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L’empatia geopolitica di Meloni come quella di Thatcher. Parola del Times

Il tenore della riflessione del Times poggia sulla capacità personale di Meloni si essere empatica con i propri interlocutori. E’ stata l’unica leader europea invitata all’insediamento di Trump a gennaio, ha ospitato il vertice del G7 in Puglia “rischiando attacchi di gelosia da parte di chiunque”, ma lei “sta seguendo le orme di Margaret Thatcher, nota per abbandonare la sua facciata d’acciaio e flirtare con i leader maschi”.

“Gli abbracci, le strette di mano e i momenti esilaranti di Giorgia Meloni con gli uomini più potenti del mondo stanno diventando di rigore”. Così il Times “racconta” con la firma di Tom Knight le giornate geopolitiche della presidente del Consiglio, sottolineando come la sua combinazione di ironia, fermezza e spontaneità abbia conquistato figure come Donald Trump, Elon Musk e Narendra Modi. Certamente non mancano relazioni meno calorose, come quella con Emmanuel Macron ma si dà atto alla premier italiana di incarnare il ruolo centrale nel rafforzare i legami transatlantici attraverso un approccio personale e diretto.

Empatia geopolitica

Si prenda il tema dei flussi migratori, con cui come è noto Roma ha intrecciato un filo solido con Tirana, che ha portato alla nascita del Modello-Albania, guardato con favore non solo dalla Commissione europea (“Stiamo aprendo alla possibilità per gli Stati membri di istituire hub di rimpatrio nei Paesi terzi”, ha annunciato più volte Ursula von der Leyen) ma anche da altri Paesi come Germania e Regno Unito. Edi Rama ha detto di voler restare fedele al matrimonio con l’Italia anche se diversi Paesi gli hanno chiesto se fossero aperti all’idea. Si prosegue con l’incontro con Donald Trump e J.D. Vance alla Casa Bianca, a seguito del quale il vicepresidente degli Stati Uniti è volato a Roma per parlare di dazi e per far visita al papa Francesco. Al suo arrivo a Palazzo Chigi, l’ufficio della premier, Meloni lo stava aspettando per accoglierlo. “Mi sei mancato”, ha scherzato affettuosamente.

Secondo il Times “il flirt della quarantottenne era semplicemente naturale, tattile e simpatico, o si rende conto che ridere alle battute degli uomini potenti può farti ottenere quell’accordo commerciale che desideri?”. Sguardi che secondo il Times seguono quelli scambiati con Elon Musk lo scorso settembre a una cena di premiazione a Manhattan, con Keir Starmer e Narendra Modi, i cui incontri con la premier italiana infiammano i social media indiani e danno vita al meme “Melodi” in stile Brangelina.

Una persona fantastica

Il tenore della riflessione del Times poggia sulla capacità personale di Meloni si essere empatica con i propri interlocutori. È stata l’unica leader europea invitata all’insediamento di Trump a gennaio, ha ospitato il vertice del G7 in Puglia “rischiando attacchi di gelosia da parte di chiunque”, ma lei “sta seguendo le orme di Margaret Thatcher, nota per abbandonare la sua facciata d’acciaio e flirtare con i leader maschi”.

Il Times riavvolge il nastro della politica italiana e fa la radiografia anche al carattere dei precedenti premier. Ciò che Meloni ha acquisito crescendo alla Garbatella “è stata la capacità di pronunciare una battuta pronta, di avere la battuta pronta, la battuta pronta che è la chiave dell’umorismo romano”, scrive. Quando un presidente regionale di sinistra, Vincenzo De Luca, è stato ripreso l’anno scorso mentre chiamava Meloni “stronza”, lei gli si è avvicinata durante un evento pubblico, gli ha teso la mano e gli ha detto: “Presidente De Luca, quella stronza di Meloni, come sta?”.

“Mentre scivolava nell’arroganza, – aggiunge il Times – l’ex primo ministro di centro-sinistra Matteo Renzi si conquistò un seguito grazie al suo umorismo tagliente, sottile, sarcastico e tipicamente toscano”. E prima di Renzi, l’umorismo di Silvio Berlusconi ruotava intorno al sesso. Prima di dimettersi nel 2011, Berlusconi nominò la trentunenne Giorgia Meloni sua ministra per la gioventù, la più giovane nomina ministeriale in Italia, e la definì “la piccolina” durante un comizio.

Infine un nuovo endorsement arriva dal segretario di Stato Usa Marco Rubio parlando ad una cena di beneficenza al Kennedy Center di Washington, dove ha detto: “Qualche tempo fa il Presidente Trump ha ricevuto la premier italiana, Giorgia Meloni e lei parla un eccellente inglese. Le ho chiesto dove l’ha imparato, e mi ha detto da Micheal Jackson”.


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