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Cantieristica, Golden Dome e deterrenza. Ecco il budget del Pentagono per il 2026

Il budget per la Difesa statunitense del 2026 sarà caratterizzato da investimenti in crescita per la Space Force, la triade nucleare, le tecnologie ipersoniche e la sicurezza cibernetica, il Pentagono punta a rafforzare le capacità di deterrenza e proiezione globale. In parallelo, la cantieristica e le tecnologie disruptive rimangono centrali

Dopo aver annunciato il più grande stanziamento di sempre per la Difesa, gli Stati Uniti stanno iniziando a definire la ripartizione di spesa per l’anno fiscale 2026. Come si apprende dalle analisi del Dipartimento della Difesa, il 2026 sarà un anno di trasformazione e riconfigurazione delle priorità delle Forze armate Usa, dal potenziamento delle capacità nucleari al rilancio della cantieristica, passando per la sesta generazione di sistemi di combattimento aerei.

L’US Army riceverà 197,4 miliardi di dollari, la US Navy 292,2 miliardi, l’US Air Force 301,1 miliardi e circa 171 miliardi andranno in spese trasversali, come ricerca, infrastrutture e supporto strategico. Particolare rilievo viene inoltre dato alla US Space Force, il ramo più giovane delle Forze armate Usa, che vedrà un incremento del 30%, con un budget da oltre 40 miliardi. Una delle linee guida più visibili è l’investimento in difesa missilistica, con il lancio della Golden Dome Initiative che assorbirà 25 miliardi. Le armi ipersoniche godranno di un investimento diretto da 3,9 miliardi, mentre oltre 6,5 miliardi saranno impiegati per potenziare la capacità di produzione di munizionamento vario.

La modernizzazione della triade nucleare continua ad assorbire risorse significative, con una previsione di spesa di 60 miliardi, tra missili balistici (tra cui lo sviluppo del nuovo ICBM Sentinel), sottomarini e bombardieri strategici. La componente aerea beneficerà di 3,1 miliardi per i nuovi F-15EX, oltre ad altri 3,5 miliardi per il programma di sesta generazione F-47. La previsione di spesa include anche una riduzione negli acquisti di F-35, che verranno portati da 74 a 47. In compenso, viene mantenuto un miliardo per potenziare la rete di manutenzione e la logistica degli F-35 già operativi. 

Sul piano navale, verrà finanziato l’acquisto di 19 nuove unità, al fine di mantenere l’obiettivo minimo delle 287 navi da combattimento in servizio attivo. In ambito tecnologico e cibernetico, il Pentagono investirà oltre 15 miliardi in sicurezza informatica, protezione delle reti e capacità offensive digitali. Infine, prosegue il finanziamento all’Office of Strategic Capital, lo strumento pubblico-privato con cui la Difesa americana intende garantire la sovranità tecnologica nelle catene del valore più sensibili.

Con l’approssimarsi della fine dell’anno fiscale 2025 (che negli Stati Uniti avviene in ottobre), restano ancora alcuni mesi al Congresso — che tiene i cordoni della borsa — per approvare lo stanziamento o proporre dei correttivi ai piani di Pentagono e Casa Bianca. Nel frattempo, la ripartizione delle spese (così come prevista dall’amministrazione) conferma che le priorità della Difesa Usa si muovono verso un rafforzamento complessivo delle capacità di deterrenza strategica e proiezione a lungo raggio.


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