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Tecnologia, connettività e sovranità. Le direttrici da seguire per una superiorità militare

L’AeroSpace Power Conference 2025 ha messo a fuoco le direttrici strategiche dell’industria della difesa: dominio dello spettro elettromagnetico, sovranità tecnologica, cooperazione internazionale e velocità di adattamento. Tra esigenze operative complesse e minacce ibride, i grandi attori industriali globali convergono sulla necessità di un ecosistema agile, resiliente e interconnesso, capace di rispondere con soluzioni multilivello alla trasformazione del campo di battaglia

Il futuro della gestione del campo di battaglia è definito dall’interconnessione tra domini, dalla velocità dell’innovazione e dalla capacità di integrare la sovranità industriale con la cooperazione internazionale. A parlare è l’industria del settore, riunita dall’Aeronautica militare al suo AeroSpace Power Conference 2025, durante il panel dedicato al confronto tra i grandi gruppi del settore. Come registrato dall’air marshal Sir Gerard Mayhew, ex Royal Air Force e oggi senior military adviser di BAE Systems, “Il ritmo di sviluppo tecnologico di oggi è sempre più sostenuto, e sono necessari una maggiore agilità e anche una maggiore resileiza”, sottolineando come il contesto globale stia mutando rapidamente, con impatti diretti su industria e investimenti. In questo scenario, la chiave è una nuova combinazione di capacità: non solo tecnologia, ma anche processi che la rendano efficace e disponibile sul campo. “Le Pmi sono essenziali per trovare soluzioni innovative nell’interesse di chi combatte, ha aggiunto Mayhew, parlando di un ecosistema che, per essere efficace, deve saper integrare le novità emergenti senza cadere nella “falsa percezione” di una cesura generazionale tra generazioni diverse di sistemi d’arma. Tutte devono operare congiuntamente in un network complesso e integrato.

Elemento cardine delle capacità delle prossime generazioni di piattaforme sarà il focus sulle Electronic Magnetic Spectrum Operations (EMSO). “Il dominio dello spettro elettromagnetico e l’accesso diretto ai dati garantiranno la superiorità nella gestione del campo di battaglia”, ha spiegato Domitilla Benigni, ceo di Elt Group, intervenendo in video alla conferenza, evidenziando al contempo la necessità di investire in tecnologie sovrane capaci, quindi, di evolversi autonomamente e restare accessibili anche in scenari di crisi. “Come europei – ha aggiunto – dobbiamo promuovere una collaborazione industriale reale. Creare campioni europei consolidati richiede il superamento delle autonomie nazionali e l’accettazione di un’interdipendenza strutturata”. L’obiettivo è un sistema industriale continentale che aumenti la capacità finanziaria e garantisca vantaggi operativi concreti alle Forze armate europee.

Il livello nazionale, quello europeo e, allargando lo sguardo, globale, saranno fondamentali per i programmi avanzati del futuro, ma richiederà un complesso lavoro teso a coniugare tra loro tutti i livelli. Masayuki Eguchi, vicepresidente e head of Integrated defense & space systems di Mitsubishi Heavy Industries ha sottolineato come il livello nazionale sarà indispensabile per “costruire quella capacità autonome che saranno alla base dei progetti internazionali”. Programmi che, per loro stessa natura, comporteranno diverse complessità: “servono scambi continui e una profonda esperienza nei programmi nazionali per sviluppare competenze industriali utili anche in contesti cooperativi», ha spiegato Eguchi, aggiungendo come l’ottimizzazione delle risorse, in un equilibrio tra efficienza interna e collaborazione esterna, sarà il vero banco di prova per le prossime generazioni di sistemi integrati.

“Dai conflitti recenti abbiamo capito che le minacce convenzionali, come missili cruise e artiglieria, sono ancora presenti. Ma si affiancano nuove sfide: capacità ipersoniche e attacchi massivi con droni”, ha osservato Lorenzo Mariani, managing director di MBDA Italia ed executive group director sales & business development di MBDA. La risposta a queste minacce deve, allora, essere articolata tre diversi pilastri: “primo, accelerazione dei tempi di produzione e consegna, che è la priorità assoluta, secondo, l’applicazione di nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, sui sistemi d’arma già esistenti accorciandone al contempo i tempi di produzione, terzo, lo sviluppo di nuove piattaforme contro le nuove minacce, come l’ipersoniche”. Ma Mariani è chiaro: “La cooperazione è la chiave; ora più che mai. Da soli non si ha la massa critica per progettare e sviluppare sistemi in grado di contrastare le minacce più avanzate”. In questo, ha proseguito il numero uno di MBDA Italia, il gruppo “continua a rappresentare un modello di cooperazione internazionale e di integrazione nel settore della difesa. E dimostra la validità del modello oggi ancor di più. È anche grazie alla cooperazione ed alle competenze che condividiamo che siamo stati in grado di imprimere un primo sostanziale incremento della produzione a seguito dei giusti solleciti dei nostri clienti”.

“La geografia conta. Ogni Paese ha obiettivi di sicurezza che riflettono considerazioni economiche e interessi nazionali”, ha ricordato Mara Motherway, vice presidente Strategy & business development di Lockheed Martin Aeronautics, sottolineando l’importanza di processi valutativi forti e di investimenti che rendano interoperabili le Forze armate del futuro. “La tecnologia sta ridefinendo la struttura delle nostre forze armate in modo interconnesso, e la vera sfida arriverà dalla prossima ondata di tecnologie dirompenti, nei campi della sensoristica, della connettività, del cyber e del comando e controllo”. L’interoperabilità tra domini diventa, allora, il fondamento per la risposta alle crisi future, nella consapevolezza, ribadita da Motherway, che “Nessuno può farcela da solo”.


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