Washington punta su deterrenza condivisa e riallocazione strategica delle risorse verso la regione. Il segretario alla Difesa Usa, Pete Hegseth, al Shangri-La Dialogue, ha ribadito l’impegno americano per la difesa di Taiwan e la stabilità dell’Indo-Pacifico
Nel suo primo intervento internazionale come segretario alla Difesa statunitense, Pete Hegseth, ha tracciato al Shangri-La Dialogue di Singapore la nuova postura degli Stati Uniti nell’Indo-Pacifico sotto l’amministrazione Trump. Il discorso ha rappresentato un cambio di paradigma: meno idealismo, più pragmatismo, con l’obiettivo dichiarato di rafforzare la pace attraverso la forza.
L’intervento ha segnato una netta discontinuità rispetto alle politiche del passato, rivendicando un approccio “basato sul buon senso” e su una visione della pace fondata sulla forza e sulla deterrenza.
“Per una generazione, gli Stati Uniti hanno ignorato questa regione. Ci siamo lasciati distrarre da guerre senza fine, cambi di regime e costruzione di nazioni… Queste costose distrazioni mancavano di obiettivi chiari e non erano legate agli interessi vitali e fondamentali americani. Il Presidente Trump sta cambiando tutto questo”.
“Abbiamo chiuso con quell’approccio. Siamo concentrati nel fornire risultati per il popolo americano, nel salvaguardare la loro sicurezza, nel proteggere i loro interessi economici e nell’usare il buon senso per preservare la pace nell’Indo-Pacifico”.
Il discorso si è aperto con una critica esplicita all’interventismo strategico delle amministrazioni precedenti e ha definito la nuova dottrina di sicurezza come orientata alla concretezza, alla difesa degli interessi nazionali e al rispetto delle sovranità altrui.
“Come il defunto primo ministro [Lee Kwan Yew], l’approccio del Presidente Trump è radicato nel buon senso e negli interessi nazionali [ed] è modellato da una preferenza per il commercio e la sovranità, non per la guerra”.
“Questi due uomini storici condividono la volontà di sfidare vecchi modi di fare che non hanno più senso […] Sotto la guida del Presidente Trump, stiamo applicando questo approccio di buon senso alla difesa qui nell’Indo-Pacifico e in tutto il mondo”.
Al centro dell’intervento, il dossier Taiwan e la minaccia cinese. Hegseth ha avvertito che “la Cina cerca di diventare la potenza egemone in Asia, senza dubbio. Spera di dominare e controllare troppe parti di questa regione vibrante e vitale […] Non possiamo ignorarlo”. E ha ribadito: “Qualsiasi tentativo della Cina comunista di conquistare Taiwan con la forza avrà conseguenze devastanti per l’Indo-Pacifico e il mondo”.
Pur chiarendo che “non cerchiamo il conflitto con la Cina comunista. Non istigheremo né cercheremo di sottomettere o umiliare […] Ma non ci lasceremo spingere fuori da questa regione cruciale”, il Segretario ha sottolineato la necessità di preparazione. “Nessuno sa cosa farà la Cina alla fine. Ma si stanno preparando. E quindi, anche noi dobbiamo essere pronti. L’urgenza e la vigilanza sono l’unica opzione al Dipartimento della Difesa e con i nostri alleati”.
Il concetto operativo è “pace attraverso la forza”: “Il nostro obiettivo è prevenire la guerra […] E lo faremo con uno scudo forte di deterrenza, forgiato insieme a voi: i grandi alleati e partner di difesa dell’America. Insieme, mostreremo cosa significa eseguire la pace attraverso la forza”.
Hegseth ha anche chiarito che l’approccio americano non ha ambizioni ideologiche né imposizioni culturali: “Non siamo qui per fare pressione su altri Paesi affinché adottino politiche o ideologie. Non siamo qui per fare sermoni sul cambiamento climatico o su questioni culturali. Non siamo qui per imporvi la nostra volontà… Rispettiamo voi, le vostre tradizioni e i vostri eserciti. E vogliamo lavorare con voi dove i nostri interessi condivisi si allineano per la pace e la prosperità”.
La strategia include un riequilibrio globale delle priorità, che implica il rafforzamento delle capacità difensive europee e lo spostamento dell’attenzione americana verso l’Asia. “Mentre il presidente Donald J. Trump continua a guidare gli alleati europei a intensificare la propria autodifesa, gli Stati Uniti possono quindi concentrare più risorse sulla regione indo-pacifica”.
Hegseth ha lodato in particolare il rapporto con l’India, “dove raggiungiamo nuovi traguardi ogni giorno, dalle imprese condivise delle nostre industrie della difesa alla crescente coordinazione operativa e interoperabilità tra i nostri due eserciti”.
E ha lanciato un appello diretto: “La deterrenza non è economica. Chiedete al contribuente americano. Il tempo è essenziale. Dobbiamo agire con urgenza”. Concludendo, ha rinnovato l’impegno americano nella regione: “Condividiamo la vostra visione di pace, prosperità e sicurezza. E siamo qui per restare”.