Un fine settimana di incontri di alto livello, culminato con il trilaterale tra Giorgia Meloni, JD Vance e Ursula von der Leyen. Un’istantanea che mostra la volontà di lavorare per tutta l’Unione europea, per un dialogo fruttuoso e franco con gli alleati di oltreoceano
Un trilaterale per il futuro europeo, con un punto nevralgico: lavorare per l’Ue e non per un proprio tornaconto personale. L’istantanea che ritrae a Palazzo Chigi Giorgia Meloni, JD Vance e Ursula von der Leyen dice più di mille intenzioni o proclami e si pone come un nuovo manifesto euroatlantico in un momento in cui si rischia che scatti improvvisi o tentativi isolati si rivelino un boomerang. In precedenza e complice l’intronizzazione di papa Leone XIV, la presidente del Consiglio ha incontrato Volodymyr Zelensky e Friedrich Merz. Ecco i temi snocciolati durante la due giorni geopolitica.
La foto a tre
Riavvolgiamo il nastro. Meloni alla Casa Bianca nella dichiarazione congiunta con Donald Trump aveva detto di voler lavorare per concordare un incontro a Roma tra Ue e Usa entro maggio. Le opposizioni in Italia avevano derubricato la cosa a tattica politica, sostenendo che l’incontro non si sarebbe mai tenuto e che l’Italia è isolata. Oggi a Palazzo Chigi si è tenuto l’incontro tra Ue e Usa, ovvero una foto che dice molto: l’occidente va tenuto unito, ha esordito la premier italiana, a maggior ragione in un frangente geopolitico dove i fronti di crisi e tensioni si riverberano su alleanze storiche che qualcuno (non solo fuori dall’Ue) vorrebbe mettere in discussione. Per Meloni le relazioni tra Europa e Usa sono “fondamentali nell’ambito di un Occidente che vuole mantenere la sua unità e la sua forza e che deve essere ancora in grado di disegnare la rotta”. E in quella istantanea scattata al tavolo di Chigi si costruisce “un nuovo inizio”.
JD e Ursula
La risposta del vicepresidente americano è entusiasta: “Credo che avremo un’ottima conversazione e auspicabilmente che questo sia l’inizio di negoziati commerciali di lungo termine, per vantaggi commerciali a lungo termine tra Usa e Ue”. Ha inoltre sottolineato il ruolo di pontiere tra Europa e Stati Uniti. Von der Leyen ha sottolineato un aspetto: “So che gli europei devono aumentare gli investimenti sulla difesa e per questo motivo la Commissione ha abilitato l’uso di fino a 800 miliardi di euro nei prossimi 4 anni per investimenti in difesa. Questo rafforzerà l’Ue ma un’Europa forte significa anche una Nato forte. Faremo il punto della situazione al summit Nato, ma oggi sono felice per questo trilaterale”. Con gli Usa, ha aggiunto la presidente della Commissione Ue, “abbiamo una relazione speciale e molto stretta, in particolare abbiamo la più ampia relazione commerciale al mondo con oltre 1,5 trilioni di dollari l’anno, è importante ora esserci scambiati delle proposte che i nostri esperti stanno valutando a fondo, perché sappiamo che il diavolo è nei dettagli, ma alla fine vogliamo raggiungere un buon accordo per entrambe le parti”.
Roma e Berlino
Non solo Usa. Nel lungo weekend politico è accaduto anche altro. Le strette di mano superano le polemiche della Spd (e dei suoi alleati fuori dai confini tedeschi). La premier ricevendo il cancelliere della Cdu dice: “Smentita l’assenza di interesse della Germania per l’Italia”. Il successore di Merkel replica: “Non si parla ora di invio truppe in Ucraina” quindi riprendendo la tesi italiana sull’Ucraina, passaggio valorizzato anche dall’intervento del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari, che aveva messo un paio di accenti: il format dei volenterosi mina l’unità dell’Occidente, l’Italia è da sempre al fianco dell’Ucraina e continuerà a esserlo ma non invierà le sue truppe al fronte. “Non si capisce bene cosa sia questo cosiddetto format ristretto dei volenterosi per l’Ucraina e quale sia la sua utilità, al netto di un po’ di forzata visibilità per qualcuno”.
Accogliendo Friedrich Merz aveva sottolineato la profondità e la solidità delle relazioni tra Italia e Germania (“semplicemente impossibili da mettere in dubbio”). Non solo per via di un interscambio che nel 2024 ha superato i 150 miliardi di euro o per la firma nel novembre 2023 del Piano d’azione per elevare il livello della cooperazione, ma anche per via di due affinità di pensiero con Merz: le auto e la politica estera. Sul comparto automotive al netto dei correttivi applicati dalla Commissione rispetto alle scelte che erano state fatte in precedenza, anche grazie all’impulso italiano, bisognerà secondo Meloni affermare “il principio della neutralità tecnologica che è stato inserito nelle ultime conclusioni del Consiglio europeo, anche qui grazie all’impulso italiano, è un passaggio indispensabile per puntare su vettori energetici alternativi, penso ad esempio ai biocarburanti, penso all’idrogeno, va rivisto il metodo di calcolo delle emissioni, considerando l’inquinamento reale per tutto il ciclo produttivo di un veicolo”.
Iniziative comuni: Leonardo e Rheinmetall
In secondo luogo spazio a realtà industriali che generano un altissimo valore aggiunto, come la joint venture tra Leonardo e Rheinmetall, una iniziativa del valore di circa 25 miliardi di euro che ha sede in Italia ma che Meloni ritiene di poter considerare “un primo insieme dell’industria della difesa europea”. Italia e Germania, inoltre, rappresentano un valore aggiunto anche nei rapporti transatlantici, possono avere un ruolo decisivo nel lavoro comune per rispondere alle maggiori responsabilità a cui l’Europa viene richiamata in ambito Nato.
Lo scatto della premier è costante: “Puntare a costruire un solido pilastro europeo dell’Alleanza Atlantica da affiancare a quello americano in un’ottica di complementarietà strategica”. Infine l’immigrazione, che vede Paesi come Germania e Regno Unito particolarmente attenti al modello Albania siglato tra Meloni e Rama. “Sono molto contenta che ci sia interesse da parte del Cancelliere a partecipare ai lavori del gruppo di Paesi like-minded che si incontrano prima dei Consigli europei proprio per fare il punto su come affrontare la grande questione migratoria, anche con soluzioni innovative come ad esempio il nostro Protocollo con l’Albania e quindi su questo penso che ci sia margine per lavorare molto bene insieme”.