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Nvidia declassa i suoi H20 per esportarli in Cina. Aggirando i limiti di Trump

L’amministrazione americana aveva imposto al colosso della tecnologia delle restrizioni ai suoi semiconduttori più potenti, che Pechino ha acquistato massicciamente. Con un downgrade però dovrebbero comunque arrivare nella terra del Dragone. Su cui bisogna mantenere alta l’attenzione ma, come ha sottolineato il ceo Jensen Huang, non si può abbandonare del tutto

Una versione declassata, ma legale. È quanto ha in mente di fare Nvidia con i suoi chip H20, per poterli esportare in Cina. L’esclusiva è firmata dalla Reuters, secondo cui il gigante americano starebbe prendendo in considerazione l’idea di aggirare i limiti all’export tecnologico verso Pechino imposti dall’amministrazione statunitense.

I semiconduttori H20 sono tra i più potenti e all’avanguardia realizzati dall’azienda, necessari per sviluppare gli ultimi modelli di intelligenza artificiale. E dunque sono quelli più richiesti. A gennaio gli ordini ammontavano a 18 miliardi di dollari per le sue schede grafiche e, tra i richiedenti, c’erano Alibaba, ByteDance e Tencent, ma anche altre realtà molto più piccole. Se ne stavano assicurando il più possibile, ordinando massicciamente per paura che prima o poi la Casa Bianca avrebbe adottato delle misure di restrizione che non avrebbero più permesso l’acquisizione. Ad aprile infatti la Casa Bianca è stata chiara con Nvidia: non avrebbe potuto più esportarli in Cina, per ragioni di sicurezza (potrebbero essere utilizzati per sviluppare i supercomputer) e di competizione. Una notizia che è stata una mazzata, facendo perdere il 6% alla società. Che si è però subito attivata per cercare una via di fuga.

Come ha spiegato ai vari clienti, Nvidia a luglio dovrebbe svelare il nuovo chip H20. Sicuramente meno potente, con significativi downgrade come una capacità di memoria ridotta, ma comunque un’alternativa molto valida. D’altronde, Nvidia non può permettersi di perdere un mercato come quello cinese. “Speriamo di continuare a collaborare”, si augurava il ceo Jensen Huang durante la sua visita nel paese di venti giorni fa.

Non è solo una questione che interessa la sua azienda. Nel momento in cui il mercato dell’intelligenza artificiale cinese è destinato a crescere nel brevissimo periodo – si parla di 50 miliardi di dollari nel prossimo triennio – non cogliere questa opportunità sarebbe una “perdita enorme”, ha riaffermato Huang questa settimana. “In questo momento il mondo è affamato e ansioso di confrontarsi con l’intelligenza artificiale. Offriamo quella americana davanti a tutti, subito”. Questo non vuol dire che improvvisamente le preoccupazioni. “Dobbiamo solo rimanere agili”. Ad ogni modo, ha assicurato, “qualunque sia la politica del governo e l’interesse del nostro paese, lo sosterremo”. Ma l’indirizzo che sta dando Nvidia appare abbastanza chiaro.


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