Sono sempre di più i centri studi che ammettono le difficoltà di un sistema costruito esclusivamente sull’industria bellica. Un modello che non potrà reggere a lungo. E poi sono gli stessi cittadini della Federazione a essere sconfortati e pessimisti. Anche perché i risparmi non bastano più
L’economia della Russia appare e scompare, dando l’impressione di essere quello che non è. Non è certo un mistero che, in questi tre anni di guerra, Mosca abbia resistito all’urto delle sanzioni e dell’isolazionismo, costruendo la propria crescita esclusivamente sull’industria bellica e sulla vendita di gas e petrolio ai Paesi amici, quei pochi rimasti almeno. Tutto molto finto, fin troppo, come dimostrano numerosi studi, analisi di autorevoli centri studi. E poi c’è un altro dato politico, forse più importante: i russi non sono contenti. No davvero.
Un rapporto dello Stockholm Institute, inchioda ancora una volta il Cremlino: l’economia russa versa in una situazione sempre più precaria a causa del passaggio alla modalità di guerra e delle sanzioni occidentali per l’invasione dell’Ucraina. E così, dalla capitale svedese simbolo del premio Nobel, è partito un allarme, direzione Bruxelles, visto che il documento è stato preparato per i colloqui dei ministri delle finanze dell’Unione Euopea, intercorsi in occasione dell’ultimo Ecofin. La sintesi è questa: pur essendo ancora relativamente stabile, l’economia russa è solo superficialmente resiliente e gli squilibri di fondo e le debolezze strutturali sono in aumento. Secondo il rapporto, l’economia di guerra “ha mantenuto la Russia a galla nel breve termine: un equilibrio però destinato a divenire insostenibile nel lungo termine. Contrariamente alle narrazioni del Cremlino, il tempo non è dalla parte della Russia”.
Nel 2025 la situazione finanziaria di quasi la metà dei cittadini russi è peggiorata rispetto all’anno precedente. È quanto emerge da un sondaggio condotto da Anderida Financial Group, non proprio l’ultimo degli istituti di sondaggi. Il 47% degli intervistati ha segnalato un peggioramento della propria situazione finanziaria nel corso dell’anno, il 40% del livello di reddito degli intervistati è rimasto invariato, mentre il 13% dei partecipanti al sondaggio ha segnalato un aumento del reddito rispetto all’anno precedente. La maggior parte degli intervistati, ovvero il 75%, ha ammesso che le finanze a disposizione spesso non bastano a coprire le necessità correnti.
Secondo i risultati del sondaggio, più della metà dei cittadini (56%) ha bisogno di più di 20 mila rubli al mese per “una pianificazione del budget più comoda”. Il 23% degli intervistati ha affermato che per questo è sufficiente una cifra pari a 20 mila rubli, mentre un partecipante su cinque allo studio (21%) ha dichiarato di aver bisogno di altri 15 mila rubli al mese per coprire tutte le spese. Non è finita. Per aumentare il proprio reddito il 29% dei russi cerca lavori part-time, mentre un altro 15% spera di aumentare il proprio stipendio attuale. Un quarto degli intervistati ha dichiarato di essere pronto a prendere in prestito denaro. Ma forse si scorda che i tassi, in Russia, sono al 21%.