corpo a questa ambizione c’è proprio l’Accordo bilaterale sulla cooperazione nel settore della difesa, firmato a Roma nell’ottobre 2023 e ora in fase di ratifica parlamentare. Come sottolineato nella relazione dell’onorevole Formentini, l’intesa va ben oltre la dimensione militare. Essa definisce un quadro giuridico ampio, che abbraccia difesa, spazio, sicurezza informatica, ricerca, formazione e cooperazione industriale. In definitiva nuove e meno nuove tecnologie.
L’Accordo prevede anche la possibilità di joint venture tra aziende, lo scambio di personale e informazioni classificate, e l’impegno a proteggere la proprietà intellettuale e a non riesportare materiale sensibile senza consenso. È un’intesa che rispecchia la volontà di costruire non solo interoperabilità strategica, ma appunto nuove catene del valore tra due economie complementari che segnano l’asse di una nuova cooperazione tra Europa e Asia che sta andando in scena a Milano.
La posta in gioco: sicurezza e interdipendenza
Il contesto è quello di un Indo-Pacifico (versione più corretta per definire la regione rispetto ad Asia-Pacifico) sempre più centrale per gli equilibri globali, dove la libertà di navigazione, l’autonomia strategica e l’accesso alle tecnologie sono diventati asset geopolitici. L’Italia, comprendendo la visione multilaterale promossa dall’Adb e rafforzando i suoi legami con l’India, si candida a diventare un ponte euro-asiatico capace di coniugare sviluppo, innovazione e sicurezza.
Il rilancio dell’amicizia con Nuova Delhi non è dunque un gesto isolato, ma parte di una traiettoria strategica. Quelle “sinergie” di cui ha recentemente parlato su Formiche.net l’ambasciatore indiana in Italia, Vani Rao rappresentano le interconnessioni del futuro. “Le sfide di fronte alle quali si trova, nei diversi continenti, la Comunità internazionale sono molteplici: dal contrasto al cambiamento climatico, causa di crisi e impoverimenti, alle disuguaglianze e alle diverse forme di vulnerabilità”, ha evidenziato Mattarella oggi. Affrontarle insieme a chi condivide visioni e valori comuni diventa sempre più fondamentale.