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Non Taurus, ma quasi. Berlino fa nuovi passi avanti sull’Ucraina

A meno di un mese dall’insediamento del nuovo cancelliere Friedrich Merz, la Germania cambia radicalmente approccio al conflitto ucraino. Più fondi, più cooperazione industriale e meno limiti all’uso delle armi sono le nuove parole d’ordine di Berlino

A meno di un mese dal suo insediamento, il nuovo cancelliere tedesco Friedrich Merz sta decisamente prendendo le distanze dal suo predecessore, il socialdemocratico Olaf Scholz, per quel che riguarda l’approccio al conflitto in corso in Ucraina. Se il cancellierato di Scholz è stato caratterizzato infatti da una certa cautela nei confronti del coinvolgimento tedesco nelle dinamiche belliche, Merz si sta schierando sempre più nettamente a favore dell’Ucraina. A partire dalle dichiarazioni rilasciate poche ore fa relative al ritiro delle restrizioni sulla gittata delle armi fornite a Kyiv, dichiarazioni che hanno spinto l’opinione pubblica internazionale a sospettare che il governo tedesco fosse in procinto di fornire il via libera al rifornimento all’Ucraina dei famigerati missili da crociera Taurus, che hanno una gittata di circa 500 km e potrebbero colpire più in profondità in territorio russo (ed anche con maggiore precisione) rispetto ad altri missili a lungo raggio forniti dai partner ucraini, come gli Scalp francese o i britannici Storm Shadow. Tuttavia, da Berlino non è ancora arrivata nessuna notizia ufficiale in questo senso.

Ma ciò non vuol dire che il governo tedesco nel frattempo segua altre strade. In occasione della visita del presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Berlino, tenutasi mercoledì 28 maggio, Merz ha dichiarato  che Germania e Ucraina avvieranno “progetti congiunti” per produrre sistemi d’arma a lungo raggio (con annesso apposito munizionamento) in grado di colpire obiettivi militari in Russia e nei territori ucraini controllati dalla Russia. Una mossa che rafforza il coinvolgimento della Germania nell’industria della difesa ucraina con ulteriori finanziamenti (secondo il ministero della Difesa tedesco si parla di circa cinque miliardi di euro), potenziali strutture di produzione, trasferimenti di tecnologia e di personale; a questo dovrebbero accompagnarsi anche nuove forniture in termini di munizioni e di altro materiale. “Questo è il primo passo verso la produzione congiunta di armi a lungo raggio in Ucraina […] Si tratterà di una cooperazione a livello industriale”, sono le parole del cancelliere tedesco, che ha specificato i dettagli non saranno discussi pubblicamente.

Inoltre, sebbene Merz non abbia menzionato esplicitamente i Taurus durante la conferenza stampa con il leader ucraino, ha dichiarato che un “memorandum d’intesa” sui missili a lungo raggio sarebbe stato firmato in separata sede dai ministri della Difesa tedesco e ucraino. Memorandum che potrebbe riguardare proprio la fornitura dei suddetti sistemi missilistici.

Oltre ai missili, una delle tematiche ampiamente discusse tra i due leader è stata quella dei sistemi unmanned. Il giorno prima di arrivare in Germania Zelensky aveva rimarcato come il suo Paese avesse bisogno di ulteriori 30 miliardi di dollari di finanziamenti nel 2025 per portare la produzione militare nazionale alla piena capacità, in particolare nella fabbricazione di droni. Sottolineando che a Berlino una delle priorità sarebbe stata quella di garantire i finanziamenti per i droni intercettori, necessari per difendersi efficacemente contro i droni kamikaze russi. E dopo l’incontro con Zelensky, lo stesso Merz ha detto che i sistemi unmanned saranno al centro del programma di cooperazione industriale-militare tra Kyiv e Berlino.


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