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Pnnr, dalla carta ai cantieri. La tre giorni del Green Med Symposium

Di che cosa si è discusso al Green Med Symposium, in corso a Napoli e organizzato da Ricicla Tv ed Ecomondo: una tre giorni dedicata alle principali tematiche ambientali e alle grandi sfide che ci vengono dai cambiamenti climatici

A poco più di un anno e mezzo dalla scadenza prevista per la realizzazione dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il ministro per gli Affari Europei e il Pnrr Tommaso Foti, riferendo alla Camera sulla revisione degli investimenti previsti dal Piano, aveva parlato di “una revisione finalizzata ad avere, entro i tempi previsti dal regolamento, la liquidazione della settima rata. Il 21 marzo abbiamo dato l’avvio ad una procedura per interloquire con la Commissione europea e chiedere la revisione del piano. La risposta della Commissione è di circoscrivere le richieste di modifica su cui è chiamato a pronunciarsi il Parlamento”.

Le richieste più rilevanti riguardano quelle relative alle “ferrovie e in materia ambientale”. Dell’attuazione della Missione 2, “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, si è discusso al Green Med Symposium, in corso a Napoli e organizzato da Ricicla Tv ed Ecomondo: una tre giorni (28 – 30 maggio) dedicata alle principali tematiche ambientali e alle grandi sfide che ci vengono dai cambiamenti climatici. “Green Med si pone come un appuntamento sempre più centrale nel panorama nazionale – ha spiegato Monica D’Ambrosio, event manager dell’appuntamento partenopeo – Un evento che punta a sensibilizzare i cittadini sui temi ambientali strategici per il futuro, un grande momento di confronto tra mondo accademico, imprenditoriale e istituzionale che da sei anni è di casa a Napoli”.

“Pnrr: dalla carta ai cantieri. La mappa del cambiamento”, il primo giorno, ha focalizzato l’attenzione e gli interventi su uno dei temi di più stretta attualità e di importanza cruciale per la ripresa economica e lo sviluppo sostenibile del Paese: l’attuazione dei progetti a metà circa del percorso del Piano. Un Piano, va ricordato, che non si limita a risposte d’emergenza, ma che intende rilanciare un modello di sviluppo in linea con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e con le recenti strategie sulla sostenibilità ambientale dell’Unione Europea.

Quello nazionale si articola su sette Missioni, dopo l’aggiornamento introdotto dalla crisi energetica con l’aggiunta della Missione 7 – RePowerEu, che, in contesto geopolitico profondamente cambiato, si prefigge di rafforzare l’indipendenza energetica del Paese, diversificando le fonti, accelerando l’installazione di impianti rinnovabili, investendo nei biocarburanti e nell’aggiornamento delle reti. Accanto a questa, la Missione 2, con i suoi interventi sull’economia circolare, la gestione dei rifiuti, la tutela del suolo e delle acque, la mobilità sostenibile, la salvaguardia della biodiversità.

Il Regolamento Ue 241 del 2021 stabilisce che tutte le misure finanziarie del Piano debbano soddisfare il principio di “non arrecare danno significativo agli obiettivi ambientali (Do No Significant Harm). Questo vincolo si traduce in una valutazione di conformità delle misure adottate allo scopo di valutare se un investimento rispetti gli obiettivi ambientali individuati dal Green deal europeo ed esplicitati nella Tassonomia delle attività economiche sostenibili. Si tratta della mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici; dell’uso sostenibile delle acque e delle risorse marine; dell’economia circolare; della riduzione dell’inquinamento; della protezione della biodiversità e degli ecosistemi.

Il passaggio dalla progettazione all’attuazione diventa, allora, il momento decisivo. E il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) è impegnato quotidianamente, attraverso il Dipartimento Unità di Missione per il Pnrr, a sostenere Regioni, Comuni, enti pubblici nel superare le difficoltà procedurali, nel rafforzare la capacità amministrativa, nel monitorare i cronoprogrammi e assicurare che e progetti e gli investimenti siano coerenti con gli obiettivi ambientali ed energetici del piano.

“L’Italia, per quel che riguarda lo stato di attuazione del Pnrr – ha detto Fabrizio Penna, Capo del Dipartimento – sta mantenendo con precisione gli impegni del cronoprogramma. I progetti procedono secondo le scadenze, anche se non mancano le criticità, ma con la sinergia delle istituzioni, del mondo delle imprese e dei cittadini le stiamo affrontando e superando per realizzare tutti gli obiettivi. Il Mase è titolare di una parte estremamente rilevante del Piano: 33,7 miliardi di euro, ripartiti in 49 misure. Lo stato di avanzamento finanziario di competenza del Ministero conferma che sono stati erogati pagamenti per un importo totale di oltre 16 miliardi di euro, oltre il 61% delle misure attivabili”.

“Entro la fine di quest’anno – ha aggiunto Paolo Arrigoni, presidente del Gse, il Gestore dei servizi energetici – Mase e Gse potrebbero annunciare il nuovo ciclo di sostegni per la produzione di biometano: è la strada per portarci al 2030. La produzione energetica deve coinvolgere tutti, le pubbliche amministrazioni, le imprese, ma anche tutti i cittadini. Oltre alle rinnovabili elettriche si sta facendo molto per l’efficientamenti energetico non solo sul patrimonio immobiliare, ma anche sui processi produttivi”. Tra le misure del Pnrr gestite dal Gse, ha ricordato Arrigoni, vi sono progetti sull’agrisolare (2,35 miliardi di euro); il biometano (1,9 miliardi) e il teleriscaldamento (200 milioni).

Uno dei pilastri fondamentali della Missione 2 del Pnrr è lo sviluppo e l’efficientamento dell’economia circolare, ossia quel sistema economico che mira al ridurre al minimo gli sprechi e l’impatto ambientale, attraverso il riciclo, il riutilizzo e il ripristino delle risorse e dei materiali. Se ne è fatto portavoce Fabio Costarella, vice direttore generale del Conai. “La nostra partecipazione al Pnrr – ha detto Costarella – rappresenta un’occasione strategica per colmare i divari territoriali e costruire un’infrastruttura moderna ed efficiente per la gestione dei rifiuti. Conai ha accompagnato, in questi anni, centinaia di amministrazioni locali nella fase di progettazione e assistenza tecnica. Solo nel Sud del Paese abbiamo supportato circa 200 Comuni per oltre 1.700 progetti per un valore stimato superiore ai 100 milioni di euro. E stiamo continuando a sostenere gli Enti locali nella delicata fase della “messa a terra”, affinchè le risorse assegnate si traducano in interventi reali ed afficaci”.


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