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Italia ed Europa convergono sul Piano Mattei. Tutti i dettagli dell’evento a Roma

Il governo ospiterà a Roma il prossimo 20 giugno il vertice Piano Mattei-Global Gateway che Meloni co-presiederà con la Presidente von der Leyen alla presenza di alcuni Stati africani coinvolti nel corridoio di Lobito assieme a Istituzioni finanziarie multilaterali. L’obiettivo dell’iniziativa è “suggellare il lavoro svolto sinora e che sarà anche l’occasione per annunciare la conclusione di nuovi progetti”. Si è riunita la Cabina di Regia alla presenza del presidente del Consiglio

La quarta cabina di regia del Piano Mattei, alla presenza del Presidente del Consiglio, ha dato oggi due indicazioni: la rotta che il piano e i suoi progetti stanno seguendo al fine di internazionalizzare lo strumento scelto dal governo per un nuovo approccio al continente africano e l’annuncio dell’evento che si terrà a Roma il prossimo 20 giugno proprio per cementare l’intesa Piano Mattei-Global Gateway. Un incontro, quello di oggi, a cui il premier non ha voluto mancare nonostante l’agenda di questi giorni sia particolarmente complessa, sia per fare il punto sullo stato di attuazione del Piano Mattei per l’Africa, sia per mettere a terra progetti con un sempre maggiore apprezzamento da parte delle Nazioni africane (e non solo). Il riferimento è al lavoro comune con l’Unione europea e alla creazione di sinergie con il Global Gateway.

Il cambio di passo

Secondo quanto si apprende, Giorgia Meloni ha messo l’accento su due elementi. Il primo: “Molte sono state già le missioni compiute dai membri del Governo nel continente africano, il mio auspicio è che si possano rafforzare ulteriormente nei prossimi mesi per rendere ancora più efficace il nostro cambio di passo verso l’Africa”. In secondo luogo, questa quarta Cabina di Regia del Piano Mattei si occupa di esaminare la bozza della seconda Relazione annuale sull’attività svolta nell’ambito dell’attuazione del Piano che deve essere trasmessa al Parlamento entro il 30 giugno. È un documento che è aperto ai contributi di tutti i ministri, per la sua finalizzazione e successiva trasmissione alle Camere.

La strategia del governo

Come è noto il governo agli iniziali nove paesi obiettivo, ne ha aggiunti altri cinque: Angola, Ghana, Mauritania, Senegal e Tanzania. Una scelta che, secondo quanto si apprende, Meloni ha definito un passo che “segue quell’approccio incrementale che è nella natura stessa del Piano Mattei, un lavoro di squadra condotto insieme alla Farnesina e reso possibile anche grazie alle missioni di sistema nel continente”. Il passaggio successivo verte la creazione di nuovi strumenti finanziari che possano accelerare la messa a terra di progetti in Africa. Già operativi in questo senso sono il Fondo Multifinanziario con la Banca Africana di Sviluppo e l’intesa di co-finanziamento dei progetti con la Banca Mondiale, strumenti che hanno e avranno un effetto leva importante sui fondi italiani investiti per l’Africa. Infine ha rimarcato il legame diretto tra il Fondo Clima e gli obbiettivi del Piano Mattei.

I tre progetti in atto

Inoltre il premier ha ricordato i tre progetti concreti già in atto, ovvero il centro “Enrico Mattei” in Algeria che mira a formare i giovani nel continente africano (in parallelo, è già in corso il recupero di 36.000 ettari in aree desertiche per sostenere la sovranità alimentare della Nazione. Sono già stati messi a coltura i primi 7.000 ettari); in secondo luogo il progetto Tanit in Tunisia, per recuperare acque reflue a fini agricoli in zone semi-desertiche; infine alla voce formazione a settembre partirà un piano di formazione trasversale sulle esigenze occupazionali delle imprese italiane con Confindustria, nel quadro della messa a sistema degli sforzi già in corso.

L’internazionalizzazione del piano Mattei

L’obiettivo annunciato da Meloni nella conferenza stampa di inizio anno, occasione in cui ha anche risposto ad un quesito ad hoc posto da Formiche.net, è quello relativo all’internazionalizzazione del Piano, passaggio che sempre secondo quanto si apprende il premier ha fatto con una premessa: non sarà possibile raggiungere tutti i risultati più ambiziosi che ci siamo posti per la crescita inclusiva del Continente africano senza la collaborazione dei nostri partner. Il riferimento è “al lavoro comune con l’Unione europea e alla creazione di sinergie con il Global Gateway europeo che ha impegnato 150 miliardi di euro per l’Africa”, definito” un elemento essenziale”.

Il vertice a Roma

Va in questa direzione la decisione del governo di ospitare a Roma il prossimo 20 giugno il vertice Piano Mattei-Global Gateway che Meloni co-presiederà con la Presidente von der Leyen alla presenza di alcuni Stati africani coinvolti nel corridoio di Lobito assieme a Istituzioni finanziarie multilaterali. L’obiettivo dell’iniziativa è “suggellare il lavoro svolto sinora e che sarà anche l’occasione per annunciare la conclusione di nuovi progetti”. Il vertice segue la Conferenza organizzata lo scorso marzo a Roma dalla Struttura di Missione con l’Ue con oltre 400 partecipanti tra istituzioni e privati, con un focus particolare nei settori delle infrastrutture fisiche e digitali, dell’agricoltura e dell’energia.

Lobito e gli Usa

Infine Meloni ha ricordato che in tale ottica di internazionalizzazione il governo prosegue nella sinergia anche con gli Stati Uniti in particolare nel grande progetto infrastrutturale di Lobito e con gli Stati del Golfo dove sono stati aggiunti una serie di accordi nel settore pubblico e privato per operare assieme in alcune Nazioni africane. “Così come in ambito G7 dove, anche grazie all’Italia, l’attuale Presidenza canadese ha deciso di lavorare in continuità con la nostra Presidenza mettendo tra i temi in agenda del Vertice di giugno anche l’Africa e il Sud Globale, aspetti su cui ho riscontrato una perfetta intesa con il Primo Ministro Canadese che ho avuto modo di incontrare lo scorso sabato”. L’indicazione di Meloni è quella di lavorare perché Roma contribuisca alla “definizione di una rinnovata centralità del Mediterraneo, sostenendo la vocazione geostrategica dell’Italia come hub energetico e snodo di interconnessioni”.


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